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Il sistema delle cure di lunga durata non regge più. Se le prospettive di vita si allungano, per mantenere il più a lungo possibile gli anziani a domicilio, il settore va rivisto. Occorre finanziare meglio i servizi di assistenza e il lavoro dei familiari curanti va riconosciuto.
“Nessuno dovrà pagare più dell’8 per cento del proprio reddito imponibile per i premi dell’assicurazione malattie obbligatoria”. Era un obiettivo, scritto nei documenti e dichiarato alla popolazione, della LAMal, la legge approvata in votazione nel dicembre di trent’anni fa ed entrata in vigore nel 1996. Un obiettivo chiaramente mancato, come ciascuno di noi si può facilmente rendere conto alla fine di ogni mese pagando la cassa malati. Ma a questo fallimento, che si sta traducendo in un progressivo impoverimento dei cittadini e addirittura in un ostacolo nell’accesso alle cure, possiamo oggi parzialmente riparare. L’occasione si presenta con la votazione del 9 giugno.
Le considerazioni del presidente dell'Associazione interprofessionale di controllo (AIC) Renzo Ambrosetti sui nuovi negoziati tra Svizzera e Unione europea. «Toccando le misure di protezione dei salari si fa saltare tutto. Cassis agisca di conseguenza», afferma.
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