Salari svizzeri fermi da un decennio. In Ticino, il “miracolo” scava il fossato.

In dieci anni, il salario mediano svizzero è cresciuto di 40 franchi l’anno. Peggio a sud delle Alpi, meno di venti franchi. Si allarga il divario interno alla nazione

La Rilevazione svizzera della struttura dei salari prodotta dalla statistica federale ci presenta una fotografia (qui sintetizzata da area) dello stato delle paghe risalente a due anni fa. Una peculiariatà tutta elvetica in Europa, dove in gran parte dei paesi membri le evoluzioni salariali sono pubblicate quasi in tempo reale, grazie ai dati raccolti da fonti fiscali e previdenziali e non a campione con questionari alle aziende come avviene da noi. Rassegnandoci a quel che abbiamo, proviamo a riassumere i principali scostamenti focalizzandoci sul periodo di dieci anni, 2010-2020.


Una seconda premessa di metodo. Utilizzeremo quel salario mediano che vuol dire tutto e niente. Significa che la metà guadagna di più, la metà di meno. Ma le differenze tra le parti alte o basse possono essere notevoli e diverse a seconda dei criteri usati: genere, età, posizione occupata, mestiere ecc.


Iniziamo col dire che il salario mediano in Svizzera è cresciuto di 400 franchi in dieci anni. Quaranta franchi all’anno. Neanche sufficiente a coprire l’aumento annuale dei premi di cassa malattia. Quei premi esclusi dalla statistica elvetica nel calcolo del rincaro del costo della vita. Un’esclusione con effetti importanti sui salari, dato che molti Ccl prevedono l’aumento automatico nel caso di un rincaro elevato.


In Ticino è andata ancora peggio. Il salario mediano nel privato è cresciuto di 18 franchi l’anno, 188 franchi in dieci anni. Fermi al palo dunque. Eppure, rinomati enti d’analisi economiche nazionali solo nel 2018 glorificavano il "miracolo della creazione dei posti di lavoro" nel cantone (“Jobwunder” del Kof del Politecnico di Zurigo) e definivano vertiginosa la crescita del Pil cantonale, «ben più marcata degli Stati Uniti e della media europea» (Bak Economics).

 

Quel che si può dire è che certamente la ricchezza prodotta in Ticino in quei dieci anni (ma il ragionamento vale anche per la Svizzera), non è sicuramente finita nelle tasche delle lavoratrici e dei lavoratori. E il “miracolo” della creazione degli impieghi a sud delle Alpi ha prodotto lavori scarsamente retribuiti coperti con assunzioni in gran parte di personale frontaliere.

 

Altrettanto certo è che il divario tra i salari svizzeri e ticinesi si è allargato ulteriormente. Nella media elvetica, si è passati dai 918 franchi di scarto salariale dei dipendenti ticinesi rispetto ai colleghi confederati del 2010 ai 1.158 franchi dieci anni dopo. Lasciando perdere il confronto con la fuoriclasse Zurigo, pure con le altre regioni lo scarto si fa sempre più forte. Perfino col parente povero più prossimo al Ticino dove il costo della vita è simile a Sud delle Alpi, la Svizzera orientale, la differenza salariale è passata da 521 a 865 franchi.

 

In attesa di conoscere tra due anni di quanto si sarà ulteriormente allargato il fossato nel biennio pandemico, area ha chiesto a Maurizio Solari, assistente presso la facoltà di economia dell’Università di Friborgo di commenare i dati del 2020 e quali contromisure siano possibili. Qui trovate l'articolo.

 

270 miliardi e 400 franchi
Se i salari sono fermi al palo, quale evoluzione hanno avuto i patrimoni in Svizzera? Seppur con un ritardo di quattro anni, le risposte le fornisce l’Amministrazione federale delle contribuzioni (Afc), con la statistica sulla fortuna svizzera in base alle imposte versate. Abbastanza affidabile dunque, pur mancando per forza di cose il capitale nascosto al fisco.
Scopriamo così che nel 2010, 26.500 contribuenti su 4,9 milioni (0,54%) possedevano 486 miliardi. Otto anni dopo, lo 0,78% dei contribuenti ne possedeva 816,5 miliardi. Una crescita di tutto rispetto, circa 330 miliardi in otto anni. Milliardi che, ricordiamo, equivalgono a mille millioni. Roba da far girare la testa. Ma l’Afc ci dice pure che poco più di diecimila persone (0,21% dei contribuenti), possedeva nel 2010 qualcosa come 375,5 miliardi. Otto anni dopo, lo 0,32% dei contribuenti, di miliardi ne possedeva 646.

 

Una crescita patrimoniale di una ristretta minoranza di 270,5 miliardi in otto anni. Il salario mediano svizzero invece è cresciuto di circa 400 franchi in dieci anni. Il conflitto capitale-lavoro riassunto in due cifre.

Pubblicato il

07.04.2022 10:34
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