Sono ormai diversi anni che partecipo al seminario di Cadro dei militanti Unia, una giornata tutta dedicata all’informazione e alla riflessione sulla nostra vita quotidiana lavorativa e sociale, un’occasione per confrontarsi sulle idee, per cercare delle risposte o delle possibili soluzioni ai problemi. Perché noi siamo il sindacato.Partecipando al seminario dello scorso gennaio ho riflettuto un po’ sul valore della solidarietà. Alcuni giorni or sono mia figlia mi rammentava che è a causa della nostra sufficienza, della nostra indifferenza e della tendenza a chiudersi a riccio che molti faticano ad aprirsi all’altro. Passano gli anni, ma quello che arriva da un altro paese continua ad essere considerato un «pericolo», una «minaccia». 1955, Germania: mio padre, come tanti altri affamati di lavoro, dormì per diversi mesi nella cabina di un camion. 2014, Bellinzona: un compagno spagnolo, anche lui affamato di lavoro, dorme con un sacco a pelo sotto un ponte. Se ne potrebbero raccontare tante di storie come queste. Storie che non ci possono lasciare indifferenti. Dobbiamo indignarci quando la nostra dignità di lavoratrici e lavoratori viene calpestata, così come quando si specula sulla sicurezza e viene messa a repentaglio la nostra salute, quando alla donna non viene riconosciuto il diritto alla parità, quando si viene brutalmente espulsi dal mondo del lavoro. Tutto questo deve indurci a risvegliare la nostra coscienza di lavoratori e cittadini parte di un mondo globalizzato ma anche di una società civile democratica e solidale. Dobbiamo trovare la forza di non farci la guerra tra noi poveri, perché così diamo dei vantaggi a quelli che pensano solo ad arricchirsi. Dobbiamo rafforzare la nostra convinzione di essere cittadini del mondo, portatori di sani valori di solidarietà.
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