Invitato dall'Assemblea di sciopero, il 5 dicembre scorso sono stato a Bellinzona a dire due parole sulla presenza della storia sociale nella nostra narrativa: basterebbe questo, immagino, per infastidire i leghisti di casa, che qualche giorno prima avevano vilmente e insensatamente attaccato, sul loro settimanale, un intellettuale che ha osato parlare di cultura, un musicologo come Carlo Piccardi, uno dei nostri pochi intellettuali che intervengono pubblicamente su temi che esulano dalla propria disciplina: in questo caso su "L'italianità del Ticino: cultura e anticultura" (Corriere del Ticino, 20 novembre). L'hanno attaccato perché è proprio la cultura che dà fastidio alla Lega. |