Home
Rubriche
Dossier
Multimedia
Archivio
Contatti
Donne migranti e salute sessuale
di
Chiara Orelli Vassere
Grazie al prezioso sostegno del fondo Brusata (donne socialiste svizzere), Sos Ticino ha potuto concludere nelle scorse settimane un interessante progetto, avviato nell'aprile del 2011, volto a facilitare alle donne migranti a statuto precario l'accesso alle offerte di prevenzione e informazione sul tema della salute sessuale e riproduttiva, e nel contempo destinato a promuovere negli operatori sociali e sanitari locali una più approfondita conoscenza dei determinanti della salute legati alla migrazione e in particolare alla sua componente femminile.
Il progetto Domiss (l'acronimo sta per donne migranti e salute sessuale) è stato diretto e coordinato da Monica Marcionetti, responsabile dell'Antenna MayDay di Sos Ticino, che da anni lavora nell'ambito della tutela della salute per le persone a statuto precario. La sua realizzazione è stata tuttavia possibile soprattutto grazie alla fattiva e importante collaborazione dei Centri di pianificazione familiare del cantone, che hanno garantito la trasmissione professionale e scientificamente adeguata dei contenuti informativi previsti, e all'apporto delle mediatrici culturali – a loro volta formate e collocate attraverso l'Agenzia Derman di Sos Ticino –, indispensabile elemento di congiunzione linguistico-culturale tra mondo dell'emigrazione e contesto locale di riferimento.
Sono state coinvolte una novantina di donne, metà delle quali provenienti dai Paesi del Corno d'Africa (in testa Eritrea e Somalia), utenti dei servizio Richiedenti l'asilo e Rifugiati di Soccorso operaio, e dunque già attestate sul territorio cantonale, ma anche donne ancora ospiti dei centri della Croce Rossa o del Centro di registrazione e procedura di Chiasso.
Il progetto ha messo in evidenza la necessità e la richiesta da parte delle donne migranti stesse di maggiori informazioni, soprattutto nell'ambito della contraccezione, delle malattie sessualmente trasmissibili, dell'anatomia e della fisiologia femminile, evidenziando pure la necessità di un maggiore coinvolgimento della componente maschile nelle tematiche e dinamiche di natura riproduttiva e sessuale. Ha inoltre permesso alle figure "istituzionali" coinvolte dal progetto (in primo luogo mediatrici e operatrici dei Cpf) di riflettere sull'efficacia della comunicazione da queste proposte e di acquisire maggiore consapevolezza delle specificità dell'utenza alla quale ci si è rivolti.
Un progetto rivelatosi dunque utile e necessario, e che sarebbe bene possa trovare una sua continuità anche in seguito, in modo che di una informazione efficace e corretta su questi temi possano beneficiare anche le migranti che arriveranno da noi in futuro.
Pubblicato il
16.03.12
Edizione cartacea
Anno XV numero 4
Rubrica
Spazio Sos
Articoli correlati
Nessun articolo correlato