Il portaledi critica socialee del lavoro
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All’età di 8 anni, Marcel Jann si trasferisce con la sua famiglia a Niederurnen (Glarona) andando a vivere in una casa situata nelle immediate vicinanze dello stabilimento della Eternit, la fabbrica della morte e “cuore” della multinazionale del cemento-amianto, dove suo padre lavora come contabile. La società Eternit Ag è anche proprietaria dell’abitazione affittata dagli Jann. Involontariamente e inconsapevolmente, Marcel subisce per anni l’esposizione alle polveri disperse anche nell’ambiente circostante da questo tipo di attività industriale. Morirà a 53 anni.
«Voglio dare un volto al mesotelioma. Ne va della mia dignità, della mia famiglia e delle future vittime dell’amianto. Deve essere chiarito chi sono i responsabili». Sono le parole pronunciate nel 2006, ormai alla vigilia della morte, da Marcel Jann, maestro di scuola elementare ucciso a 53 anni dalle polveri di amianto che aveva respirato da bambino vivendo a pochi passi dalla tristemente nota Eternit di Niederurnen. Parole pronunciate a stento, col poco fiato che gli rimaneva. Ma ci teneva a farlo, sapendo che non avrebbe mai visto l’esito delle cause giudiziarie. Era molto arrabbiato e ferito: pretendeva le scuse degli Schmidheiny, che non sono però mai arrivate (Stephan fece sapere tramite avvocati di non avere nulla da rimproverarsi); «per decenni con l’amianto si sono fatti tanti soldi. Ma oggi per le tante sofferenze nessuno è responsabile», commentava con amarezza.Parole profetiche se pensiamo alla scandalosa sentenza pronunciata qualche settimana fa dal Tribunale federale (articolo correlato) proprio sul suo caso: prescritto! L’azione legale contro la società è giunta tardivamente.
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Sono due i casi di licenziamenti nell’industria ticinese di cui hanno riferito le cronache in questi giorni. Due importanti aziende come la Mikron e la Schindler hanno annunciato il taglio di personale. In totale una cinquantina di persone ha perso il posto di lavoro. I motivi alla base di queste scelte sono diversi. Un denominatore comune però c’è: nonostante gli utili milionari queste aziende attive a livello mondiale e che si definiscono “socialmente responsabili” hanno deciso di tagliare dei posti di lavoro in Ticino.
La povertà in Ticino è una piaga in forte crescita negli ultimi anni. Ad esserne toccato, anche chi ha un lavoro. Il salario minimo dovrebbe essere uno strumento di lotta alla povertà. Con l’importo stabilito dalla Commissione della gestione del Gran Consiglio, si continuerà a lavorare ricorrendo ad aiuti di Stato per sopravvivere. L’imprenditoria sussidiata dal pubblico applaude.
Sardine, o sardelle. Sono mute come i pesci di Lucio Dalla ma hanno una testa più grande della pancia ed è alla testa di un’Italia ammutolita, attonita che parlano.
La crisi dell’Alitalia, vista dai cinque metri per due della cabina di pilotaggio di un Airbus in partenza da Roma, presenta non meno incertezze per il futuro che vista da terra. I piloti che mi ospitano su un volo di linea (a patto che non riveli il loro nome) esprimono timori per un ridimensionamento che appare senza fine e le lamentele per il progressivo peggioramento delle condizioni di lavoro.
Il lavoratore portoghese Adão Costa lavora dal 2005 nel Canton Vallese ma per l’ufficio della migrazione è rimasto sempre un dimorante temporaneo (permesso L). Con l’intervento dell’avvocato Marc Spescha, Costa è riuscito a ottenere il permesso di domicilio (permesso C). Questa conquista potrebbe facilitare la vita di centinaia di lavoratori stranieri.
Diversi eventi organizzati dal Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae) sono sponsorizzati da multinazionali, alcune delle quali controverse. È quanto emerge da una lista ottenuta da area tramite la Legge sulla trasparenza.
Washington, 12 settembre 2018. L’ambasciata svizzera organizza la tradizionale Soirée Suisse. Un evento mondano dove, tra cocktail e raclette, s’incrociano diplomatici e businessman. Si brinda a nuove opportunità di mercato: non è un caso, quindi, se l’evento è finanziato da sponsor privati. Nestlé ha messo sul tavolo 50.000 franchi, Ubs e Zurich 20.000. Segue tutta una serie di imprese svizzere e americane che hanno sganciato tra i 15.000 e i 5.000 franchi.
Nuovo caso di fallimento seriale denunciato dal sindacato, questa volta nel campo delle agenzie di sicurezza. Nonostante la segnalazione alla sezione competente della Polizia cantonale sia partita a gennaio, non si hanno notizie di provvedimenti o risposte ai quesiti posti. Dal passato invece, spuntano mandati diretti fantasma a Lugano.
Nell’ottobre del 2015, Enzo Tosti si è sottoposto a un esame del sangue di routine «solo perché lo chiedeva mia moglie», racconta. A 56 anni, si sentiva bene e non sospettava nulla. Durante la settimana era impiegato come operatore socio-sanitario all’Associazione italiana assistenza svantaggiati di Afragola, un comune alle porte di Napoli, dove si occupava di pazienti con problemi psichiatrici. Nel tempo libero andava a caccia di discariche abusive. Quando lo avevo conosciuto, nella primavera del 2013, per farmi capire di che materiale fosse costituita l’emergenza rifiuti campana che aveva fatto il giro del mondo, mi aveva portato a vedere da vicino i cumuli di rifiuti abbandonati.
“O le sinistre fanno un fronte ampio o vamos todos a la mierda”. Questo il sintetico pensiero affidato a Twitter da Ada Colau, la sindaca di Barcellona, dopo il voto del 10 novembre. Con una postilla altrettanto lapidaria: “Pedro, le tue elezioni sono state un fallimento”.
Sul finire del 1989, l’intera Svizzera era sconvolta: una Commissione parlamentare d’inchiesta scoprì e rivelò le dimensioni dell’enorme apparato di spionaggio politico a livello federale. Alcune delle personalità spiate appartenevano ai sindacati svizzeri.
Sebastian Vettel che per sorpassare il suo resistente compagno di squadra Charles Leclerc schianta le due rosse e butta fuori dal circuito brasiliano di F1 la Ferrari, eccellenza italiana come il parmigiano bastonato dai dazi trumpiani, è l’ennesima metafora del governo giallorosa, con Renzi che attacca Conte, Zingaretti e Di Maio, Di Maio che se la prende con Conte, Zingaretti e Renzi, e il Pd diviso tra militanti dei diritti civili (ius soli e ius culturae) e difensori di quelli sul lavoro (Ilva, Whirlpool, Bekaert e altri 150 punti di crisi). Ai box Salvini se la ride, come Verstappen a Interlagos.
Una vera rivoluzione fiscale che aprirebbe scenari impensabili. Non più tassare il lavoro o il consumo, ma andare a prendere il denaro nella gigantesca montagna in circolazione che finora sfugge a qualsiasi imposizione, per destinarlo al bene comune. Grazie a una microtassa dello 0,1% sulle transazioni finanziarie elettroniche, si potrebbero raccogliere 100 miliardi di franchi l’anno coi quali abolire l’Iva (23 miliardi), le imposte federali dirette (22 miliardi) e la tassa di bollo (2 miliardi). I restanti 53 miliardi potrebbero essere impiegati per risolvere le priorità collettive, quali la svolta energetica del Paese o il finanziamento delle pensioni.
Poteva essere una storia a lieto fine, ma l’applicazione burocratica delle ciniche leggi della migrazione ha guastato tutto. Il protagonista della storia è Fouad Zerroudi, l’uomo che aveva commosso l’intero Ticino per il coraggio avuto nel denunciare uno dei più gravi casi di malaedilizia in Svizzera, trasformando l’orgoglio nazionale dell’opera del secolo AlpTransit, nel cantiere della vergogna del Monte Ceneri. Il suo caso diventò di dominio pubblico grazie alla trasmissione Falò andata in onda sulla Rsi il 4 aprile.
Le statistiche dimostrano l’esplosione del numero di lavoratrici e lavoratori interinali impiegati in Ticino. La gran parte di questo personale è straniero ed è sempre più precarizzato. Ecco qualche dato.
Donna, di nazionalità svizzera, con più di 40 anni e figli sotto i 15 anni, un titolo di studio universitario e con un’attività principale come salariata. Questo è l’identikit del lavoratore multiattivo medio in Svizzera, una realtà professionale in crescita in un mondo del lavoro sempre più flessibile.
L’America latina brucia. Non che l’ottobre sia rosso, questo no, ma che sia un ottobre ribelle è certo. Cosa ha spinto alla protesta gli studenti, gli indios, le donne, le classi popolari e le classi medie in Ecuador, Cile, Perù, Bolivia, Haiti, Honduras, fino a Panama e Costa Rica e, su un piano solo elettorale, Argentina, Colombia, Uruguay? Paesi diversi, governi diversi, disimpegni economici diversi, storie diverse. Un'analisi generale e i casi di Cile e Argentina.
La forza ce l’hanno loro, le multinazionali, con la legge della globalizzazione e la politica liberista dalla loro. Tanto più uno Stato è debole, tanto più riescono a imporre le regole. E lo Stato italiano – a differenza di Francia, Germania e Usa che in operazione di vendite, joint venture, fusioni fanno muro in difesa dei propri lavoratori, forti spesso della partecipazione pubblica al capitale – è debole da sempre. In Fiat arrivano i francesi, in Alitalia fanno cucù i tedeschi della Lufthansa che pretendono 5.000 licenziamenti per entrare nel capitale, contro i 2.500-2.800 avanzati sia da Atlanta che da Delta; dalla Whirlpool fuggono gli americani, come hanno già fatto dall’Alcoa in Sardegna.
Sembra uno scherzo, ma invece è l’allucinante realtà. Grandi catene nella vendita assumono lavoratrici alle quali da contratto garantiscono zero ore lavorative a settimana. Tutto legale, la legge lo consente. Lo fanno per spremere le dipendenti, per ottenere da loro la massima flessibilità, chiamandole quando servono. Ma ha anche una doppia funzionalità. Quando la dipendente diventa scomoda, perché reclama o non rende come vorrebbero, potranno ridurle le ore a zero, senza ripercussioni legali. area vi propone le testimonianze di due lavoratrici attive in Ticino.
Con l’operazione “Sorgente di Pace”, avviata lo scorso 7 ottobre, le autorità turche potrebbero ridisegnare i confini della Siria settentrionale e ridefinire le alleanze geopolitiche tra i principali Paesi che hanno interessi nella regione dalla Russia agli Stati Uniti, dalla Siria di Bashar al-Assad all’Iran di Hassan Rouhani.
Hana Hobil, nata e cresciuta in Ticino, vive con passione e angoscia quanto sta accadendo nel Nord della Siria, dove vive il suo popolo d’origine, quello siriaco. Di religione cristiana, i Siriaci hanno una drammatica storia millenaria di oppressione e di genocidi.
2019 l’anno delle donne, è proprio il caso di dirlo: dopo il grande lavoro di mobilitazione e sensibilizzazione e l’enorme partecipazione allo sciopero delle donne del 14 giugno, si cominciano a raccogliere i primi frutti e, con una presenza di candidate sulle liste elettorali che per la prima volta ha superato il 40 per cento, ecco che domenica scorsa, con l’elezione di 84 consigliere nazionali, la Camera del popolo è passata dal 32 al 42 per cento di donne.
La Catalogna brucia? La Spagna ancora alle prese con il “problema catalano”? No. È la Spagna che brucia. E il problema catalano è il “problema spagnolo”. Tutto secondo copione.
Nell’anno in cui il sindacato Unia, insieme a Solidar Suisse, è impegnato in una campagna internazionale contro l’esposizione all’amianto dei lavoratori delle aree più povere del mondo, area ha incontrato tre attivisti di Legambiente nel parco sorto al posto della fabbrica Eternit.
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Quindicinale di critica sociale e del lavoro
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