A febbraio 2022, la Russia ha invaso l’Ucraina, scatenando la devastazione militare su una popolazione e un paese in pace. Nel giro di qualche mese, le infrastrutture civili sono state distrutte, migliaia di persone sono morte e molte altre ferite. L’azione della Russia ha accelerato una crisi energetica globale e ha contribuito a indebolire i sistemi di produzione e distribuzione del cibo, portando a una crisi alimentare mondiale che continua a colpire in modo sproporzionato le nazioni più povere e le persone razzializzate. Nel 2022, è stato oltremodo chiaro qual è il prezzo devastante di una crisi climatica fuori controllo. Alluvioni, siccità, ondate di caldo e incendi hanno causato morti, perdita di alloggi e mezzi di sostentamento, oltre a una crescente insicurezza alimentare. Eppure, di fronte a questi disastri, quando i leader si sono riuniti in Egitto per la Cop27, non sono stati in grado di prendere le misure necessarie per contenere l’innalzamento della temperatura globale al di sotto della soglia di 1,5 °C. Gli stati si sono inoltre rifiutati di affrontare la causa principale del riscaldamento globale: la produzione e l’uso di combustibili fossili. Il 2022 potrebbe essere stato un anno di svolta per l’ordine internazionale. Di sicuro c’è stato un rinnovamento dell’Alleanza atlantica, con un livello di cooperazione tra gli Usa e le altre potenze occidentali che un anno fa, sulla scia del caotico ritiro dall’Afghanistan del 2021, sarebbe stato difficile da immaginare. Ma non c’è stata una svolta sul fronte dei diritti umani. Anzi, la discesa è proseguita fuori controllo. L’aggressione compiuta dalla Russia è servita a destabilizzare ulteriormente un sistema multilaterale internazionale già indebolito da decenni, in cui potenti stati hanno violato nell’impunità il diritto internazionale. La guerra ha distolto risorse e attenzione dalla crisi climatica, da altri conflitti di lunga data e dalla sofferenza umana in tutto il mondo. La risposta dell’Occidente all’invasione russa dell’Ucraina ha anche messo in luce i suoi doppi standard e le sue reazioni incoerenti di fronte a molte altre violazioni della Carta delle Nazioni Unite. Questo ha, a sua volta, alimentato ulteriormente instabilità e impunità. Se c’è qualcosa che la guerra di aggressione della Russia insegna per il futuro del mondo, è l’importanza di un ordine internazionale basato su regole efficaci e applicate con coerenza. Coloro che guidano la coalizione a sostegno dell’Ucraina devono intensificare gli sforzi e collaborare con gli altri, per rinnovare l’impegno verso un sistema internazionale che sia a beneficio della maggioranza della popolazione mondiale. Nel 2023 ricorre il 75° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, un documento nato dalle ceneri di una guerra mondiale. Non aspettiamo che il mondo bruci ancora una volta per vivere davvero secondo le libertà e i princìpi che abbiamo conquistato al prezzo di milioni di vite. Il 2023 deve essere il punto di svolta per la difesa dei diritti umani: se i leader mondiali non andranno in questa direzione, sarà un tradimento che potrebbe portare il mondo verso l’abisso.
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