anno XXI, n° 1 - 26 gennaio 2018

L'editoriale
24.01.2018

di 

Claudio Carrer

L’iniziativa “No Billag” è talmente assurda, anti-svizzera, anti-storica, anti-democratica e autolesionista, che i suoi fautori, in vista della votazione del 4 marzo prossimo, devono ricorrere alla menzogna sistematica e ad argomentazioni ridicole per difenderne i contenuti. Contenuti che sono peraltro molto chiari e che non lasciano spazio a interpretazioni: No Billag prevede, oltre all’abolizione del canone radiotelevisivo, il divieto di qualsiasi forma di finanziamento pubblico di emittenti pubbliche e private a partire dal 1° gennaio 2019, che si tradurrebbe nella chiusura immediata della Ssr e di moltissime radio e tv private. Uno scenario semplicemente catastrofico, che renderebbe la Svizzera un paese povero, sia per i danni economici (in gioco vi sono 13.000 posti di lavoro e le sorti di centinaia di aziende private che collaborano con la Ssr), sia per i danni culturali e sociali che ne deriverebbero.

Articoli

Criminalità finanziaria
24.01.2018

di 

Francesco Bonsaver

«Così facevano tutti» si è giustificato Oliver Camponovo, fiduciario ticinese al processo che lo ha condannato a tre anni di pena per aver favorito nella sua attività professionale personaggi di spicco della criminalità organizzata, nello specifico la ’ndrangheta. Camponovo si riferiva ai sistemi adottati dalla piazza finanziaria ticinese per riportare alla luce capitali in nero, frutto di evasione fiscale nel migliore dei casi, ma anche di provenienza criminale.

La protesta
24.01.2018

di 

Anna Luisa Ferro Mäder

Come fanno i giornali a sapere tutto? Se ci riescono il merito in Svizzera è dell’ats, l’Agenzia telegrafica svizzera. Vale a dire una squadra di circa 150 giornalisti che a turni 24 ore su 24 e sette giorni su sette sforna centinaia di notizie sugli avvenimenti quotidiani nelle tre lingue nazionali. Martedì scorso per tre ore tutti hanno scioperato in segno di avvertimento per difendere il loro posto di lavoro, ma anche un servizio pubblico sempre più in pericolo.

Amazon arriva in Svizzera
24.01.2018

di 

Federico Franchini

Amazon sbarca in Svizzera grazie ad un accordo siglato con la Posta. Non si sa ancora nei dettagli quando, ma l’arrivo del gruppo di Jeff Bezos dovrebbe concretizzarsi nel corso del 2018. Non si tratta di una novità assoluta: possiamo già ordinare su Amazon dalla Svizzera, tramite un sito estero, pagando separatamente le tasse doganali. Ma con la creazione di amazon.ch, la multinazionale americana rafforzerà la sua presenza nella Confederazione.

Un anno di Trump
24.01.2018

di 

Martino Mazzonis

Ha vinto facendo il matto ma una volta entrato alla Casa Bianca, pur mantenendo uno stile originale, tornerà nei ranghi. A Washington, i repubblicani si raccontavano che sarebbe andata così. Sbagliavano: l’anniversario del primo anno di presidenza Trump è stato celebrato da due giorni di default del governo dopo che repubblicani e democratici non si sono messi d’accordo per votare l’emendamento che innalza il tetto del deficit.

Italia verso le elezioni
24.01.2018

di 

Loris Campetti

Sesto San Giovanni, Monfalcone, Torino, Genova. Sesto con la Breda, la Falk, la Marelli era la Stalingrado d’Italia, Monfalcone con i suoi cantierini era più rossa della Jugoslavia di Tito, Torino era la classe operaia italiana per eccellenza, nord e sud uniti nella lotta e la croce su falce e martello. Genova e i camalli del porto che indossano ancora le magliette a strisce della rivolta antifascista del 1960. Le roccheforti della sinistra sono crollate alle ultime elezioni come castelli di sabbia, senza essere bombardate, il nord è smottato, il campo viene occupato dal nemico.

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