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L'editoriale | 08.11.2018 |
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Difesa della democrazia diretta, rafforzamento della sovranità svizzera e della libertà di decidere autonomamente senza alcuna ingerenza da parte dei cattivi “giudici stranieri”. È con slogan di questo tipo, cioè con affermazioni false e ingannevoli, che l’Udc cerca di conquistare consenso attorno alla sua iniziativa popolare detta “per l’autodeterminazione” in votazione il prossimo 25 novembre. Un’iniziativa che per onestà andrebbe definita “per l’autodistruzione”, perché una sua accettazione produrrebbe un indebolimento generalizzato dei nostri diritti fondamentali di cittadini e di lavoratori e minerebbe la nostra democrazia. |
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Articoli |
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La mobilitazione degli edili | 08.11.2018 |
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Ancora una volta i numeri rendono meglio l’idea delle parole. Dopo le imponenti manifestazioni d’ottobre degli edili a Bellinzona e Ginevra, che hanno dato il via alle mobilitazioni regionali per il rinnovo contrattuale, l’indignazione operaia alla rivendicazioni padronali si è diffusa a macchia d’olio alle altre regioni del Paese. |
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Studio Uss | 08.11.2018 |
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Gli stipendi alti, quelli molto alti, negli ultimi venti anni sono cresciuti della metà (47%), mentre quelli medi del 16%. È uno dei dati centrali emersi dallo studio dell’Unione sindacale svizzera sull’evoluzione dei redditi da lavoro in Svizzera. E poiché l’aumento dei salari nominali non equivale matematicamente ad avere più soldi in tasca, perché le spese aumentano più velocemente, lo studio analizza anche la variazione del potere d’acquisto nel corso degli anni tra le varie classi di stipendio. |
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Iniziativa "giudici stranieri” | 08.11.2018 |
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Per l’Udc (ma è l’unica a sostenerlo), approvando l’iniziativa “Il diritto svizzero anziché giudici stranieri” faremmo un favore alla democrazia diretta e aumenteremmo le nostre libertà. Una proposta allettante, non fosse che una vastissima alleanza raccomanda di respingere l’iniziativa proprio per non perdere le nostre libertà e la garanzia dei nostri diritti fondamentali. |
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Elezioni USA 2018 | 08.11.2018 |
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Come sempre, i risultati delle elezioni Usa che non siano le presidenziali vanno letti in molti modi: bisogna guardare alla mappa e ai voti assoluti, a chi ha votato (neri, bianchi, giovani, vecchi) e ai voti percentuali. Questo ultimo numero è impressionante: i democratici hanno ottenuto il 7% in più dei repubblicani. Ma in un sistema maggioritario questo non si traduce in seggi vinti e posti da governatore. Non al Senato, almeno. |
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Elezioni in Brasile | 08.11.2018 |
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Il trionfo della destra. Peggio di così non poteva andare. Un delitto (o un suicidio?) perfetto. Cominciato nel 2014 con l’operazione “Autolavaggio” del giudice Sérgio Moro mirata, almeno in una prima fase, solo (solo) contro la corruzione di Lula e del governo del Pt; proseguito nel 2016 con il golpe soft del parlamento contro la presidente Dilma Rousseff; poi con il governo del (corrottissimo) Michel Temer che cominciò a smantellare l’impalcatura sociale del lulismo; quindi con la condanna e l’arresto di Lula ai primi del 2018. |
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