anno XX, n°4 - 17 marzo 2017

L'editoriale
16.03.2017

di 

Raffaella Brignoni

«Il procuratore pubblico Antonio Perugini mette in stato d’accusa dinanzi alla Pretura penale del Canton Ticino Alaimo Lillo, D’Agostino Libero, Pianca Stefano e Guenzi Patrizia ritenuti colpevoli». Il primo, il direttore responsabile del Caffè, ritenuto colpevole di ripetuta diffamazione e di infrazione alla Lf contro la concorrenza sleale; mentre vicedirettore, caporedattore e redattrice del domenicale sono condannati “unicamente” per il secondo capo d’imputazione. Il proclama non è stato affidato all’ultimo degli sbandieratori, ma i quattro decreti d’accusa sono stati diffusi a mezzo stampa direttamente da Fulvio Pelli, presidente della Clinica Sant’Anna, la quale ha sporto querela contro i giornalisti. Una sorta di trofeo da esibire con tanto di commento: “Finalmente”. E che serva da monito a tutta la categoria, aggiungiamo noi, cari giornalisti. Perché ora lo dice il magistrato – accogliendo velocissimamente la denuncia di ex politici che ora siedono nel CdA della clinica – quanta verità è concessa pubblicare ai giornalisti. Aspettiamo, a questo punto, la posologia di quanti articoli sia possibile scrivere su un argomento, ma soprattutto il processo. Che farà luce su che cosa significhi, o non significhi, la libertà di stampa in Ticino.


Articoli

Malaffare
16.03.2017

di 

Francesco Bonsaver

L'arresto del titolare-direttore dell'agenzia di sicurezza Argo 1 scoperchia la superficialità del Dipartimento di Paolo Beltraminelli nell'attribuire dei mandati a ditte sconosciute purché siano a prezzi stracciati, con buona pace dello sfruttamento del personale, della concorrenza sleale, della qualità delle prestazioni e dei richiedenti l'asilo che lo subiscono. In modo molto anomalo, tutto è stato taciuto al Governo, Gran consiglio e ai cittadini.

 

Sicurezza privata
16.03.2017

di 

Raffaella Brignoni

Mettiti la divisa. No, dai la stella da sceriffo no, non è Carnevale. Però con poco puoi creare una società, metterti in uniforme e girare per le strade a fare il vigilante e “garantire” la sicurezza. Rambo, no Argo. E i bravi, come don Rodrigo, puoi pagarli tre soldi e una cicca. A chi è assicurata la nostra sicurezza? Per favore, che qualcuno chiami la polizia: non ci sono soldi per potenziarla? D’accordo. Diamine, allora che intervenga lo Stato. No, neppure quello, che ha messo la firma su contratti capestro legittimando il dumping a ditte ambigue. E qualcuno prende pure le botte. Allora che la società civile si interroghi sui tagli nel settore pubblico per dirottare le risorse ai privati. E sugli interessi di chi ci amministra.

Trasparenza
16.03.2017

di 

Federico Franchini

Il Consiglio federale vuole escludere dal campo di applicazione della legge sulla trasparenza (LTras) tutti i documenti relativi alle procedure di appalto della Confederazione. Lo si deduce dal messaggio concernente la revisione totale della legge federale sugli acquisti pubblici (LAPub), adottato dal Consiglio federale lo scorso 15 febbraio. Se il Parlamento si allineerà a questa decisione, per la popolazione e i media non sarà presto più possibile ottenere i documenti per valutare come le autorità gestiscono il denaro dei contribuenti nell’ambito di acquisti di beni e servizi.


Esteri
16.03.2017

di 

Loris Campetti

Dentro il trolley, niente di nuovo. Il viaggiatore può incollarci gli adesivi più improbabili – la foto di Gramsci o la parola “compagno” o il “noi” al posto dell’”io”– ma dentro c’è sempre e solo un toscano arrogante, corpo estraneo alla tradizione democratica italiana, persino a quella poliedrica democristiana.


Esteri
16.03.2017

di 

Giuseppe Acconcia

«Erdogan sta usando la crisi diplomatica per motivare i nazionalisti turchi a votare a favore del suo referendum», ha spiegato ad area Levent Cakir, giornalista del periodico Atilim e membro del comitato direttivo europeo di Hdk (Congresso democratico dei popoli). «Ma l’Europa questa volta potrebbe davvero scaricare il presidente turco dopo il voto», ha aggiunto. A poche settimane dal referendum costituzionale del 16 aprile che potrebbe estendere i poteri del presidente Recep Tayyp Erdogan, il clima in Turchia è di nuovo incandescente.

Rubriche

La mano invisibile
16.03.2017

di 

Silvano Toppi
Lavoro
16.03.2017

di 

Giuseppe Dunghi
Storia di classe
16.03.2017

di 

Pablo Guscetti
Eurovisioni
16.03.2017

di 

Roland Erne
Diario di classe
16.03.2017

di 

Anna Biscossa