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No all’innalzamento dell’età di pensionamento, no al taglio delle rendite del secondo pilastro, no all’aumento di una tassa anti-sociale come l’Iva. Il popolo svizzero è stato chiaro nella doppia votazione di domenica scorsa sulla riforma della Previdenza per la vecchiaia 2020 (PV 2020). E ora sarebbe bene che il Consiglio federale, il Parlamento e le forze politiche ne prendano atto, mettendosi immediatamente al lavoro per elaborare una riforma che garantisca solidità al nostro sistema previdenziale e ne migliori le prestazioni.
Lisa Bosia Mirra è stata condannata a 80 aliquote e una multa di mille franchi per aver favorito illegalmente l’entrata, il soggiorno e la partenza a 24 stranieri nell’estate 2016, quando i migranti respinti dalla Svizzera si erano accampati a Como. Il giudice Siro Quadri della Pretura penale del Canton Ticino ha dunque confermato la condanna contenuta nel decreto d’accusa emesso dalla procuratrice pubblica Margherita Lanzillo, contro cui la Bosia aveva ricorso.
Nel articolo che segue ci siamo focalizzati sul contesto in cui si svolti i fatti imputati a Bosia Mirra. Non perché consideriamo la sentenza irrilevante, ma nella convinzione che il verdetto definitivo lo formuleranno i posteri, quando giudicheranno in chiave storica il comportamento della società odierna nell’affrontare le ragioni del flusso migratorio, che di emergenziale ha solo l’incapacità di gestirlo.
Oltre 190.000 franchi di ore retribuite in nero, oneri sociali non pagati, turni di lavoro massacranti per supplire alle mancanze di personale, ripetute infrazioni alla legge sul lavoro, agenti di sicurezza non autorizzati a esercitare dalla polizia, lacune sul fronte sanitario nella gestione di malattie infettive quale tubercolosi, assunzioni forse raccomandate e pesanti indizi di riciclaggio di fondi di dubbia provenienza su cui sta indagando la magistratura. E per chiudere in bellezza, eufemisticamente parlando, maltrattamenti a un minorenne rifugiato.
Lavoro gratuito. Sì, agli operai la direzione chiedeva dallo scorso 1° luglio trenta minuti al giorno del proprio tempo da mettere a disposizione senza essere remunerato per l’azienda. Dall’inizio dell’anno aveva invece abolito i giorni per il recupero degli straordinari. Con uno sciopero, coordinato e sostenuto da Unia, i dipendenti hanno ottenuto l’annullamento di queste misure e la promessa di un Ccl per la fine del 2017.
Un atto di considerazione nei confronti della minoranza italofona? Senso di responsabilità istituzionale? Nulla di tutto questo: l’elezione del ticinese Ignazio Cassis in Consiglio federale è semplicemente il frutto della decisione di un Parlamento di destra in favore del più a destra dei candidati presentati dal Partito liberale radicale.
Nessuno può dire che cosa accadrà domenica in Catalogna. Per quel giorno è fissato il referendum sulla secessione dalla Spagna e l’indipendenza.
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