Il portaledi critica socialee del lavoro
di
Eleggendo il democentrista vodese Guy Parmelin, l’Assemblea federale ha scelto il male minore, il meno peggio fra i tre candidati ufficiali presentati dall’Udc per la successione di Eveline Widmer-Schlumpf in governo. Ma sicuramente il meno gradito dai colonnelli del partito che puntavano sul giovane consigliere nazionale Thomas Aeschi, uomo delle banche e delle multinazionali nonché fedelissimo del leader storico del partito Christoph Blocher. Ma questo è il prezzo che l’Udc paga per aver provocato oltre misura il Parlamento, in particolare con quella sua clausola statutaria – figlia dell’estromissione di Blocher e dell’elezione di Widmer-Schlumpf nel 2007 – che prevede l’espulsione di ogni eletto che non figuri tra i candidati ufficiali e che di fatto intacca la libertà di scelta dei parlamentari garantita dalla Costituzione.
Chiara è una giovane venditrice italiana che abita a pochi chilometri al di là del confine svizzero. Sa che cosa significa lavorare in un regime di flessibilità. Anzi, per dirla con lei, essere costretta a lavorare in un «situazione selvaggia». Chiara è commessa in una grande catena internazionale di moda: «Ho vissuto sulla mia pelle le conseguenze del pacchetto “salva Italia” creato dal governo Monti nel 2012. Un provvedimento che di fatto ha liberalizzato il terziario in maniera compulsiva: non sono state messe regole, ma tolte tutte quelle che c’erano» spiega la donna. E se togli le regole, vai a toccare i diritti e le conquiste dei lavoratori. Chiara, che si definisce ancora fortunata in quanto la sua realtà è sindacalizzata, descrive precisamente la situazione italiana: «Lavorare tutti i giorni, sempre, continuamente, di giorno e di notte. La domenica e il 25 dicembre i negozi devono restare aperti come se fosse la ricetta magica per ogni male. Ci hanno detto così si faranno ripartire i consumi, si creeranno posti di lavoro. Non è accaduto nulla di tutto ciò».
18 licenziamenti e una trentina di prepensionamenti o non sostituzioni di posti vacanti. Precari colpiti dal taglio del 3,5% delle tariffe imposte alle ditte esternalizzate. I risparmi da 5,5 milioni di franchi alla Radiotelevisione della Svizzera italiana (Rsi) si concretizzano nella semplice soppressione di posti di lavoro. Ignorate le 400 misure alternative proposte dal personale.
ll Trans Adriatic Pipeline (Tap) è un progetto di gasdotto che intende trasportare miliardi di metri cubi di gas da Shah Deniz, in Azerbaigian, fino in Puglia. È stato lanciato nel 2003 dalla Elektrizitäts-Gesellschaft Laufenburg (Egl), società elvetica oggi assorbita da Axpo, il gruppo pubblico appartenente a diversi cantoni della Svizzera tedesca. Un progetto controverso e pieno d'insidie, per proseguire il quale è stato necessario poter contare su buoni appoggi politici. Sostegni che la Confederazione non ha certo lesinato. Non senza qualche ambiguità.
Alla Rsi dal 1980, Maurizio Canetta è stato nominato direttore nel giugno dello scorso anno. A lui poniamo alcune domande sul piano di risparmi da 5,5 milioni di franchi.
Sindacato Unia
Claudio Carrer
Federica Bassi
Francesco Bonsaver
Raffaella Brignoni
Federico Franchini
Mattia Lento
Tariffe pubblicitarie
T. +4191 912 33 88info@areaonline.ch
T. +4191 912 33 80Formulario online
Impressum
Privacy Policy
Cookies Policy
© Copyright 2023