Il portaledi critica socialee del lavoro
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Settanta franchi al mese in più di Avs per tutti come contropartita all’innalzamento dell’età pensionabile delle donne da 64 a 65 anni, al taglio delle pensioni e a un nuovo aumento dell’Iva, la più antisociale delle tasse. Sta prendendo questa forma il progetto del consigliere federale socialista Alain Berset “Previdenza vecchiaia 2020”, che mira a riformare congiuntamente l’assicurazione vecchiaia (cioè l’Avs, il primo pilastro) e la previdenza professionale (cioè la pensione, il secondo pilastro) per assicurarne il finanziamento fino al 2030. Questo è perlomeno il “compromesso” scaturito dai lavori della Commissione della sicurezza sociale e della sanità (Csss) del Consiglio degli Stati e che pare mettere tutti d’accordo sotto la cupola di Palazzo federale, compresi i parlamentari del Partito socialista (Ps).
Tempi duri per le nuove generazioni. Se i giovani degli anni 70-80 avevano di fronte a loro un contesto del pieno impiego e la possibilità di sognare una società liberata dalla centralità del lavoro in favore di un maggiore tempo libero grazie ai progressi tecnologici, le nuove generazioni si confrontano con l’odierno precariato dei contratti temporanei, a tempo determinato, del lavoro su chiamata mascherato da part time e una disoccupazione giovanile dilagante. Il tutto condito da una progressiva «compressione dei costi della forza lavoro» (si legga riduzione degli stipendi) in una spirale infinita. A questo elenco si aggiunge oggi una nuova tappa: il lavoro gratuito, generalmente chiamato volontariato o stage.
Il lavoro non basta, ci sta dicendo chiaramente il mercato: lo dimostra il collasso dei redditi. L’illusione che bastava tirarsi indietro le maniche per avere un’esistenza dignitosa e partecipare alla vita pubblica è franata. Qualcuno deve avere barato. Si torna così a sognare la città ideale, la città utopica, una società dove ci sia posto per tutti partendo proprio dal concetto di lavoro. O meglio, separando il concetto di reddito da quello del lavoro. In Svizzera si vota per la prima volta sul “reddito di base incondizionato” ed è un rovesciamento culturale epocale.
Lugano 2036, ricorre il quindicesimo anniversario della salita al potere in Ticino della Triplice Alleanza, partito unico democraticamente eletto per far fronte a un sentimento d’insicurezza crescente, i cui cavalli di battaglia erano la sovranità popolare e l’affermazione dell’identità nazionale. Partito che, riforma dopo riforma, è arrivato a erigere un muro al confine con l’Italia per “proteggere” la popolazione ticinese.Un’ambientazione, quella scelta da Timothy Hofmann per il suo fumetto Corvi+Topi, che, per quanto surreale, per alcuni versi può suonare come una sorta di monito per il futuro. Con una buona dose d’ironia, oltre che un minuzioso lavoro di ricerca, attraverso il fumetto l’artista racconta anche della Lugano che fu e di questo periodo di transizione, immaginandosi come potrà essere il futuro. Intervistato da area, racconta del suo progetto e della vita da artista nel nostro cantone.
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