Il portaledi critica socialee del lavoro
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Gli uffici postali chiudono, le condizioni di lavoro del personale si deteriorano, gli impiegati precari aumentano, le tariffe crescono ma la qualità del servizio all’utenza peggiora. Il bilancio della liberalizzazione del servizio postale e delle politiche perseguite negli ultimi anni dalla Posta svizzera (dal 2013 società anonima di diritto pubblico) è desolante e sotto gli occhi di tutti. E anche per noi che facciamo informazione, e per voi che ci leggete, all’orizzonte non s’intravede nulla di buono.
Il massiccio aumento delle tariffe per la distribuzione dei giornali (6 centesimi a copia in tre anni) deciso dal gigante giallo rischia di mettere in ginocchio decine di testate, in particolare quelle a bassa tiratura e quelle indipendenti.
Il cimitero del sobborgo El Salto è spoglio, trascurato. Fa un gran caldo; la stagione delle piogge stenta ad affacciarsi e tutto intorno è polveroso. La tomba di Ramon Antonio Campos Larios, 57 anni, Moncho per gli amici, è ancora fresca. Ramon è la 71esima vittima dell’amianto della Nicalit S.A. di San Rafael del Sur, una cittadina di 20.000 abitanti (che raddoppia coi dintorni) situata fra Managua e, a un passo, la costa del Pacifico.
«Fino all’ultimo gli abbiamo chiesto di far sentire la sua voce», sussurra Guillermo, uno della Commissione ex lavoratori Nicalit che mi accompagna. «Ma niente; si era illuso che la dirigenza di quello che è rimasto dell’azienda, riconoscesse qualcosa a lui o alla sua famiglia».
Una buona e una cattiva notizia. La buona notizia è che a tre anni dallo scoppio del bubbone della mala edilizia nel cantiere del nuovo centro culturale di Lugano (Lac), gli ex operai hanno recuperato i soldi dovuti. La cattiva è che a pagarli saremo noi.
Pochi lettori, forse, ricordano il nome e la vicenda di Christoph Meili, che nel 1997, quando lavorava come guardia della grande banca Ubs, salvò dalla distruzione documenti sulle persecuzioni degli ebrei durante la seconda guerra mondiale. E ancor meno saranno coloro che si ricordano del poliziotto Kurt Meier, detto “Meier 19”, che nel 1967 portò alla luce un comportamento criminale all’interno del corpo di polizia di Zurigo. Ambedue sono stati i più famosi whistleblowers (informatori) svizzeri. Ed ambedue sono stati legalmente perseguiti a causa della loro onestà.
Obiettivi centrati. La difficile condizione vissuta dalle badanti che lavorano in Ticino è stata riconosciuta anche dalle alte autorità cantonali. Dallo scorso mese di agosto è stato messo a disposizione un appartamento d’emergenza per le lavoratrici del settore e sono state aperte delle antenne dove le badanti e le famiglie ospitanti possono ricevere informazioni.
Ocse e Ilo lo dicono a chiare lettere: la disoccupazione è in aumento nel G20 e quasi in tutto il mondo e nella crisi sistemica aumentano diseguaglianze e povertà. C'è chi se la cava e chi è messo peggio, e tra questi ultimi l'Italia è superata, in Europa, solo da Grecia e Spagna.
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