anno XIX, n° 2 - 5 febbraio 2016

L'editoriale
04.02.2016

di 

Claudio Carrer

“Sono solo poche mele marce in un sistema sano”. Di solito gli episodi incresciosi (anche della peggior specie) che coinvolgono agenti di polizia vengono “liquidati” con troppa faciloneria dai loro superiori e dai politici responsabili della sicurezza pubblica. Pensiamo in particolare al «numero considerevole di casi di soprusi commessi dalla polizia» che hanno una connotazione razzista o xenofoba e che oltretutto «spesso rimangono impuniti», come denunciava già una decina di anni fa l’allora relatore speciale dell’Onu sulle forme contemporanee di razzismo, raccomandando alla Svizzera un’«educazione più esaustiva» dei poliziotti «nel campo dei diritti dell’uomo, così da permettere loro di applicare le norme universalmente riconosciute in materia di diritti dell’uomo nel loro lavoro quotidiano».

Articoli

Socialità
04.02.2016

di 

Francesco Bonsaver

«Dopo tanti anni che vivo qui, per la prima volta non mi sento integrato. Sento di esser considerato, e trattato, come un cittadino di serie B». È l’amara constatazione a cui giunge un lettore di area dopo aver ricevuto a gennaio dal Cantone l’improvvisa lettera relativa all’assegno famigliare. «Da nostre informazioni, rileviamo che lei e la coniuge siete in possesso di un permesso B. (…) Pertanto a decorrere dal 1° gennaio 2016 non sussistono più i presupposti per poterle riconoscere il diritto all’assegno integrativo».
È solo una delle 400 famiglie vittime della modifica di legge sugli assegni integrativi e di prima infanzia inserita tra le pieghe del preventivo cantonale 2016 approvato dal Gran Consiglio il 16 dicembre scorso. Tra queste, un centinaio sono le famiglie monoparentali, secondo quanto comunicato ad area dai servizi cantonali competenti.

Vendita
04.02.2016

di 

Federico Franchini

«Se vogliamo salvare i commerci è indispensabile una liberalizzazione mirata degli orari. Deve essere il singolo commerciante, che conosce bene il giro dei suoi affari, a decidere se tenere aperto la sera o nei giorni festivi», così si esprimeva, sulle colonne de il Caffè, Enzo Lucibello, presidente della Disti, l’associazione della grande distribuzione. E il discorso, in questa campagna sul referendum promosso da Unia contro la nuova legge cantonale sugli orari d’apertura dei negozi, in votazione 28 febbraio, è sempre questo: il prolungamento degli orari sarebbe la condizione unica per salvare il commercio in Ticino. Ma di che commercio parla, il signor Lucibello? Sabato 30 gennaio sui quotidiani ticinesi è apparso un appello, sottoscritto da 300 piccoli commercianti, che si dichiarano contrari all’apertura prolungata dei negozi.

Lavoro
04.02.2016

di 

Raffaella Brignoni

Uno ha un lavoro e pensa di aver trovato l’America. Ma l’Eldorado non esiste neppure in Svizzera. Non c’entra che hai lavorato per 30 anni qui e nessuno ti può accusare di aver rubato qualcosa. Ma puoi trovarti veramente nei guai se a un certo punto subisci un infortunio e devi confrontarti con due normative e sistemi giuridici diversi. Hai lavorato, pensavi di essere al riparo, e all’improvviso resti per anni senza un soldo in tasca. L’odissea di Pasquale continua. Un’altra sentenza stabilisce che non ha diritto all’indennità Ai.

Esteri
04.02.2016

di 

Maurizio Matteuzzi

Come le donne di Almodóvar, la Spagna dopo le elezioni del 20 dicembre è sull’orlo di una crisi di nervi.
L’ipotesi di una Spagna “alla greca” è stata sventata. Una forsennata campagna politico-mediatica ha impedito a Pablo Iglesias (“populista”, “comunista”, “chavista”, “insolente”, “nichilista”, “golpista”…) di essere l’Alexis Tsipras iberico e a Podemos, il partito sorto sull’onda del movimento degli “indignati”, di diventare il Syriza spagnolo.


Rubriche

04.02.2016

di 

Silvano Toppi
04.02.2016

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Giuseppe Dunghi
04.02.2016

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Nicola Emery
04.02.2016

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