anno XIX, n° 1 - 22 gennaio 2016

L'editoriale
21.01.2016

di 

Claudio Carrer

“In Ticino nel settore del commercio del dettaglio sono andati persi 500 posti di lavoro nel corso del 2015 e se si vuole evitare che la situazione si aggravi ulteriormente bisogna sostenere la nuova legge sugli orari di apertura dei negozi in votazione il prossimo 28 febbraio”. Suona più o meno così l’appello lanciato alcune settimane fa dal direttore di Migros Ticino Lorenzo Emma e sistematicamente ribadito da tutti i rappresentanti della grande distribuzione e dai guru dell’economia cantonale quando sono chiamati a esprimersi sul fenomeno del turismo degli acquisti oltre frontiera, sulla crisi del settore, sugli effetti del franco forte eccetera. Si tratta di una tesi semplicemente ridicola, figlia di quella stupidità neoliberista che deforma la realtà, nel caso concreto per cercare di fare presa su un’opinione pubblica chiamata a decidere se estendere ulteriormente gli orari di apertura dei negozi ticinesi, cioè se fare un ennesimo regalo ai colossi della grande distribuzione, se peggiorare le condizioni di lavoro e di vita del personale di vendita e se infliggere il colpo di grazia ai piccoli commercianti, che sono il vero motore di questo settore.

Articoli

Votazione federale
21.01.2016

di 

Silvano De Pietro

La votazione sul raddoppio della galleria autostradale del San Gottardo del 28 febbraio prossimo è un grande imbroglio? La domanda è legittima non tanto per le argomentazioni sostenute dai fautori del secondo tunnel, sulle quali si può dissentire o convenire, quanto piuttosto per le riflessioni che la prassi della politica ispira e per i dubbi che suscitano le “capriole” dell’Ustra (l’Ufficio federale delle strade) sull’urgenza del risanamento della galleria, nonché per le recenti pratiche nella regolazione del traffico ai portali sud e nord della galleria.


Fisco e lavoro
21.01.2016

di 

Federico Franchini

Sede di importanti aziende della moda, il Ticino ha approfittato delle enormi ricadute fiscali generate da questo settore. In un recente rapporto, l’ong Dichiarazione di Berna (Db) parla di «cannibalismo fiscale», sostenendo che questi benefici siano stati garantiti dalle pratiche di ottimizzazione aggressiva sostenute dal Cantone. Facciamo una panoramica della situazione, in un contesto in cui gli statuti speciali fiscali di cui godono le multinazionali sono destinati a scomparire.


Il reportage
21.01.2016

di 

Emanuele Confortin

Accostiamo l’auto sulla minuscola piazzola posta a margine di una strada sterrata senza nome, poco lontano dal villaggio di Skočić e dalla carrabile per Zvornik. Siamo in Repubblica Srpska, entità territoriale della Bosnia ed Erzegovina a maggioranza serba. Poco più a valle osserviamo il corso della Drina, e più in là i primi centri urbani della Repubblica di Serbia. Attorno a noi si estende un minuscolo agglomerato di case abbandonate, in gran parte ricoperte da vegetazione spontanea fuori controllo.
Arriviamo da Tuzla assieme a Zijo Ribić, unico superstite di una famiglia di “rom neri”, musulmani, distinti dai ‘rom bianchi’ di fede ortodossa. «Questa è casa mia, ci vivevo con i miei genitori, le mie sorelle e il mio fratellino», spiega, soffermandosi su un edificio ormai fatiscente, oltre il ciglio della strada.

Turchia
21.01.2016

di 

Francesco Bonsaver

Digitando nell’archivio del Corriere della Sera la parola «Cizre», l’articolo più recente risale al 2005. Qualche notizia più fresca la si trova nell’archivio di Repubblica, il secondo quotidiano d’importanza nazionale italiano. Vi si trovano quattro articoli, uno del 7 gennaio, un reportage di novembre e un articolo riassuntivo in vista delle elezioni turche di novembre. Eppure a inizio settembre, i 120.000 abitanti di Cizre sono rimasti isolati per 9 lunghi giorni, senza luce, senza acqua e senza gas. Impossibile approvvigionarsi di cibo o medicinali. Le farmacie e panifici erano chiusi, i cecchini sui tetti pronti a sparare, le ambulanze ferme ai posti di blocco esterni alle città, gli ospedali inaccessibili. Uno “stato di coprifuoco”, così definito dal governo turco di Erdogan, in cui sono morte 22 persone. Nessun media mainstream di lingua italiana ha riportato questi fatti, salvo rare eccezioni.

Esteri
21.01.2016

di 

Loris Campetti

«Vogliono farci credere che il terrorismo dell’Isis sia un fenomeno islamico, inquietante ma estraneo. È una falsità, un’ipocrisia dell’Occidente: l’Isis è stato creato dall’Occidente e dagli Usa, e siccome non è una creatura autonoma dev’essere analizzato come effetto di una strategia ad ampio raggio». Per chi non si accontenta della verità propinata dal pensiero unico, una chiacchierata con Giulietto Chiesa può essere stimolante. Scrittore, giornalista militante (l’abbiamo intervistato alla vigilia di una mobilitazione contro la Nato di cui è tra i promotori) con una lunga storia da inviato e corrispondente nell’Urss e poi in Russia, Chiesa “fa scandalo”, cita Marx, rimanda il lettore al passato ricordando il ruolo della Trilateral o della P2 di Gelli per leggere il presente. Da qui le accuse un po’ facili di dietrologia.

Fisco e lavoro
21.01.2016

di 

Federico Franchini

Luxury Good International Sa (Lgi) è la più importante azienda del settore presente in Ticino. Appartiene al gruppo francese Kering, detentore di marchi  come Puma o Gucci. Proprio a Gucci è legato lo sviluppo del settore moda in Ticino. Era il 1996 quando la Gucci International NV, una società allora domiciliata ad Amsterdam, apre due succursali a Cadempino. L'anno successivo il gruppo vi installa la Gucci Sa, oggi Lgi Sa. In poco tempo la società diventa il centro di distribuzione mondiale della marca e si sviluppa sempre più, in seguito all'acquisizione da parte del gruppo di nuovi brand, come Bottega Veneta. Oggi, Lgi è considerata come il più grande contribuente del Cantone. 

Rubriche

20.01.2016

di 

Franco Cavalli