Wonder Woman non invecchia mai

Nel gennaio 1942, sulla rivista statunitense Sensation, appare una stravagante eroina a fumetti dalla doppia identità: è Wonder Woman, la Ragazza Meraviglia, versione al femminile del più celebre Superman. Creata da William Moulton Marston, psicologo di professione con l‘hobby dello scrivere, e disegnata da Harry G. Peters, Wonder Woman si identifica civilmente sotto le spoglie di Diana Prince, una donna del tutto normale. Ma è nella metamorfosi della trasformazione in Wonder Woman il lato veramente interessante di questo fumetto e ciò al di là delle sue avvenenti sembianze estetiche. Dotata di una bellezza statuaria, dispone di superpoteri, di un‘eccezionale forza fisica e di un‘intelligenza non comune, tanto da poter affermare senz‘ombra di dubbio che mai come in questo caso il suo nome di battaglia le si attaglia alla perfezione. Tutto il primo periodo della sua vita di carta è vissuto all‘insegna di un evidente disprezzo degli uomini, visti come esseri inferiori, ma con incongruenze abbastanza evidenti che la vedono spesso legata, imbavagliata e perfino frustata con cadute in storie dal chiaro aspetto sadomasochista. Fortunatamente la lenta calibratura del character ha portato ad una visione più avventurosa delle vicende, sconfinanti decisamente nel meraviglioso e nel fantastico. Emblemi di questo nuovo corso sono il suo costume a stelle e strisce, succinto quanto basta per lasciar scoperte gambe e braccia, il suo aereo robot, i braccialetti magici e il laccio d‘oro: strumenti, questi ultimi due, che potevano avvincere e irretire gli uomini ma rivelarsi pure quali oggetti di sottomissione agli stessi. Il suo successo è risultato costante nel tempo, con una pubblicazione pressoché ininterrotta dagli esordi ai giorni nostri con numerose edizioni, oltre che negli Usa, in diversi altri paesi. Per moltissimi anni ha avuto una testata tutta sua, l‘albo Wonder Woman appunto, emigrando poi in altre riviste fino ad apparire insieme alla Legione dei Supereroi, con i quali agisce attualmente in un gioco di squadra che l‘ha un po‘ allontanata dal ruolo iniziale di protagonista solitaria. Il personaggio è stato oggetto di numerosissimi studi critici ed è pure stato adottato, forse un po‘ a sproposito, dal movimento femminista delle donne americane. All‘inizio degli anni ottanta la splendida Lynda Carter ha interpretato il personaggio di Wonder Woman per il piccolo schermo in una lunghissima serie di telefilm, prodotti dalla rete statunitense Abc.

Pubblicato il

08.03.2002 12:30
Antonio Carboni