Voto socialista malgrado i socialisti

L'ho già fatta, la battuta, tra il serio e il faceto: "Voto socialista malgrado i socialisti". Tuttavia, negli ultimi anni, troppe volte non era più una battuta, ma triste realtà.
Vi ricordate come è partita bene, a livello federale, la penultima legislatura? I partiti borghesi avevano subito delle sconfitte cocenti nelle votazioni popolari sul Pacchetto fiscale, su Avanti più, sul diritto di locazione, sulla riforma Avs e sull'assicurazione maternità. Tuttavia era fuori luogo il tono trionfante dell'allora presidente Hans-Jürg Fehr quando scrisse, nella sua lettera ai membri del partito: "abbiamo raggiunto tutto". I socialisti, purtroppo, non avevano saputo far fruttare i loro successi, e verso la fine della legislatura il partito o non era in chiaro sulle sue idee guida, o non sapeva comunicarle. Nonostante ciò, un buon anno fa, Hans-Jürg Fehr fece ancora un annuncio trionfalistico a sproposito, quando strombazzò ai quattro venti che il Pss sarebbe diventato il partito più forte. Il presidente non fornì tuttavia delle valide motivazioni per cui le cittadine e i cittadini avrebbero dovuto votare socialista; la campagna elettorale era fiacca, mancavano chiarezza ed entusiasmo. Il risultato è stato ancora peggio dei sondaggi preelettorali: le elezioni nazionali dell'ottobre 2007 si tramutarono in una sconfitta bruciante. Adesso, Christian Levrat, il nuovo presidente, vuole dare una nuova impostazione ad una politica socialista più efficace e ambisce a riconquistare i ceti meno abbienti, caduti nelle grinfie dei populisti.
Anche a livello cantonale, i socialisti possono mettere a dura prova i loro membri e simpatizzanti. Ricordiamo il teatrino poco edificante dei vertici del Ps quando, per le elezioni del Consiglio di Stato di un anno fa, il Mendrisiotto propose un suo rappresentante quale candidato. Questa ed altre vicende creano l'impressione che all'interno del Ps sia decisivo essere il socialista migliore e più puro, ma contino meno le idee, l'innovazione e la comunicazione. Inoltre, a smascherare disfunzioni e malgoverno, troppo spesso non sono i socialisti; sarà un segno di rassegnazione, di un'indole troppo governativa, di mancanza di slancio?
La perdita di consensi, non di seggi, nelle elezioni per il Consiglio nazionale dell'anno scorso non ha impressionato il partito: ci volevano le perdite vistose nelle elezioni comunali di aprile a scuoterlo. Proprio in quel periodo brutto e delicato il Ps ha offerto uno spettacolo desolante con le candidature di diversi socialisti per l'elezione del secondo vicepresidente del Gran Consiglio. Il gruppo parlamentare aveva un anno di tempo per cercare una soluzione, ma non ci è riuscito. Nessuno dei due contendenti, Dario Ghisletta e Bill Arigoni, si è ritirato, neanche il tentativo di una diversa, terza, candidatura ha ottenuto successo. Dopo la rinnovata decisione del gruppo a favore di Ghisletta, Arigoni non ha avuto la signorilità di farsi da parte. Sono coscienti i protagonisti di questa farsa, quanto male hanno fatto a tanti uomini e donne socialisti, quanto danno hanno fatto al Ps?

Pubblicato il

06.06.2008 13:30
Beat Allenbach
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