Territorio

C’est magnifique! Schönes Panorama! E se la vogliamo dirla anche in russo, confidando nel traduttore, Фантастический. È davvero spettacolare il golfo di Lugano goduto dalle pendici del San Salvatore che, nonostante gli auspici di protezione della Confederazione, continua a crescere dal profilo edilizio. Dopo l’apertura in pompa magna sotto la montagna a Paradiso di un nuovo imponente hôtel extralusso, ecco che, a un paio di chilometri e nello stesso comprensorio, si vuole costruire un altro albergo nella zona pregiata del Morchino. La Stan, la Società ticinese per l'arte e la natura, ha interposto opposizione.

Il Monte San Salvatore è conosciuto nel mondo ed è l’emblema del paesaggio mozzafiato che ruota attorno al golfo di Lugano. Per quella vista c’è chi è disposto a pagare palate di soldi; per chi lavora nel settore dell’edilizia quella zona può trasformarsi in una miniera d’oro. Per dire, “The view”, l’albergo sopra il castello di Guidino inaugurato settimana scorsa da Michelle Hunziker con un grande battage mediatico, offre unicamente suites a partire da 500 franchi. Insomma, mica per tutti. Come non sono alla portata del cittadino medio gli appartamenti costruiti attorno alla costruzione alberghiera.


Se l’economia in questo modo può girare, perché no?, obietterà qualcuno... Non ci siamo forse capiti: il paesaggio è un bene pubblico, di tutti, e va preservato nella sua unicità e organicità contro il pericolo di urbanizzazioni disordinate, e a maggior ragione contro speculazioni, che andrebbero a depauperare per sempre il panorama.


Nella fattispecie, il Monte San Salvatore nel 1983 è stato incluso nell’Inventario federale dei paesaggi, siti e monumenti naturali di importanza nazionale (IFP) che meritano di essere protetti. È un auspicio dettato dal buonsenso e dalla presa di coscienza verso un bene, ci ripetiamo, della collettività. La Confederazione suggerisce e rende attenti, sta poi alla sensibilità e alla ponderazione degli interessi dei singoli Cantoni stabilire regole e restrizioni. Per il San Salvatore, che affonda le radici sul comune di Paradiso con qualche sconfinamento a Lugano, poche limitazioni. Anzi, i piani regolatori che si sono succeduti negli anni hanno portato, in controtendenza, a una maggiore edificabilità delle zone pregiate, consentendo affaroni ai proprietari le cui tracce si perdono nelle società anonime. Il risultato è “The view” al Guidino: da zona non edificabile inserita dalla Confederazione nelle zone verdi col decreto federale urgente del 1972, poi a R2 fino a diventare R5.


Il Guidino è andato, resta il Morchino. Qui la situazione di partenza è diversa: esiste già una costruzione (un’antica masseria a corte cui si aggiungono altri corpi fra cui un oratorio protetto quale bene culturale su un appezzamento di 75.000 metri quadrati), ma il pregio del sito e la vista spettacolare sono identiche. Per il complesso la “Fondazione Leo e Maria Crepaz Antonietti - Centro Morchino”, proprietaria del fondo, ha presentato una domanda di costruzione per la realizzazione, partendo dalla ristrutturazione del complesso architettonico, di un albergo biologico a tre stelle: 24 camere, ristorante con vista lago per 70 persone, piscina, autosilo di 22 posti auto più tredici posteggi esterni.


Prima del termine di pubblicazione, lo scorso 15 ottobre, la Stan ha inoltrato opposizione contro «la domanda di costruzione per l’edificazione di un albergo mediante il cambiamento di destinazione parziale o totale degli edifici che compongono il complesso colonico in località Morchino in territorio giurisdizionale di Paradiso e la realizzazione di un posteggio parzialmente coperto e terrazza con piscina sul fondo n. 744 di Lugano-Pazzallo». Di fatto, appare essere un’opposizione cautelativa per comprendere meglio il progetto firmato dall’architetto Raffaele Cavadini, di Muralto. La Stan – si legge nel documento – non si oppone di principio al riuso del complesso degli edifici, anzi «esprime un elogio nei confronti della proprietaria che ne vuole tramandare per lo meno l’immagine esterna».

 

A preoccupare la Società ticinese per l’arte e la natura «è piuttosto la mancanza di informazione necessaria circa i destini dell’ampia superficie agricola, per la coltivazione della quale saranno pur necessarie delle volumetrie per il ricovero di macchinari e attrezzature e per il deposito di materiali». Benedetto Antonini, vicepresidente dell’associazione, che raggiungiamo telefonicamente, spiega: «Il progetto, a nostro avviso, non corrisponde al Piano regolatore di Paradiso, il quale non ammette la riattazione di tutti gli edifici a scopo alberghiero. Inoltre, se i corpi adiacenti alla masseria vengono trasformati in camere, dove verranno messe le attrezzature per l’attività agricola e della vigna? Non vorremmo che spuntasse una successiva domanda di costruzione per i depositi dei macchinari. Occorre tutelare il sito per l’importanza paesaggistica che riveste e il disegno di ciò che si intende fare deve essere chiaro».


Nell’opposizione si pone anche l’accento sulle contraddizioni e le lacune del Piano regolatore che permette l’edificabilità in una zona  degna di protezione secondo la Confederazione.


Antonini non lo dice, ma lo scriviamo noi: non si possono certo fare i processi alle intenzioni, ma occorre restare vigili considerata l’importanza del sito. Si tratta di un bene non riproducibile che il Luganese, già vittima di un abbattimento selvaggio delle sue testimonianze architettoniche e paesaggistiche, non può permettersi di perdere. Ben venga chi controlla per la collettività.


Dal canto nostro ci chiediamo se la destinazione di albergo, che dovrebbe essere comunque accompagnata dalla costituzione di un’impresa sociale per il reinserimento professionale di un’utenza disagiata, risponda agli ordini costituenti della Fondazione in cui risulta iscritta la FBF Management Sa, di Paradiso, in qualità di ufficio di revisione, Fabio Stampanoni, presidente, Niccolò Lucchini, segretario e l’avvocato Pierfranco Riva, membro. Lo scopo a statuto infatti è – come recita papale papale il Registro di commercio – «la creazione e la gestione di infrastrutture socio-sanitarie, culturali o universitarie sui terreni donati dal fondatore e siti a Morchino (...)». Un albergo è forse altra cosa.

Pubblicato il 

22.10.15
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