Vietare il fumo non è una soluzione

L’altro giorno sentivo parlare due responsabili del personale sulla loro strategia contro il fumo. Uno di loro preconizzava non soltanto il divieto della sigaretta in tutti i locali di lavoro, ma anche di ridurre il salario dei fumatori poiché la loro produttività sarebbe inferiore rispetto a quella degli altri. Non contento delle sue affermazioni si è lamentato anche dei sindacalisti – tutti, secondo lui, dei fumatori incalliti – che si opponevano alle misure che intendeva imporre sul lavoro. Discorsi di questo tipo, purtroppo, sono frequenti e lasciano presagire una nuova caccia alle streghe che avrà l’effetto di distogliere, ancora una volta, l’attenzione dei colleghi dalle pericolose lacune in materia di protezione della salute sul lavoro e focalizzare tali mancanze su capri espiatori facilmente identificabili. Fumare nuoce alla salute…nessuno lo contesta. Anche il fumo passivo, oltre ad essere sgradevole, rappresenta un pericolo. I datori di lavoro devono impegnarsi a proteggere le loro e i loro dipendenti elaborando, in collaborazione con la commissione aziendale, un regolamento che permetta a tutti di lavorare in un’atmosfera esente da nicotina. Si tratta, tuttavia, di fornire simultaneamente ai fumatori degli spazi e delle pause per dare loro la possibilità di fare due o tre tiri senza doversi nascondere nei gabinetti o gelare su una terrazza. Fumare – contrariamente all’alcol – non influenza il comportamento. È un gesto non solo tollerato ma anche incoraggiato dalla società e, in ogni caso, da una fetta dell’economia che ne approfitta abbondantemente. Stigmatizzare i fumatori – riducendo, per esempio, il salario o vietando totalmente il fumo – potrebbe essere solo una prima tappa... Andando avanti di questo passo e al fine di favorire l’emergere del salariato perfettamente adattato ai bisogni dell’azienda, si prenderanno di mira i grassi – non è sano, non è estetico, sono lenti – gli omosessuali, i vecchi, i sindacalisti,… La sfera privata sarà osservata con la lente, con l'obiettivo di assicurarsi che il tempo libero serva a curare il corpo e lo spirito del lavoratore in modo tale da aumentare la sua efficienza, disponibilità, produttività… La responsabilità del datore di lavoro deve essere quella di proteggere i suoi impiegati dai malesseri e dai pericoli sul posto di lavoro. Ma ciò non deve rappresentare un assegno in bianco per imporre un modo di vita o per controllare le attività. Il sindacato deve chiaramente esigere per tutti i colleghi fumatori e non fumatori un ambiente di lavoro sano e… tollerante.

Pubblicato il

07.12.2001 13:30
Denise Chervet
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