Viaggiare in auto in Italia, occhio al sequestro del veicolo

Fin dai tempi in cui l’Inter di Helenio Herrera vinceva il campionato di calcio italiano e financo l’allora Coppa dei Campioni europea (erano gli anni Sessanta del secolo scorso) vi erano in Italia – specie in Lombardia – personaggi anche noti, come lo stesso “Mago Herrera”, che viaggiavano con auto immatricolate in Svizzera, ovvero nel Cantone Ticino, che ogni tanto venivano beccati dalla Polizia stradale andando a finire nella cronaca dei quotidiani locali.

 

Un fenomeno, quindi, quello di viaggiare in Italia con auto immatricolate all’estero, da parte di residenti nel Belpaese, che viene da lontano ma che negli ultimi lustri ha assunto dimensioni notevoli visto che – secondo gli esperti del settore – viaggerebbero per le strade italiane circa quattro milioni di vetture con targa straniera: per lo più immatricolate in Romania, Bulgaria e in altri Paesi dell’Est Europa ma anche in Germania e Svizzera. Auto, spesso, di grossa cilindrata che consentono ai loro utilizzatori (veri o finti proprietari che siano) di risparmiare su bollo di circolazione e assicurazione Rca oltre che di sfuggire all’occhio del fisco italiano.

 

Per evitare, o comunque limitare, questo tipo di truffa ai danni dello Stato italiano, ma anche le difficoltà di essere risarciti da eventuali danni subiti in Italia da persone o cose coinvolte in incidenti stradali causati da questi veicoli, il governo Lega/M5s nel 2018 con il Decreto Sicurezza ha introdotto nuove regole più stringenti che permettono di guidare in Italia veicoli immatricolati all’estero, solo da parte di soggetti non residenti in Italia oppure che vi risultano residenti da meno di due mesi (60 giorni).

 

Dall’introduzione di questa nuova legge – che può comportare una denuncia per contrabbando di auto, con tanto di sequestro del veicolo, e una multa pecuniaria per il conducente che può variare da 712 a 2.848 euro – ogni anno, specie nel periodo estivo, vi sono coinvolti anche turisti elvetici ed emigrati italiani che durante il loro soggiorno in Italia lasciano guidare il loro veicolo da parenti o conoscenti.

 

Anche questa estate i media hanno raccontato il guaio in cui si è trovata coinvolta una signora residente in Svizzera, al nord delle Alpi, che durante le vacanze in Umbria si è vista appioppare una multa di 1.450 euro e il fermo amministrativo dell’auto avendo lasciato guidare la sua auto, con targa della Confederazione, alla cognata residente in Italia e nonostante lei stessa fosse a bordo dell’auto ma come passeggera a causa di una slogatura alla caviglia. Cioè un comportamento che, chissà, in quanti di coloro che trascorrono le vacanze in Italia, hanno avuto in passato specie nei confronti di parenti o amici magari spinti anche da necessità del momento come malori o problemi fisici improvvisi oppure per aver bevuto un bicchiere di vino in più del dovuto. Ovvero un comportamento naturale di buon senso senza minimamente pensare di commettere un atto illegale con gravi conseguenze sia per il guidatore che per il proprietario del veicolo stesso. Ma così è nel Belpaese quindi, come recita un vecchio adagio, “uomo avvisato mezzo salvato”!

Pubblicato il

09.09.2021 10:28
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