Chi conosce la realtà del mondo del lavoro, perché la vive sulla propria pelle o perché quotidianamente si occupa dei problemi delle persone, sa perfettamente che gli interessi delle salariate e dei salariati si tutelano con il rafforzamento dei diritti e garantendo loro gli strumenti per esercitarli. Quelli che invece vogliono erigere barriere, dividere i “buoni” lavoratori (svizzeri o residenti) da quelli “cattivi” (perché migranti o frontalieri) sono più che altro interessati a rendere la manodopera ancora più ricattabile e meglio sfruttabile oppure a cavalcare le legittime preoccupazioni dei cittadini nel tentativo di trarne qualche vantaggio elettorale. I toni e i contenuti della campagna sull'iniziativa xenofoba dell’Udc “contro l’immigrazione di massa” che sfocerà nel voto di domenica 9 febbraio mostrano molto bene questo cinismo spinto. I promotori di questa iniziativa che vuole portare la Svizzera indietro di trent’anni facendo risorgere dalle ceneri il disumano statuto dello stagionale, per mascherare l’indole razzista della proposta tentano abilmente di far credere che in questo modo si risolverebbero le gravi distorsioni che investono il mercato del lavoro come la pressione al ribasso sui salari, la sostituzione della manodopera, la precarietà dilagante eccetera. Fenomeni alimentati dalle politiche filo-padronali e ostili ai salariati portate avanti proprio da questi stessi signori. Ancora più urtanti sono alcune recenti uscite del presidente dei Verdi ticinesi Sergio Savoia, che, alla disperata ricerca di consensi elettorali, fa sue le tesi dell’estrema destra e della Lega e si permette di sferrare attacchi a getto continuo contro esponenti della sinistra cantonale, rei di combattere la campagna di odio a cui lui prende parte. Sono attacchi ridicoli quelli del leader “eco-leghista”, che si erge improvvisamente a difensore dei salariati ticinesi. Una categoria di cittadini per la quale non ci risulta si sia mai speso particolarmente. Anzi. Pensando agli inizi della sua carriera politica negli anni Novanta in seno al Partito socialista, quando sgomitava per ottenere posti nelle liste elettorali, ci viene in mente la sua vergognosa campagna denigratoria contro l’ex consigliere nazionale Werner Carobbio, cioè contro una delle figure più autentiche della sinistra ticinese e uno dei più autorevoli portatori delle istanze della classe operaia. Guardando invece al presente, la mente corre alla scellerata iniziativa popolare promossa dal suo partito “Salviamo il Ticino”. Un’iniziativa dal titolo accattivante che viene venduta come uno strumento di salvaguardia dell’occupazione e contro le discriminazioni, ma che di fatto, proponendo salari minimi differenziati a seconda delle mansioni e del settore economico, è uno strumento che legalizzerebbe il fenomeno del dumping salariale. Sarebbe meglio che Savoia si limitasse a occuparsi di temi ambientali (cosa che sa fare anche bene). Sperando che non gli salti in mente di considerare gli stranieri come fonte di inquinamento.
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