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Vent’anni di Unia, un secolo di storie

Ecco “20 anni di forza. Unia dalla A alla Z, il libro enciclopedico che ripercorre scioperi, campagne, mobilitazioni e racconta figure storiche del più grande sindacato in Svizzera nato nel 2005

Il sindacato Unia esiste solo da 20 anni, eppure si ha la sensazione che esso sia molto più maturo rispetto a un giovane adulto. Certamente la storia di Unia comincia ben prima della sua fondazione, ma non è solo per questo. Questa sensazione nasce anche dal fatto, come afferma Nico Lutz, membro del comitato direttore, che «non si può prescindere da Unia quando si tratta di incidere sui processi collettivi principali che riguardano il Paese. Unia è un punto fermo nella società e nella politica svizzera». A volte l’organizzazione sindacale è percepita come un ostacolo da parte della classe dirigente – soprattutto quando la strategia è quella di erodere i diritti della classe lavoratrice o delle persone più deboli – ma nessuno può permettersi oggi di snobbare il sindacato più forte e grande del Paese.

 

Un viaggio dalla A alla Z  

Un nuovo libro curato da Marie-Josée Kuhn, Virginie Pilault e Anna Luisa Ferro Mäder, intitolato 20 anni di forza. Unia dalla A alla Z, presentato martedì a Berna, racconta la storia di un’organizzazione protagonista delle lotte sociali principali del Paese. La forma enciclopedica – un viaggio dalla A alla Z – passa in rassegna decine di campagne, iniziative, eventi, vertenze, persone. Ogni voce offre uno spaccato della molteplicità del sindacato e della sua capacità di incidere. I 20 anni di Unia, lo si nota anche dalla mole del libro (ordinabile qui), sono molto densi. Sono stati caratterizzati da continue lotte per migliorare i salari, i contratti collettivi di lavoro, a favore di pensioni dignitose. Unia è un sindacato che ha rotto con la tradizione della pace del lavoro e ha sostenuto numerosi scioperi nel corso degli anni: da quello storico delle Officine di Bellinzona a quello dei marinai del Lago Maggiore, passando per quelli del personale Smood, delle maestranze dello Schauspielhaus o dei giardinieri della Svizzera tedesca – soltanto per citarne alcuni. Tutti questi episodi sono raccontati nel libro attraverso fotografie, citazioni, documenti e testimonianze dirette raccolte negli anni da giornaliste e giornalisti delle tre redazioni di Work, L’Evénement syndical e area, i giornali nelle tre lingue nazionali editi dal sindacato Unia.

 

Dalla parte delle donne

Uno dei fili rossi che percorrono il libro è l’impegno femminista del sindacato. Unia è stata protagonista, tra le altre cose, dei due grandi scioperi femministi del 14 giugno 2019 e del 14 giugno 2023. L’organizzazione ha utilizzato tutte le sue forze per mobilitare migliaia di lavoratrici in tutta la Svizzera, offrendo risorse, materiali, visibilità e competenze alle manifestazioni. Nel libro vengono riportate interviste a delegate e segretarie sindacali che hanno vissuto in prima persona queste giornate storiche. I due grandi scioperi sono stati i momenti di punta di un processo di femminilizzazione del sindacato che è ancora in corso: Unia è oggi impegnata in settori e rami ad alta concentrazione di manodopera femminile – ad esempio le cure, le pulizie e la vendita – e si è battuta a più riprese su temi legati alla parità di genere. Occorre anche non dimenticare che da oltre un decennio, alla sua guida, c’è una presidente donna, Vania Alleva, e il suo comitato direttore è composto in maggioranza da donne.  

 

Non solo lavoro

Oltre alle vertenze sul lavoro, il libro dedica spazio anche all’impegno politico e civile di Unia. Voci quali «R come Razzismo» e «D come Diritti» raccontano le battaglie condotte contro le iniziative xenofobe e per la tutela dei diritti fondamentali. Unia si è sempre opposta con fermezza a ogni forma di discriminazione, difendendo la coesione sociale e opponendosi alle campagne che tendono a colpevolizzare o addirittura a criminalizzare i migranti o a dividere i lavoratori tra “svizzeri” e “stranieri”. Le testimonianze raccolte nel volume parlano di un sindacato che ha fatto della lotta contro il razzismo strutturale una parte della propria identità. Non ha avuto paura di esporsi, nemmeno quando era impopolare farlo, contribuendo così a rafforzare una cultura dei diritti nel Paese e a respingere alcune delle iniziative antistranieri volute dall’Unione democratica di centro.

 

Una solidarietà che non ha confini

Unia è anche raccontata come sindacato internazionale e internazionalista. La lettera «S come Solidarietà» mostra come l’organizzazione non si sia mai chiusa entro i confini nazionali. La solidarietà con altri sindacati – in Colombia, Bangladesh, Palestina, Sudafrica – è parte integrante della sua azione. Dalle campagne contro lo sfruttamento nella produzione tessile, al sostegno a movimenti democratici nei Paesi autoritari, Unia ha costruito ponti e alleanze in nome di una solidarietà globale. Questo spirito è particolarmente forte in un sindacato in cui una larga maggioranza di iscritti ha origini migratorie. La dimensione internazionale non è solo una scelta politica, ma una realtà quotidiana. Il libro 20 anni di forza. Unia dalla A alla Z non è una celebrazione retorica, ma un’opera corale che restituisce la complessità e la vitalità di un sindacato radicato nel presente e proiettato verso il futuro. Un sindacato costruito dal basso. Ogni voce – dalle lotte salariali alla difesa delle donne, dalle campagne antirazziste alla solidarietà internazionale – racconta un pezzo della storia recente della Svizzera.

 

 

 

NELLA FOTO: La presidente Vania Alleva con le redattrici del libro nelle tre versioni linguistiche

Pubblicato il

03.07.2025 08:56
Mattia Lento
Sindacato

«Un sindacato come Unia fa bene al paese e alla popolazione»

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