Vacanze "day after"

Vacanze finite, per alcuni finite per sempre. Vacanze last minute a prezzi stracciati in località da sogno, dove un giorno in albergo ti costa in un giorno quello che è lo stipendio di un mese del ragazzo che fa le stanze. E, ultima trovata, vacanze del “day after”. Diceva tutto la fotografia sul Blick dei due panzoni sulla spiaggia, già un po’ arrossati dal sole tropicale, con la birra in mano, e sullo sfondo, tra le palme, i segni dello sfacelo. O quella delle due ragazze in bikini sulla terrazza di un albergo, e pochi metri più in là, lo scheletro di un altro albergo sventrato dalle onde dello tsunami. Arriveranno i colleghi, con le foto delle vacanze più impressionanti che si siano mai viste. «Questo sono io sulla spiaggia dove fino a tre giorni prima il mare aveva depositato i corpi gonfi dei turisti sorpresi dall’onda di maremoto. Questo è il nostro bungalow, in quello là sono morti in quattro, un’intera famiglia. Lì c’era un pescatore che l’anno scorso ci portava nelle isolette vicine. È sparito con la sua barca, l’hanno visto travolto dall’onda che come un muro si avvicinava alla riva.» Serata a casa, con diapositive, per un horror show fra mare turchese e cielo azzurro. Non si può più viaggiare. È diventato immorale. Lo tsunami ha distrutto i paradisi che con la loro bellezza ci davano l’illusione che i soldi di noi turisti aiutassero gli indigeni a star meglio. Hai un bel lasciare qualche maglietta per i bambini e i tuoi blue jeans a quelle persone che ti sorridono senza malizia. La coscienza morde. E oggi a loro, che hanno perduto tutto, sembrerà di aver perso ancora di più. Perché molti di quei paesi si sono indebitati per costruire isole di svago dove vanno a svernare i ricchi occidentali. Dicono che i casi di sciacallaggio siano stati relativamente pochi, da quelle parti. In Europa invece, grazie ad Internet che diffondeva nomi e indirizzi dei dispersi, i ladri hanno potuto andare a scassinare indisturbati le case e fare piazza pulita. Nei centri di assistenza qualcuno avrà visto un bambino tanto carino che vagava solo, e ha pensato bene di portarselo via. Speriamo per adottarlo, le altre ipotesi sono agghiaccianti. Tutto va molto in fretta. Il peggio scaccia l’orrore che credevamo ci avesse segnato per sempre. La cronaca macina e sovrappone gli eventi: chi si ricorda più delle torri gemelle? New York in queste vacanze natalizie era piena di turisti e lo shopping impazzava; alla faccia della paura degli attentati. Del resto anche George Bush ha detto di non sapere dove sia Bin Laden, ha anche aggiunto: «e non mi interessa neanche tanto saperlo». E allora? Allora alegher: molletta sul naso per non sentire la puzza di morte e carta di credito in mano. Aerei e alberghi esotici, ristoranti e ragazze. “Money makes the world go round” cantavano i due protagonisti di Cabaret. Oppure? Oppure si va un paio di giorni in vacanza a Menaggio, così romantica d’inverno!

Pubblicato il

14.01.2005 12:30
Cristina Foglia