Usa, benvenuti nel paese dell’ex libertà

Se decidete di andare in vacanza negli Stati Uniti munitevi di pazienza. Sono finiti i tempi dei controlli rapidi e sbrigativi. Il primo impatto è all’aeroporto, dove bisogna essere pronti a rispondere alle domande dei doganieri, per non rischiare di venir espulsi col primo aereo in partenza. È successo a tanti svizzeri. L’ambasciata elvetica a Washington conosce decine di casi di persone che non hanno potuto entrare negli Stati Uniti perché i loro documenti non erano in regola. Un ragazzo è stato respinto perché in passato era venuto negli Stati Uniti con un visto turistico che durava tre mesi, ma era rimasto per molto più tempo. Una ragazza che veniva negli Stati Uniti per vivere con il suo ragazzo è stata mandata indietro perché voleva entrare come turista, mentre ci vuole un visto speciale. Recentemente, un gruppo di giornalisti francesi e britannici che volevano visitare una fiera come reporter sono finiti per 24 ore in una prigione californiana e poi sono stati espulsi perché volevano entrare come turisti, mentre dovevano avere un permesso per giornalisti. Non venite con un visto turistico per frequentare un corso di lingua perché anche in questo caso il vostro soggiorno durerà pochissimo. Le scuole devono infatti informare le competenti autorità su chi frequenta i corsi e non ammettono studenti senza documenti in regola. Non preoccupatevi comunque se si accendono le spie quando passate la barriera dei controlli. Capita spessissimo. Inutile innervosirsi. Meglio consegnare subito le scarpe per farle passare ai raggi x e attendere che una ispettrice o un ispettore vi esaminino per scoprire che a far scattare l’allarme è stato un semplice fermaglio per i capelli. Sono scene normali. Come è normale vedere lunghe code di persone in attesa. Non si può più arrivare all’aeroporto all’ultimo momento come avveniva prima dell’11 settembre e imbarcarsi sul primo volo in partenza. Per evitare perdite di tempo e il formarsi di lunghe code è vivamente consigliato fare attenzione a quello che si mette nel bagaglio a mano. I depositi degli aeroporti americani sono pieni di scatole stracolme di forbici, forbicine, taglia unghie e naturalmente i super amati e molto popolari coltellini svizzeri sequestrati a viaggiatori in partenza. Adesso vengono venduti all’asta su siti internet. Il controllo del bagaglio a mano è diventato ormai una procedura consueta. È ispezionato, per esempio, ogni volta che si entra in un museo. Quest’anno, in occasione del 4 luglio, la famosa spianata di Washington dove si tengono i festeggiamenti per il giorno dell’indipendenza era stata completamente transennata e per poter vedere i tradizionali fuochi d’artificio era necessario superare una delle 19 porte di controllo. La gente ha quindi dovuto fare anche lì la coda. Gli americani subiscono senza protestare le limitazioni della loro libertà. Dopo l’11 settembre hanno accettato le tante restrizioni decise dalle autorità per prevenire altri sanguinosi attentati. Viaggiano di meno. Città come Washington e New York hanno registrato un forte calo di turisti. Le scolaresche, per esempio, preferiscono non intraprendere lunghi viaggi, ma limitarsi a visitare località vicine a casa. Gli americani, che già in passato andavano poco all’estero, adesso ci vanno ancora di meno. Persino gli uomini d’affari cercano di limitare i loro spostamenti e le grosse imprese organizzano sempre più videoconferenze. Gli americani vengono meno in Europa, ma anche molti europei non sono più attratti come un tempo dal “paese della libertà”. Negli ultimi mesi molte compagnie aeree hanno ridotto il numero di voli proprio a causa del calo di viaggiatori. L’estate scorsa molti parchi nazionali avevano registrato meno turisti stranieri. È probabile che questo trend sia confermato anche quest’anno malgrado l’indebolimento del dollaro. Le autorità americane dal canto loro rendono sempre più difficile entrare negli Stati Uniti. Attualmente solo una trentina di paesi beneficiano della possibilità di entrare come turista negli Usa senza visto. I controlli comunque si fanno sempre più stretti. A partire da ottobre, per esempio, i turisti svizzeri o europei che vorranno venire in America dovranno disporre di un passaporto che sia leggibile elettronicamente. Il nuovo passaporto svizzero ha queste caratteristiche. Se avete quindi intenzione in autunno di venire negli Usa è tempo di rinnovare il passaporto, perché le domande sono molte e i tempi d’attesa lunghi. Chi non ha il nuovo passaporto dovrà chiedere un visto d’entrata. A partire dall’autunno del 2004 invece chi vuole entrare come turista negli Stati Uniti dovrà disporre non solo di un documento che si può leggere elettronicamente, ma che disponga anche di dati biometrici (impronte digitali e affini). Non invoglia certo a venire in America.

Pubblicato il

11.07.2003 03:30
Anna Luisa Ferro Mäder