Unia vuole far crescere la base

Oggi e domani i delegati del sindacato Unia si riuniscono per un Congresso straordinario a Losanna. Esso è di fatto il seguito del primo Congresso ordinario, tenuto due anni fa a Lugano. Ce lo presenta Renzo Ambrosetti, copresidente di Unia.

Renzo Ambrosetti, a giudicare dai temi all'ordine del giorno quello che si tiene oggi e domani a Losanna è un Congresso di Unia rivolto all'organizzazione, non all'esterno.
Sì, i temi principali sono delle modifiche statutarie e il progetto concernente i militanti (fiduciari).
Ma è anche un Congresso che arriva in un momento importante, la fine della crisi. Sarà l'occasione per lanciare dei messaggi all'esterno?
Il problema è che l'agenda del Congresso è già molto carica. Ci sarà posto solo per delle risoluzioni d'attualità: una per il sostegno allo Stato sociale colpito dalle conseguenze della crisi, una contro i licenziamenti per motivi sindacali e una contro il razzismo, tema che l'Udc userà nella prossima campagna elettorale. Ma al Congresso di Losanna prioritario sarà il rafforzamento della rete dei fiduciari nei rami profossionali e nelle aziende. Se riusciremo in questo intento negli anni a venire sarà la miglior risposta ai problemi della società.
Inizialmente era previsto un giorno di Congresso, poi se ne è aggiunto un secondo. In direzione siete rimasti sorpresi dalla quantità di proposte pervenute?
È la conseguenza del rafforzamento della democrazia interna e dei diritti di partecipazione dei fiduciari. Se si pongono questi obiettivi, è poi logica conseguenza che qualcuno compia i passi necessari per raggiungerli. Ne è un esempio la proposta della Sezione di Berna che chiede che il Comitato centrale sia composto di militanti.
A soli sei anni dalla nascita di Unia non sono un po' tante le modifiche statutarie sul tappeto? Tutti questi correttivi indicano che quando si è costruito l'edificio del nuovo sindacato si pensava ad un sindacato diverso?
No, direi che in sostanza la struttura come l'abbiamo pensata ha dato buona prova di sé. L'edificio così come è stato costruito è solido. Ora c'è una maggiore volontà della base di codecidere, limitando le prerogative dell'apparato. Le nuove proposte sono per aumentare la presenza di certi gruppi in questo o quel consesso e per accrescere per tutti le possibilità di partecipare attivamente alle decisioni del sindacato. Poi ci sono proposte che erano nell'aria da tempo. Quella ad esempio che vuole rimettere in discussione il diritto dei settori di designare i loro rappresentanti nella direzione, e questo in considerazione anche dell'ipotesi di ridurre il numero dei membri del Comitato direttore: si tratta di un'altra proposta che mira ad estendere la partecipazione democratica.
Le proposte di modifica, dopo il Congresso di Losanna, che iter seguiranno?
Visto che alcune proposte toccano elementi chiave dell'attuale organizzazione, per cui una decisione non può essere improvvisata, e visto che nella maggior parte delle regioni la discussione di fatto non è ancora avvenuta, si propone la costituzione di un gruppo di lavoro che valuterà queste e altre proposte che dovessero pervenire successivamente. A metà del 2011 si verificherà se e su quali proposte si sarà raggiunto un consenso tale da poter andare poi ad un successivo Congresso straordinario ad approvare queste modifiche ampiamente condivise. L'obiettivo è di avere gli statuti aggiornati per il Congresso ordinario previsto nel 2012. Come terminerà questo processo è impossibile da prevedere ora. Di certo ci vuole una vasta discussione nell'organizzazione, aperta a tutti. Il cuore del dibattito sarà stabilire il mandato che si darà al gruppo di lavoro. Il Comitato centrale è aperto ad una discussione sulle diverse opzioni, come dimostra la proposta generale all'indirizzo del Congresso.
Un'altra modifica significativa riguarda la maggiore attenzione che si vuole dare negli statuti di Unia allo sciopero.
Di fatto è una modifica formale. Negli statuti la materia è poco regolata, quasi tutto è demandato al regolamento. La proposta è di precisare meglio fin dagli statuti come Unia tratta la questione dello sciopero. Ma è certamente significativo che nello Statuto di Unia si voglia ora prestare una maggiore attenzione al tema dello sciopero.
Il Congresso discuterà anche del rafforzamento nell'organizzazione dei gruppi d'interesse, in particolare dei migranti. Con Aldo Ferrari è appena entrata una persona in più nella direzione di Unia con un background migrante. Ma anche lui, come Vania Alleva e Corrado Pardini, è di origine italiana. Non c'è un problema di rappresentatività anche di altre origini?
Chiaro. Ma questa è la logica conseguenza dell'evoluzione storica dell'immigrazione principale che si è avuto in Svizzera a partire dal secondo dopoguerra. Ora che l'immigrazione è cambiata si dovrà trovare il modo di evitare che non siano solo le nuove generazioni di italiani ad essere presenti nella direzione. Se penso ai colleghi provenienti da altri paesi, credo che da lì un giorno possa scaturire una proposta interessante per un loro rappresentante in direzione. Del resto le nuove migrazioni in certe regioni sono già ben rappresentate fra gli impiegati di Unia. E questa è una buona premessa.


Un processo lungo ma necessario

Il consolidamento della rete di fiduciari sarà il tema centrale del Congresso di Unia che si tiene oggi e domani a Losanna. L'obiettivo di tutto il processo è passare da un  sindacato gestito dall'apparato ad un sindacato guidato dalla base. Facciamo il punto alla situazione con Vasco Pedrina, segretario centrale di Unia e iniziatore del progetto.

Vasco Pedrina, per quale ragione dedicare quasi un intero Congresso alla questione dei fiduciari?
In origine il movimento sindacale è stato creato e costruito da dei militanti. Non da dei segretari sindacali. I lavoratori dedicavano una parte del loro tempo libero al lavoro sindacale. Poi, con il progressivo crescere dei sindacati nel corso del ventesimo secolo, questi hanno potuto permettersi di pagare uno stipendio ai loro funzionari. Ma in seguito, nei decenni di alta congiuntura successivi alla seconda guerra mondiale, l'impegno dei militanti s'è progressivamente affievolito a vantaggio dell'apparato sindacale.
Perché si è verificata questa supremazia dell'apparato rispetto alla base?
Sono molti i fattori che possono spiegare questa erosione della base: le mutazioni strutturali dell'economia che è passata ad una società di servizi, l'aumento dello stress sul posto di lavoro che ha lasciato meno spazio alla convivialità nell'impresa, la precarizzazione dei posti di lavoro, l'assenza di grandi movimenti sociali, la società dei consumi, il crescente individualismo, ecc… La conseguenza di questa evoluzione è che oggi la maggior parte del lavoro sindacale è svolto da dei segretari sindacali. È facile capire che un sindacalismo di questo tipo non può andare lontano. Negli ultimi anni siamo giunti ad un punto di rottura. Questo congresso è una tappa importante nella trasformazione di un sindacato di professionisti in un sindacato di nuovo guidato essenzialmente dai suoi membri. Il numero di fiduciari sui posti di lavoro e nelle nostre reti sociali dovrà al più presto almeno raddoppiare o triplicare…
Ma ci sono anche fattori interni al sindacato a frenare lo sviluppo della base.
Sì, l'evoluzione storica di cui ho parlato ha prodotto una cultura dell'organizzazione che non si può cambiare da un giorno all'altro. La costituzione di un sindacato di professionisti ha portato ad un potere eccessivo dell'apparato. Viceversa, per molti membri, e anche per diversi fiduciari, è comodo farsi servire dai segretari sindacali. Anche la paura di esporsi sui posti di lavoro ha la sua importanza. È tutta una cultura da rimettere in discussione.
Al Congresso ci sarà la proposta di creare un Comitato centrale (Cc) composto essenzialmente di militanti per applicare la democrazia dalla base.
Personalmente ritengo che le condizioni per un cambiamento così radicale non siano ancora date. Non abbiamo ancora un numero sufficiente di fiduciari che hanno la disponibilità e il formato necessari a questo compito, compresa la formazione e l'esperienza di militanza che conferisce prestigio. Dobbiamo avanzare a tappe per poter garantire una partecipazione più attiva dei militanti ai processi decisionali. Come presidente del Sindacato edilizia e industria (Sei) negli anni '90 mi sono battuto con successo per chiarire i ruoli rispettivi delle diverse istanze, quindi anche i ruoli rispettivi di funzionari sindacali e fiduciari. Questi ultimi devono poter assumere pienamente il ruolo di potere legislativo, in un certo senso devono essere il parlamento del sindacato (cosa che oggi avviene ancora in maniera insufficiente). L'esecutivo, la messa in opera delle decisioni nella gestione della quotidianità, deve restare fondamentalmente un compito dell'apparato. La confusione dei ruoli è sempre stata causa di tensioni e di problemi paralizzanti. Una delle chiavi della nostra nuova dinamica e dei nostri successi in questi ultimi 15 anni (anche in confronto ad altri sindacati che hanno mantenuto la confusione dei ruoli) è stata l'aver fatto chiarezza su questi ruoli.


Due giorni di intense discussioni a Losanna

Dopo il Congresso di fondazione nel 2004 a Basilea e il primo Congresso ordinario due anni fa a Lugano, quello che si tiene oggi e domani a Losanna è il primo Congresso straordinario di Unia. Sulle rive del Lemano sono attesi circa 400 delegati e 150 invitati. È un Congresso che i delegati a Lugano avevano deciso di convocare per evadere una serie di questioni statutarie che allora non era stato possibile discutere e per dare concretezza al processo di rilancio della rete di fiduciari che proprio a Lugano Unia aveva deciso di avviare.
La discussione sul ruolo dei fiduciari si baserà su un testo d'orientamento presentato dalla direzione e su una sessantina di proposte di emendamento. Il dibattito verterà in particolare sul ruolo dei fiduciari nel sindacato, sulla loro protezione sul posto di lavoro, sulla formazione, sulla rappresentanza dei giovani e delle donne, sulle facoltà di decisione dei membri e sulla democrazia sindacale.
Correlate al tema dei fiduciari sono molte delle questioni statutarie in agenda a Losanna. Diverse richieste di modifica degli statuti riguardano ad esempio la composizione dei vari gremi di Unia affinché la base vi sia adeguatamente rappresentata. Discussioni animate si profilano anche sulla regolamentazione dello sciopero e sulla posizione di Unia nei confronti del capitalismo.

Pubblicato il

03.12.2010 03:00
Christophe Koessler
Gianfranco Helbling