«Avere delle pensioni dignitose dei lavoratori del pubblico è nell’interesse di tutti i salariati del Cantone. Svuotare le casse pubbliche regalando soldi ai super ricchi, invece, li penalizzerebbe». È quanto afferma il Segretario regionale di Unia Ticino e Moesa Giangiorgio Gargantini, esprimendosi sugli importanti oggetti in votazione in Ticino il 9 giugno nel nostro Cantone, in particolare sulle misure di compensazione per le rendite pensionistiche versate dall’Istituto di previdenza del Cantone Ticino (IPCT) e sulla modifica della Legge tributaria. Giangiorgio Gargantini, perché Unia s’impegna nel difendere le pensioni IPCT, del settore pubblico? L’obiettivo è garantire condizioni pensionistiche dignitose alle migliaia di affiliati all’IPCT con misure compensatorie adeguate alla diminuzione del tasso di conversione. Ricordiamo che già dieci anni fa questi lavoratori subirono un drastico peggioramento delle rendite. Senza le misure compensatorie proposte, le rendite subirebbero riduzioni inaccettabili. Non solo per loro, ma per tutti i lavoratori. Nessun peggioramento ai diritti di una categoria ha mai portato a miglioramenti per altri salariati. Difendere i diritti dei lavoratori del pubblico equivale a difendere i diritti di tutti i lavoratori e le lavoratrici. Per questo siamo scesi in piazza al fianco di Erredipi alla manifestazione di mercoledì 22 maggio e diciamo Sì a salvare le pensioni degli affiliati IPCT. In Svizzera, tutti i datori di lavoro privati e pubblici hanno iniettato senza discussioni milioni per salvare le rendite pensionistiche dopo la riduzione del tasso di conversione, mentre in Ticino no. Come mai? Perché in Ticino c’è chi sfrutta politicamente la situazione particolarmente tesa nel mondo del lavoro cantonale, opponendo lavoratori contro altri lavoratori definendoli privilegiati. La strategia politica della destra e del padronato è di metterci gli uni contro gli altri per poter continuare indisturbati con le politiche di austerità e di riduzione dei diritti dei salariati. E per farlo, raccontano menzogne. Nel confronto con molte rendite del privato, le pensioni di IPCT son ben lontane dal poter essere definite privilegiate. I veri privilegiati sono coloro che sputano sentenze senza alcuna cognizione del mondo del lavoro, senza essersi mai sporcati le mani. Passiamo al secondo oggetto in votazione, la riforma fiscale. Anche in questo caso, perché Unia ritiene importante esprimersi? Finanze pubbliche e preventivi hanno delle ricadute importanti sui lavoratori. Per questo Unia ha sempre partecipato alle ultime mobilitazioni contro le misure di risparmio. Il 9 giugno voteremo su cinque misure fiscali di cui, è importante ricordarlo, solo due sono contestate. Le altre tre potranno essere rapidamente adottate dando seguito alle iniziative parlamentari già depositate. Nello specifico, Unia si batte contro i regali ai super ricchi, parliamo di redditi superiori ai 30.000 franchi al mese, e contro la riduzione di 1,66% dell’aliquota perché non porterà benefici alle classi medie e basse. Per un imponibile annuale di 50.000 franchi, il risparmio ammonterebbe a 63 franchi all’anno. Ma il danno economico dalla riduzione delle prestazioni, dei sussidi, degli aiuti mirati alla popolazione derivanti dallo svuotamento delle casse pubbliche, sarà molto più sostanzioso per il ceto medio-basso. La riforma va dunque bocciata senza indugio. Di quale politica avrebbero bisogno i salariati ticinesi? Nell’attuale difficoltà economica, ci vorrebbe l’intervento anticiclico dello Stato con investimenti che rilancino l’economia e accrescano il potere d’acquisto della popolazione. La necessità di investimenti statali nei servizi e nelle infrastrutture non è una teoria sindacale degli ultimi mesi, ma fa parte di quelle teorie economiche la cui efficacia è stata comprovata dalla storia. Ciò presuppone uno Stato forte, l’esatto opposto di quanto si è fatto negli ultimi decenni. Insistere oggi nell’indebolirlo con sgravi ai facoltosi mentre si chiedono sacrifici ai ceti medio e bassi, è incomprensibile. Altrettanto incomprensibile è la foga con cui gli ambienti economici la difendono. I precedenti sgravi e il decreto Morisoli furono benedetti dalle urne. Perché la votazione sulla riforma fiscale dovrebbe andare diversamente? Oggi la popolazione conosce le conseguenze di queste politiche sulle finanze pubbliche, siano esse cantonali o comunali. Il Preventivo 2025 si preannuncia ancor più devastante del precedente. La mobilitazione dovrà dunque essere ancor più forte. Una vittoria alle urne contro gli sgravi ai ricchi sarebbe un ottimo segnale per il futuro. Altro tema in votazione, il credito da 80 milioni per l’acquisto e la ristrutturazione della nuova sede del Palazzo di Giustizia. Qual è la posizione del sindacato? Per esser efficace, la giustizia ticinese deve disporre di mezzi e strutture adeguate. Ma non basta. Ci vuole la volontà. Ancora recentemente abbiamo denunciato la giustizia a due velocità, una giustizia forte con i deboli e debole con i forti. Molte, troppe, denunce di abusi sul lavoro restano ferme nei cassetti. È un asp etto ben più importante della qualità degli uffici per ridare dignità alla giustizia ticinese. Per questo motivo, Unia ha deciso di non fornire indicazioni di voto sul tema.
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