Oltre 200 mila firme raccolte in meno di tre mesi per il referendum contro la revisione della Legge sulla previdenza professionale (Lpp). Sono una valanga. Fra i cittadini svizzeri diffusa è l'avversione alla riduzione del tasso di conversione in rendite del capitale di cassa pensione. Nella storia della democrazia diretta svizzera analogo risultato in una raccolta di firme per un referendum si ebbe soltanto contro l'undicesima revisione dell'Avs. Che poi fu spazzata via in votazione popolare.
È certamente prematuro anticipare oggi cosa accadrà quando si andrà alle urne, alla fine di quest'anno o all'inizio del prossimo. Anche perché la campagna in vista della votazione sarà durissima. Rispetto all'Avs infatti ci sono in gioco colossali interessi privati, quelli delle compagnie assicurative che gestiscono i capitali dei lavoratori che non appartengono ad una cassa pensione autonoma. Sono cifre sbalorditive: su 20 miliardi di soldi raccolti nel 2007 con la previdenza profesisonale obbligatoria, le compagnie assicurative hanno dichiarato costi amministrativi (esagerati) per 1,3 miliardi e utili per 700 milioni. Logico che nella campagna referendaria metteranno un sacco di soldi – analogamente a quanto fanno le casse malati quando si mettono in discussione i loro privilegi.
Tuttavia lo straordinario successo della raccolta di firme contro la revisione della Lpp, che ha visto Unia e i sindacati dell'Uss affiancati dai partiti di sinistra ed ecologisti e da associazioni di difesa dei consumatori, è un segnale significativo. Vuol dire che una fetta importante e variegata della popolazione è stufa di vedere che le priorità della politica federale non siano i suoi bisogni quotidiani. È stufa che governo e parlamento si preoccupino di più di proteggere gli evasori fiscali che di garantire a tutti, in particolare agli anziani, un reddito dignitoso. È stufa di dover salvare con i soldi di tutti una banca che si è scavata la fossa da sola mentre poco si fa per rafforzare un'economia reale che dalle operazioni da gangster di quella e di altre banche è stata messa in ginocchio. Con enormi danni economici ed umani.
La campagna in vista della votazione sarà lunga e difficile. Conviene scaldare per tempo i motori. La benzina, quella già c'è. È l'indignazione popolare.

Pubblicato il 

10.04.09

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