Una vacanza da sogno

«È stata una vacanza perfetta, mangiato da dio, ci siamo abbronzati e abbiamo conosciuto dei romani, dei senesi, e dei milanesi SIM-PA-TI-CISSI-MI».
Pacchetto vacanza di sogno. Spiagge incontaminate, cibi genuini, musica tradizionale e ambiente tipico. Tutto il sapore del sud Italia , tutto compreso nel villaggio "See Residence and Resort", dove la spiaggia viene "pettinata" ogni mattina e il mare liberato dai sacchetti di plastica, dalle carte e dalle bottiglie.
Più in là, sullo sfondo, Rosaria, la donna che pulisce le camere. Fra un 'ora finisce il suo turno e passerà al supermercato a fare la spesa. Bottiglie di acqua e di Cocacola, l'ammorbidente in confezione offerta-doppia, il lisoformio per pulire la casa, così ogni microbo è sterminato e si può magiare per terra, come dice la pubblicità. E poi le patatine (suo figlio ne sgranocchia di  continuo mentre guarda i reality show),  pacchi di pasta, succhi di frutta e pomodori. Li coltivano nelle serre di plastica a cento metri da casa sua, sono gli stessi che partono sui camion a destinazione dei supermercati di tutt'Europa e che il sole lo vedono solo sull'etichetta della cassetta.
E quando li addenti hanno la polpa come congelata. All'albergo invece arrivano i pomodori dell'azienda agricola biologica vicina: l'hanno messa su due ex editori di Milano che si sono dati all'agricoltura.
Carica tutto sull'utilitaria. Forza che domani è domenica e se fa bello si va al mare. Tre ragazzini a spasso, occhiali a specchio e sigaretta fra le dita, consumano il  rito nel quale si sperimenta la costruzione della personalità. Jeans calati su fianchi troppo rotondi e troppo flaccidi per degli adolescenti, scarpe americane, gel a badilate sui capelli corti. Il loro modello sono i calciatori, guadagnano milioni e se la fanno con le miss e le vallette della Tv. Uno è suo figlio. «Speriamo che non cresca male, ma chi lo controlla? Io lavoro e suo padre non si vede mai».
Ai bordi delle strade, lungo le spiagge, nei giardini, i segni del progresso: bottiglie schiacciate di Levissima («Viene dalla Valtellina, è consigliata dai medici, a mio figlio ho fatto bere solo quella»). Sulla spiaggia un coccio di bottiglia di Heineken, i pochi cestini traboccano di resti di bivacco global: tovaglioli di carta, bicchieri e posate di una marca dal nome esotico. Usa e getta. Un po' più in là, in una rientranza rocciosa, un rifiuto organico decisamente local. «Ma cosa vuole, qui non ci sono gabinetti pubblici, e la nettezza urbana quando finisce la stagione turistica non passa più».
I bambini urlano, si divertono nell'acqua, le mamme li aspettano con l'asciugamano e la merendina in mano. Si alza un refolo. La carta vola e vola, fino alla spiaggia del See Residence and Resort. Qualcuno la raccoglierà e la metterà fra i rifiuti. Domattina Rosaria porterà il sacco al cassonetto.

Pubblicato il

06.10.2006 13:30
Cristina Foglia
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