Mettersi una vistosa spilla sulla giacca a favore dell’unione registrata per le coppie omosessuali il giorno in cui ci si presenta all’assemblea dei delegati del Partito radicale per esserne eletto alla presidenza è un gesto bello e nobile, coraggioso anche. Ma che non costa nulla. Lo ha fatto Fulvio Pelli sabato scorso quando è stato messo alla guida di quello che fu il partito fondatore della Svizzera moderna e che oggi è in pesante affanno. In effetti è facile a parole dichiararsi, come ha fatto Pelli, per una collaborazione con i socialisti in ambito sociale ma non in campo economico, dove la preferenza va ad un’alleanza con l’Udc. Molto più difficile è attuare questo proposito nella pratica. Perché la socialità costa, e per finanziarla si deve ricorrere ad una politica fiscale che non può essere quella dell’Udc. Assai presto dunque, quando dovrà passare dai gesti nobili alla pratica della politica concreta, Pelli si troverà a dover sciogliere questo nodo. E a scegliere in che campo stare. Dovrà dimostrare di veramente voler ritornare alle radici del suo partito, quelle che ponevano la coesione sociale come criterio su cui giudicare la fondatezza e la praticabilità di ogni politica economica: in tal caso dovrà staccarsi dall’Udc, il partito della disgregazione sociale. Oppure, se riterrà che una politica economica e finanziaria seria si può attuare solo con il partito di Blocher, non dovrà far altro che mantenere il suo partito sulla rotta che lo sta portando da una sconfitta popolare all’altra, dal pacchetto fiscale del maggio scorso alle recenti elezioni cantonali. Verrebbe da dire “affar suo”, se non fosse che la sciagurata decisione del centro di flirtare con l’Udc per recuperarne parte dell’elettorato costa molto alle fasce più sfavorite della popolazione. Ben altra attitudine sembra avere il Pdc sotto la guida di Doris Leuthard, novella Madonna pellegrina che sta compiendo il miracolo di riportare al successo il suo partito. E lo sta facendo grazie alla crescente chiarezza con cui lo sta smarcando proprio dall’Udc: a dimostrarlo, su tutti, la netta vittoria al primo turno dell’elezione suppletiva per il governo zurighese del suo candidato Hans Hollenstein (sostenuto dal Ps) contro l’Udc Toni Bortoluzzi (sponsorizzato dal Prd). E già sui media della Svizzera tedesca si ipotizza per il 2007 un’alleanza Pdc-Pss per costituire una maggioranza di centrosinistra in governo con due socialisti e due democristiani. A spese del Prd. Un’ipotesi tutt’altro che remota, visto il trend attualmente positivo del Pdc, una tendenza che Pelli deve ancora dimostrare di saper imprimere anche ai radicali. Il futuro del centro passa dunque dalla sua capacità di recepire le preoccupazioni della popolazione e non solo quelle dei filibustieri del liberismo sfrenato e della finanza d’assalto. Leuthard sembra averlo capito. Pelli, stando alle sue prime dichiarazioni da presidente, non ancora.

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11.03.05

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