Una settimana per i migranti

Esattamente a un anno di distanza dalla seconda edizione dei cosiddetti "stati generali" sull'immigrazione e l'asilo (8 settembre 2007, ndr), si è inaugurata la "Settimana dei/delle migranti", pianificata proprio in quell'occasione. Allora, ci si era posti come obiettivo concreto la realizzazione di una settimana d'azione dedicata alle persone migranti di qualsiasi status e provenienza, decentralizzata in tutta la Svizzera. Detto, fatto. L'apertura simbolica di quest'evento è infatti avvenuta lo scorso lunedì con una visita a Palazzo federale organizzata dai migranti stessi. Poi, molte altre azioni si sono svolte con successo in diverse città svizzere: teatri di strada, mostre, conferenze, dibattiti, proiezioni e numerose altre attività in programma culmineranno nella manifestazione nazionale di domani, 13 settembre a Berna.
Durante l'ultimo anno, i movimenti che lottano per i diritti dei sans papiers, hanno lavorato in modo coordinato, dinamico e costruttivo, puntando ad una maggior visibilità e sensibilità. Lo scopo comune è innanzitutto un cambiamento di prospettiva sul fronte della migrazione, in tutti i sensi. Parallelamente si sta lavorando alla costruzione di un sistema politico che tenga conto della situazione reale, agendo in modo pragmatico. La Settimana dei migranti, a cui hanno aderito le persone attive nell'ambito della migrazione e dell'asilo, segna l'inizio di una nuova fase di lavoro collettivo. La campagna "Senza di noi non funziona niente"(vedi box sotto), lanciata inizialmente dall'associazione Solidarités sans frontières, Sosf, (vedi box sotto), continua ora con nuovi slanci, nuove idee e forze. L'idea di uno sciopero generale dei migranti è solo una delle tante proposte che si stanno ventilando, con lo scopo di trovare soluzione ai problemi relazionati alla migrazione. Per approfondire il tema e capire quali sono le proposte concrete in questo ambito, abbiamo incontrato Balthasar Glättli, segretario generale di Sosf, attivo nel campo della politica locale e cantonale, in seno al gruppo dei Verdi zurighesi.

Balthasar Glättli, in quanto promotore di diverse campagne per un miglioramento delle condizioni di vita degli immigrati in Svizzera (e tra i coordinatori della Settimana dei migranti), quali sono le sue impressioni a caldo riguardo a questi giorni?
Credo che la Settimana dei migranti sia un punto davvero importante per il nostro movimento. Da una parte stiamo vivendo un momento di speranza e dall'altra ci troviamo  in una situazione favorevole; per questo motivo dovremmo approfittare di tale occasione per realizzare qualcosa di grosso. In questo momento la destra è debole come non mai, proprio ora tutti quei piccoli e diversi movimenti dovrebbero unirsi, poiché non esiste ancora un vero e proprio movimento unitario di migranti e rifugiati. Di fatto uno degli obiettivi principali di questa settimana è quello di rafforzare la rete già esistente e di creare delle alleanze tra le differenti categorie di migranti e rifugiati in Svizzera in modo da essere più forti insieme. Direi che ci si può aspettare molto, alcuni non ci credono, ma io penso che la rivendicazione portata avanti dalla campagna "diritto di soggiorno per tutti" (bleiberecht für alle) sia realistica, e sono convinto che si possa raggiungere una sorta di regolarizzazione collettiva. A mio parere tutto ciò porterebbe solo dei vantaggi, sia alle persone che vivono "illegalmente" nel nostro paese, sia alla nostra società in generale. Spero infine che questa settimana d'azione, compresa la manifestazione di sabato 13 settembre, aiuti a far conoscere in maniera più ampia la rivendicazione del diritto di  soggiorno per tutti.
In base alla sua esperienza, cosa ci può dire a proposito dei cambiamenti avvenuti nell'ambito della migrazione e dell'asilo negli ultimi anni?
Naturalmente quello che si può dire è che in tutti i campi, sia nel campo dell'asilo sia nel campo della migrazione, c'è stato un severo inasprimento delle leggi. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un deterioramento della vita quotidiana degli strati più vulnerabili della nostra società. Sul piano sociale abbiamo subito molti contraccolpi, per esempio sono stati fatti degli esperimenti nei confronti dei richiedenti d'asilo, per testare cosa è possibile fare per rendere loro la vita quotidiana il meno gradevole possibile. Queste misure vengono comunque applicate a tutte le persone che hanno bisogno di aiuti sociali.
Leggendo il dossier del settimanale DieWochenZeitung dedicato alla migrazione abbiamo appreso della sua proposta riguardo a una nuova politica migratoria. Di cosa si tratta?
La mia proposta è abbastanza semplice e parte dalla constatazione iniziale che da circa vent'anni dalla sinistra non arrivano più proposte, se non il cercare di contrastare la politica della destra. Parto quindi dal principio della libera circolazione delle persone. Si parla spesso di libera circolazione di beni e servizi e in questo caso il ruolo del mercato impone un consenso tra la destra e la sinistra; tuttavia quando si tratta di libera circolazione di persone si continua a fare una distinzione tra coloro che appartengono all'Unione europea e tutti gli altri. La proposta concreta è la seguente: ad ogni persona in grado di trovare un posto di lavoro in Svizzera, poco importa da dove venga, spetta il diritto di lavorare e di ottenere un permesso di soggiorno. Questo crea qualche preoccupazione per la sinistra poiché aumenta la  pressione sui salari. Io credo però che bisogna varare delle misure parallele in grado di garantire contratti di lavoro collettivi e salari minimi.
La sua proposta si riassume in quattro punti, quali sono?
Il primo punto prevede la libera circolazione per tutti coloro che trovano un posto di lavoro in Svizzera, siano essi provenienti da paesi dell'Unione europea o da paesi terzi. In due parole: un lavoro, un permesso. Il secondo punto propone di limitare l'acceso alle assicurazioni sociali con la garanzia di condizioni salariali minime e il pagamento dei contributi sociali. Il terzo punto è volto a garantire alle persone che si trovano in Svizzera da prima dell'entrata in vigore della nuova legislazione sull'asilo e la migrazione, un trattamento corretto e tutelarle da un'applicazione indiscriminata di queste nuove leggi. Il quarto e ultimo punto vuole rendere attrattivo il rientro nei propri paesi per tutte quelle persone che perdono il lavoro, rimborsando i contributi versati al momento del rientro.
Quando parla di "rompere i tabù della sinistra", a cosa si riferisce di preciso?
Il fatto è che sia la destra sia i padroni giocherebbero la loro parte in questo tipo di modello. La sinistra ha sempre avuto il timore di affrontare questa proposta poiché all'epoca lo stesso Blocher accettò di discuterne. Disse infatti di essere favorevole a sviluppare un modello in cui si sarebbe creata un'alleanza tra il mercato del lavoro, la domanda e il diritto ad un permesso di soggiorno. Una proposta che da una parte limita l'accesso alle assicurazione sociali, ma dall'altro non avrebbe effetti negativi sull'economia svizzera. I socialisti però l'hanno sempre vista con scetticismo.

Pubblicato il

12.09.2008 01:30
Paola Delcò