Una rivoluzione delle pensioni

Ulrich Grete, presidente del Consiglio di amministrazione del Fondo compensazione dell'Assicurazione vecchiaia e superstiti (Avs), auspica la soppressione dell'obbligatorietà della previdenza professionale, conosciuta come secondo pilastro, per rafforzare l'Avs. Grete, che lascerà il suo incarico a fine anno, ha rilasciato queste dichiarazioni in una lunga intervista apparsa sulla Neue Zürcher Zeitung di lunedì scorso. Grete osserva che la suddivisione della previdenza vecchiaia in due pilastri obbligatori genera costi inutili e non permette di raggiungere rendite dignitose per le persone che disponevano di bassi redditi nella vita lavorativa. La soluzione proposta sarebbe quella di potenziare l'Avs, trasformando da assicurazione obbligatoria in facoltativa l'attuale secondo pilastro. Secondo Grete, questa "rivoluzione" nel campo della previdenza sociale elvetica, permetterebbe di aumentare la rendita minima dell'Avs a 3mila franchi, al posto degli attuali 1900 franchi. area ne ha discusso con Rita Schiavi, membro del Comitato direttore del sindacato Unia.

Rita Schiavi, qual'è la posizione sindacale rispetto alle dichiarazioni di Ulrich Grete?
Il concetto esposto dal signor Grete di potenziare l'Avs trasformandolo nell'unico pilastro per i bassi salari è condivisibile. L'Uss aveva chiesto già due anni fa di potenziare l'Avs fino ad arrivare a coprire il minimo esistenziale di 3mila franchi. La differenza tra quanto proposto dal signor Grete e dall'Uss è che noi chiediamo venga mantenuta l'obbligatorietà del secondo pilastro per i redditi dai 45 a 80mila franchi, mentre secondo Grete questa dovrebbe essere facoltativa.
Perché mantenere l'obbligatorietà per questa fascia di reddito?
Oggi Avs e secondo pilastro garantiscono il 60 per cento del reddito precedente alla pensione. Ed è questo l'errore. Il 60 per cento di un reddito di 100mila franchi potrebbe bastare, mentre per chi ha dei salari inferiori non è sufficiente per sopravvivere. Per questo noi sosteniamo che fino a 3mila franchi di salario occorre garantire al momento della pensione il 100 per cento del reddito precedente. Per chi invece ha un reddito annuale tra i 45mila e 80mila, dovrebbe vedersi garantito al momento della pensione tra il 60 e l'80 per cento. In questo caso però la sola Avs non sarebbe sufficiente, da qui la necessità dell'obbligatorietà del secondo pilastro per questa fascia di reddito.
È sorprendente che il signor Grete esprima questo concetto?
Da una parte sì, ma d'altro canto sono in molti ad accorgersi che il secondo pilastro non corrisponde a quanto era stato promesso al momento della sua adozione. Lo stesso Grete afferma nell'intervista che alla popolazione è stato "venduto" il secondo pilastro come strumento di maggior garanzia di fronte allo sviluppo demografico. Ma ciò non è assolutamente vero. La demografia ha un effetto più importante sul secondo pilastro che per l'Avs. Inoltre, il secondo pilastro presenta rischi maggiori rispetto all'Avs. Basti pensare al fatto che la rendita del secondo pilastro è legata all'andamento della borsa, mentre l'Avs no. Da lì la difficoltà nel garantire le rendite basandosi sul secondo pilastro.
Grete evidenzia anche il vantaggio dell'unico pilastro dell'Avs sia proprio quello di non far dipendere le pensioni dagli umori della borsa…
È vero, perché l'Avs funziona sulla ridistribuzione diretta. Non ci sono quindi rischi finanziari in questo senso. Non solo, ma la ridistribuzione diretta ha il pregio di rinforzare il consumo interno, dando più sicurezza all'economia del paese. Molti analisti fanno inoltre notare come i fondi pensionistici abbiano immesso troppo capitale sul mercato, abbassando la resa dei capitali. L'abbondanza di capitali riduce la rendita dei capitali stessi. In Svizzera abbiamo troppo capitali provenienti dai fondi pensionistici, circa 500-600 miliardi, tanto che dobbiamo esportarli. Con le nostre casse pensioni stiamo finanziando la crisi finanziaria americana o la guerra in Iraq…
Grete sottolinea anche il problema dei costi amministrativi generati dal sistema pensionistico attuale fondato sui due pilastri obbligatori…
Sì, il signor Grete afferma giustamente che nell'Avs esiste una sola amministrazione, mentre le casse pensioni sono migliaia ed ognuna di loro ha dei costi amministrativi. Tutto ciò comporta una minore efficienza dal punto di vista della razionalità economica.
Vi è anche un problema di trasparenza nella gestione dei fondi pensionistici delle Casse pensioni?
Il problema si pone soprattutto nel caso delle assicurazioni. Le Casse autonome sono più trasparenti. Innanzitutto, vale la pena ricordare che le assicurazioni sono delle società anonime il cui obiettivo principale è far guadagnare gli azionisti. In secondo luogo, poiché non trattano solo fondi di casse pensioni, risulta difficile distinguere la gestione dei capitali pensionistici dai capitali delle loro altre assicurazioni.
Cosa risponde a chi paventa dei rischi per lo stato di salute delle casse Avs rispetto all'aumento degli anziani in Svizzera?
Lo sviluppo demografico per l'Avs non è mai stato un problema. Quello che conta è che i salari aumentino progressivamente, com'è stato il caso da quando l'Avs esiste. Gli unici momenti critici per la cassa Avs sono legati alla recessione economica. Nella crisi degli anni '70 ad esempio si sono persi circa 300mila posti di lavoro in Svizzera. In quel periodo la massa salariale complessiva del paese è diminuita, abbassando di conseguenza anche le entrate dell'Avs. La salute dell'Avs dipende dai salari e non dall'evoluzione demografica.

Pubblicato il

14.12.2007 02:00
Francesco Bonsaver