Lavoro & DignitĂ 

«Hanno colpito le persone più deboli e nel modo più subdolo. Questo fa male ed è inaccettabile. Molti ferrovieri si sono indignati. Lo testimoniano le settecento firme contrarie raccolte in due settimane». Angelo Stroppini, sindacalista del Sev, non nasconde l’indignazione provocatagli dalla recente decisione dei vertici Ffs di esternalizzare ai privati le pulizie delle piccole stazioni. Un’operazione di risparmio che porterebbe alla soppressione sul piano nazionale di 130-150 posti di lavoro d’interinali, in parte compensati dalla creazione di una cinquantina d’assunzioni con contratti Ffs per garantire il servizio nelle stazioni di media e grande affluenza. Il saldo resterebbe comunque negativo di poco meno di un centinaio d’impieghi.

 

In proporzioni più o meno simili le conseguenze occupazionali a sud delle Alpi, dove attualmente le pulizie delle 36 stazioni del territorio sono affidate a una decina di lavoratori interinali, mentre sette persone sono sotto contratto Ffs. Indipendentemente dalla differenza contrattuale, per tutti quel lavoro costituisce l’unica entrata finanziaria loro e delle rispettive famiglie. «Curano la pulizia e la manutenzione delle stazioni 24 ore su 24 – dal lunedì alla domenica, dal mattino presto fino a tarda sera. In breve, fanno sì che le stazioni siano curate sotto tutti gli aspetti» scrivono le stesse Ffs presentando il loro lavoro.


Per dare una cifra, ogni giorno in Svizzera puliscono una superficie di oltre 2 milioni di metri quadrati, corrispondenti a 325 campi da calcio, e 5mila metri quadri di toilette. Un mestiere quasi invisibile ma essenziale. Il biglietto da visita delle Ffs ai suoi utenti, come ha rimarcato il sindacato dei trasporti Sev.


«Si vuole risparmiare sulle spalle dei più deboli, rischiando di precarizzarli ulteriormente» commenta Stroppini. Già oggi esiste una disparità salariale e di condizioni lavorative tra gli interinali e i loro colleghi Ffs che svolgono le medesime mansioni. «Per noi è chiaro, le Ffs devono ritirare il progetto d’esternalizzazione e assumere direttamente il personale oggi temporaneo. Anche perché molti di loro lo svolgono da oltre cinque anni». Smentita, ancora una volta, la giustificazione del ricorso agli interinali per far fronte ai famigerati “picchi di lavoro”.


Una disparità che rischia di aggravarsi ulteriormente, col passaggio eventuale a una società privata di pulizie. Deprezzare il proprio lavoro a condizioni e salari peggiori, è una questione che lede la dignità. Una beffa concreta. I motivi son da ricercare nelle differenze di statuti contrattuali pur esercitando la medesima funzione.  


Nel ramo pulizie a livello cantonale è in vigore un Ccl siglato da padronato e Ocst la cui categoria più bassa prevede dei salari minimi di 3.185 franchi lordi (17,50 l’ora). Il Ccl interinali invece, per la sola regione Ticino, indica salari minimi orari per non qualificati di 16,79 franchi. Da nostre informazioni, gli interinali impiegati nelle pulizie delle stazioni percepiscono un salario leggermente superiore al minimo contrattuale. A differenza dei colleghi Ffs, salvo alcuni corsi obbligatori per la sicurezza in ambito ferroviario, nessuno di loro ha però seguito una formazione specifica nel ramo pulizie. Ciò gli avrebbe consentito di poter rivendicare una retribuzione da qualificati, qualora dovessero essere riassunti dal privato.


Ed è proprio l’incertezza sul futuro occupazionale che ferisce i lavoratori coinvolti e pesa fortemente sul loro stato d’animo. Persone senza certezza di esser riassunti dalla ditta privata a cui le Ffs affiderebbero l’appalto, trovandosi così improvvisamente senza occupazione. E se qualora la riassunzione andasse in porto, non sanno a quali condizioni dovrebbero lavorare. Un precariato esistenziale che si somma allo statuto odierno di interinale.


L’unica certezza è che se dovessero essere assunti, l’abbigliamento di lavoro porterà il logo delle Ferrovie federali svizzere. «Nella messa a concorso stabiliremo delle direttive di qualità tra cui il requisito che i partner esterni rappresentino le Ffs con collaboratori identificabili come fornitori di servizi delle ferrovie federali, per esempio attraverso il logo Ffs sull’equipaggiamento» hanno scritto nero su bianco i vertici delle ferrovie svizzere. Insomma, l’importante è salvaguardare l’immagine, se poi l’addetto si vede peggiorare le sue condizioni per il medesimo lavoro, poco importa. «A nostro avviso, se il logo è importante, lo è altrettanto la dignità dei lavoratori» chiosa Stroppini.


Come detto, il Sev ha lanciato una petizione per chiedere a Ffs di rinunciare alla privatizzazione delle piccole stazioni e di assumere direttamente i collaboratori temporanei. Una petizione già sottoscritta da settecento persone, che potrebbe portare a dei risultati. Nel 2017, il Municipio di Losone decise di esternalizzare il servizio di pulizie delle scuole comunali. L’idea fu accantonata dopo che una petizione lanciata dalla sinistra comunale contraria alla privatizzazione fu sottoscritta da quasi 1.300 cittadini. Fermare la privatizzazione fatta sulle spalle di lavoratori già fra i più esposti, è possibile. Qui dove firmarla

Pubblicato il 

27.05.21
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