Una lista con i nomi degli sfruttatori

Unia Ticino verso il lancio di una “black list” online

La difesa del lavoro passa anche dal web. Tra qualche mese, in maggio, Unia attiverà un sito Internet in cui saranno visibili i nomi delle ditte attive in Ticino che infrangono le regole dei contratti collettivi o le misure di accompagnamento, così come i datori di lavori che versano salari miseri, indecenti e insufficienti per vivere in Ticino. È un’arma in più contro il degrado generalizzato che sta vivendo negli ultimi anni il mondo del lavoro ticinese.

 

L’opinione pubblica potrà quindi conoscere i nominativi dei datori di lavoro locali che speculano per far profitto e di chi guadagna dal  gioco al ribasso dei salari consentito dalla liberalizzazione del mercato.
L’obiettivo sindacale è duplice. «La lista nera vuole fungere da deterrente contro chi sfrutta le persone.

 

In secondo luogo, avere una funzione pedagogica e civica nei confronti della popolazione sulle dimensioni del problema e della necessità di opporvisi» spiega il segretario di Unia Ticino Enrico Borelli, che aggiunge: «La lista nera è anche destinata alle amministrazioni pubbliche, sia cantonali sia comunali. A nostro avviso, chi commette gravi abusi pregiudicando l’intero sistema economico non dovrebbe beneficiare di appalti pubblici».


Si parlava della funzione civica della lista nera pubblica. Attraverso di essa, l’organizzazione dei lavoratori rovescia la prospettiva oggi largamente diffusa nel cantone. La colpa dell’attuale deriva è di chi assume a salari da fame, non di chi li accetta perché deve lavorare, come vorrebbe far credere la vulgata razzista tanto in voga in buona parte della classe politica e abilmente diffusa nell’opinione pubblica ticinese.


Certo, aggiunge il sindacato, la colpa risiede anche nelle regole del gioco che consentono la spirale al ribasso degli stipendi. Da qui la necessità di altri strumenti per arginare la piaga. «L’adozione di un salario minimo a 4.000 franchi per tutti, iniziativa su cui voteremo in maggio – prosegue Borelli – fisserebbe in modo chiaro la soglia minima sotto la quale non si potrebbe scendere. Chi in Ticino ha un’attività imprenditoriale unicamente tesa a sfruttare i bassi salari, sarebbe automaticamente escluso».


All’annuncio di Unia della futura costituzione della lista nera, finora l’unica reazione è arrivata da Rocco Cattaneo, presidente del Partito liberale radicale ticinese, intervistato da laRegione. «Unia fa benissimo» ha detto Cattaneo, spingendosi oltre, chiedendo alle associazioni padronali «di impegnarsi di più, dimostrando disponibilità sui contratti collettivi di lavoro». Bene, aggiungiamo noi. Presto dunque ci saranno dei Ccl per i dipendenti dei distributori di benzina e degli acquaparchi.

Pubblicato il

23.01.2014 15:53
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