Perplessità. Scontentezza addirittura. L’antefatto è presto raccontato. La scorsa settimana si è tenuto il Comitato cantonale del Partito socialista (Ps) in una gremitissima sala. È ovvio, aprile, prosaicamente il mese delle elezioni cantonali, si avvicina. Dunque il tema più allettante era quello delle candidature per il Consiglio di Stato. La direzione del partito ha proposto cinque nomi: la consigliera uscente Patrizia Pesenti, l’attuale presidente del Ps Anna Biscossa, Manuele Bertoli, Saverio Lurati e Paolo Bordoli. Fatta la proposta, immediatamente si leva qualche voce critica. Il primo a prendere la parola è Matteo Gianini, 24 anni e un primato: è il più giovane municipale socialista in Ticino, a Camorino, per la precisione. Anche Gianini si era messo a disposizione per il Consiglio di Stato ma il partito non ha considerato la sua candidatura. Come non ha considerato quelle di Sergio Savoia e di Giancarlo Seitz. Niente di personale, ha spiegato Biscossa, la lista è stata stilata operando delle scelte in positivo e non secondo la logica degli scarti. Si procede alla votazione da parte del Comitato cantonale dei nomi proposti dalla direzione. A questi cinque ufficiali si aggiunge il nome di Gianini che decide di mantenere la propria candidatura. Mentre Savoia e Seitz rinunciano: il Ps non ha bisogno di polemiche. Il risultato della votazione è comunque in linea con la proposta della direzione e Gianini si piazza ultimo (cfr. riquadro). Il giovane Gianini spiega ad area che non ha agito così a difesa di interessi personali. Il punto è un altro, ritiene che la lista ufficiale socialista sia troppo conservatrice perché manca un candidato che rappresenti la nuova sinistra. Una nuova sinistra rappresentata dal “movimento dei movimenti”, altresì detto movimento new global. Secondo Gianini il Ps, anziché concentrarsi troppo sugli equilibri interni del partito e della sinistra ticinese, avrebbe dovuto porre l’accento sul contesto di guerra permanente in atto. L’assunto è che anche in una piccola realtà v’è la possibilità concreta di incidere sugli scenari internazionali globali. Il Ps ticinese non tiene in debito conto dunque la componente new global che si sta affermando nella sinistra? Secondo Gianini il Ps non ha investito sufficienti risorse per comprendere a fondo lo sviluppo di queste nuove istanze. Restringiamo di nuovo il campo visivo, come richiede l’argomento inesorabilmente cantonale trattato: la lista socialista per il Consiglio di Stato. Sarebbe forse stato meglio mantenere una rosa più ampia di candidati da sottoporre al voto del Congresso? Il meglio è rappresentato dall’evitare di manovrare le cose in modo da evitare la discussione interna, sostiene Gianini. Gianini è giovane, l’abbiamo già detto, e allora ci chiediamo se è più difficile per i giovani militanti farsi a ascoltare nei consessi socialisti. Lui, personalmente, non si lamenta: 24 anni, municipale, membro dell’assemblea dei delegati del Partito socialista svizzero. Preferisce rilanciare la domanda: cosa fa il Ps per suscitare l’interesse dei giovani? Quali sono gli interessi dei giovani? Migliaia di ragazzi hanno partecipato al Forum sociale europeo di Firenze e sempre in quel contesto hanno preso parte a una grande manifestazione contro la guerra. Ecco gli interessi dei giovani, puntualizza Gianini. Ancora non si sa se Gianini manterrà la sua candidatura anche di fronte al Congresso del Ps, il prossimo 1° febbraio. Anna Biscossa: "un gesto legittimo" di Sabina Zanini La presidente del Ps ticinese, Anna Biscossa, risponde alle obiezioni sollevate sulla composizione della lista per il Consiglio di Stato proposta dalla direzione e ratificata dal Comitato cantonale che si è tenuto la settimana scorsa. Signora Biscossa, come giudica il fatto che Gianini abbia mantenuto la propria candidatura nonostante il suo nome non fosse stato indicato dalla Direzione… È una cosa assolutamente legittima. Mi sarebbe però piaciuto che questo gesto avesse una valenza politica più chiara, che mettesse, ad esempio, in discussione la geometria politica su cui la direzione ha costruito la lista. Mi è invece parso un po’ pretestuoso affermare che il Ps non tenga in debito conto i rappresentanti dei movimenti new global. Come dire: mantenere la propria candidatura è legittimo e ben venga. Ma per proporre quale alternativa? Non sarebbe meglio sottoporre una lista con più nomi al Comitato cantonale prima e al Congresso poi in modo che la decisione sui candidati sia presa da una maggioranza più ampia? La lista per il Consiglio di Stato non è fatta da cinque nomi estratti dal cappello. È invece una proposta politica di lista che, a nostro giudizio, ha una relazione diretta e stretta col nostro programma elettorale. Vi è inoltre il criterio delle rappresentanze. Insomma c’è una logica in una proposta di questo tipo. Sarebbe molto più difficile intravedere un disegno coerente in una lista fatta di candidati che raccolgono singolarmente delle simpatie personali. Avessimo proposto più nomi, il Comitato cantonale ci avrebbe comunque chiesto di esplicitare i criteri secondo i quali era chiamato a scegliere. È giusto affermare che è stata trascurata la componente new global? Trovo opinabile sostenere che manchi un rappresentante dei movimenti new global nella nostra lista. La stragrande maggioranza di noi è impegnato anche su quel fronte. Io stessa sono membro fondatore di Attac Ticino, ad esempio. Ma lo stesso vale anche per gli altri. La sensibilità e l’impegno su questi temi è una componente trasversale che corre nella sinistra e nel Ps. Del resto i temi di politica internazionale non sono al centro di una campagna per le elezioni cantonali. Certo nel nostro programma prendiamo posizione, ad esempio, contro l’eventualità di una guerra in Iraq. Però non possiamo dimenticare che stiamo parlando di elezioni cantonali e che quindi ci si aspetta da noi una proposta operativa molto chiara e concreta rispetto a quanto succede in Ticino e che riguarda il qui e adesso. È vero che il Ps ticinese è piuttosto chiuso nei confronti dei temi dell’economia? Soprattutto si critica che i socialisti sono piuttosto propensi a difendere il lavoro salariato, trascurando però quello dei lavoratori indipendenti Lo nego decisamente. Chi lo afferma non ha letto il nostro programma elettorale. È chiaro che lo sguardo e l’approccio restano quelli dei socialisti. Ci mancherebbe altro che ci mettessimo anche noi a giocare ai neo-liberisti! "Al Ps non servono polemiche" di Sabina Zanini A differenza di Matteo Gianini, altri due candidati scartati dalla Direzione del Ps, Sergio Savoia e Giancarlo Seitz, hanno deciso di non mantenere la propria candidatura. Disapprovano forse il gesto di Gianini visto che hanno tenuto un’altra condotta? No, affatto. Secondo Savoia, Gianini «ha esercitato un suo legittimo diritto compiendo un gesto che certamente ha contribuito a tener vivo il dibattito e a mettere in luce le modalità con cui si scelgono le candidature che sono spesso un po’ verticistiche». «Ha dimostrato di avere carattere», sostiene Seitz, «ha la giusta sconsideratezza dei giovani». Per evitare che la scelta dei candidati per il Consiglio di Stato venga gestita essenzialmente dalla Direzione del partito, la cui proposta in genere diviene definitiva, «si potrebbe pensare a delle elezioni primarie» a parere di Savoia o a una cosiddetta «commissione-cerca neutrale» secondo il suggerimento di Seitz. Perché Savoia e Seitz hanno rinunciato a concorrere per il seggio in Consiglio di Stato? Savoia non intendeva mettersi in concorrenza contro i candidati ufficiali: «avevo delle chances di tornare in gioco ma l’avrei fatto a scapito di uno dei candidati proposti dalla direzione contro i quali non ho nulla». Mentre preferirà concentrarsi «sulla candidatura per il Gran consiglio» alla quale si dice molto interessato. Savoia manifesta delle perplessità sui criteri con cui la Direzione ha selezionato i candidati: «la sensazione è di non capire chi fa le scelte e perché». Perciò sarebbe meglio «spostare la legittimità delle decisioni sul corpo intero del partito con delle primarie, appunto, perché è giusto che siano gli elettori socialisti a scegliere i propri candidati». Entrambi concordano nell’affermare che il Ps non ha bisogno di polemiche. «Non voglio danneggiare il partito a causa di personalismi», aggiunge Seitz, «ho risposto laconico “obbedisco!” come fece Garibaldi con Vittorio Emanuele II nel 1860». Al di là della lista per il Consiglio di Stato il Ps come sta gestendo la propria campagna elettorale? «Non è ancora entrata nel vivo», spiega Savoia, «occorrerà ritrovare un po’ di slancio perché se l’atmosfera dovesse rimanere stracca corriamo dei rischi e non bisogna mai dare per scontato un risultato elettorale, neppure quando si dispone di una candidata forte». Seitz fa il punto della situazione: «i socialisti si trovano a un bivio importante, è in gioco la conquista di un secondo seggio ma non possiamo ottenerlo nel mezzo di una tempesta perché quando spirano venti di bufera tutti rischiano di affondare». Sempre secondo Seitz il Ps dovrebbe andare verso l’economia, «possiamo diventare un partner ideale dell’economia perché rappresentiamo la forza lavoro e dobbiamo condurre una politica aperta, sincera seppure critica verso l’economia». E conclude, «Il Ps è un partito di gente preparata, seria e dinamica ma alle volte non sa mettersi in discussione, piuttosto di essere autocritico si scinde in nuovi partiti».

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17.01.03

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