In Svizzera ci sono diverse centinaia di medici primari che guadagnano oltre 1 milione di franchi all’anno e questo fa lievitare i costi degli ospedali, che a loro volta contribuiscono all’esplosione dei premi dell’assicurazione malattie cui ciascuno di noi è confrontato. Il dato, non nuovo, è stato confermato da una recente inchiesta del domenicale SonntagsZeitung, che da un lato mette in luce l’immoralità di certi salari e dall’altro fornisce uno spunto di riflessione sui possibili margini di manovra per frenare l’aumento dei costi della salute smettendola di dissanguare i cittadini con premi di cassa malati sempre più insopportabili e che, nell’indifferenza generale della politica, stanno seminando povertà in ampie fasce della popolazione. Un’indifferenza che si sta confermando in queste settimane di dibattito sull’iniziativa popolare in votazione il 9 giugno, che prevede l’introduzione di un tetto massimo dei premi pari al 10 per cento del reddito disponibile e che il Consiglio federale e la destra, pur consapevoli della gravità della situazione, liquidano come “inadeguata” e “troppo costosa”. Vengono insomma riproposte le medesime argomentazioni che abbiamo sentito contro la 13esima AVS. Sembra non contare nulla che oggi nella ricca Svizzera una persona su cinque che accusa problemi di salute (anche gravi) rinunci a recarsi dal medico per ragioni economiche, mettendo così in pericolo la propria salute e persino la vita, o che l’esplosione dei premi stia facendo scivolare nella povertà un numero sempre crescente di nuclei familiari, soprattutto del ceto medio (ne abbiamo riferito). L’iniziativa “per premi meno onerosi” non crea alcuna prestazione sanitaria supplementare, è semplicemente una misura di giustizia sociale, che stabilisce un limite massimo per i premi a carico dell’assicurato, oltre il quale tocca alla collettività intervenire. Il che significa anche una suddivisione dei costi un po’ più sociale, seppur dentro un sistema di finanziamento iniquo basato sui premi pro capite e indipendenti dal reddito come quello svizzero (unico al mondo). Come la 13esima AVS approvata il 3 marzo scorso, anche il tetto ai premi è una misura necessaria e urgente, perché non può più essere che lavoratori e pensionati arrivino a spendere il 20 o addirittura il 30 per cento del loro reddito per la cassa malati. Il 9 giugno c’è bisogno di un altro 3 marzo. E, stando ai più recenti sondaggi secondo cui l’iniziativa oggi verrebbe accolta dal 60% dei cittadini, è uno scenario realistico. |