Una buona settimana

È stata una buona settimana quella appena trascorsa. È stata la prima settimana del dopo Blocher. Una settimana per rifiatare. Non che, uscito dal governo, l'ex consigliere federale Udc diventerà improvvisamente innocuo. Ma di certo non sarà in grado di imprimere al suo partito una politica ancora più marcatamente di opposizione di quanto non si sia permesso di fare negli ultimi quattro anni. Perché per l'Udc opporsi ad un governo che anche dopo il 12 dicembre rimane saldamente in mano alla destra sarà un'impresa. Nel contempo però Blocher e la sua cricca non occuperanno più uno scranno in governo. La loro capacità di influire sulle leggi in preparazione, sul lavoro dell'amministrazione e sul clima politico generale del paese ne usciranno sensibilmente ridimensionati.
L'elezione del Consiglio federale non è dunque stata una rivoluzione. Ma di certo ha aperto nuovi spiragli, adesso che Blocher non è più il centro dell'intera vita politica nazionale. Perché se è vero che la neoeletta Eveline Widmer-Schlumpf non sarà molto più a sinistra di lui, è altrettanto vero che il miscuglio di autoritarismo, destrismo e populismo rappresentato (mirabilmente) da Blocher è stato disinnescato. Oggi non sono più pensabili né una scorciatoia come quella da lui adottata per imporre la sua revisione delle leggi sugli stranieri e sull'asilo, né le sue continue ingerenze negli altri dipartimenti e negli altri poteri dello Stato (a cominciare dalla giustizia), né la continua presenza sua e delle sue idee sui media di tutto il paese. Per quanto ideale, è comunque una liberazione. Al dibattito politico e sociale è stata tolta una pesante ipoteca.
Quali effetti pratici gli spiragli aperti la scorsa settimana possano avere è difficile dire. A risentirne potrebbe essere in primo luogo il dibattito sulla libera circolazione. Con Blocher fuori dal governo, l'Udc o frange di essa saranno più facilmente tentate dal No, anche se lo stesso ex consigliere federale assicura che non farà ostruzionismo. Questo a sua volta potrebbe condizionare le prese di posizione dei sindacati, probabilmente indotti a più prudenza nel ventilare a loro volta un'opposizione all'estensione dei bilaterali, rispettivamente alla loro conferma, ora che il fronte del No sembra si possa allargare. D'altro canto, non è forse un caso che gli impresari costruttori proprio questa settimana siano scesi a più miti consigli nei confronti dei sindacati e abbiano accettato un accordo sul Contratto nazionale mantello dell'edilizia. I rischi per gli impresari e per l'intera economia svizzera di un vuoto contrattuale e quindi di un fronte sindacale contrario ai bilaterali erano forse tollerabili con i blocheriani chiamati alla prudenza dalla presenza del loro leader in governo, ma sono diventati del tutto imprevedibili ora che si è aperta loro la strada dell'opposizione. Meglio dunque tornare ad essere responsabili, si sono forse detti gli impresari costruttori, piuttosto che giocare agli apprendisti stregoni, con rischi incalcolabili per tutti.

Pubblicato il

21.12.2007 00:30
Gianfranco Helbling
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