Siamo all’ultima tornata di questa campagna elettorale, campagna che per quel po’ che si è accesa deve dire grazie soprattutto al Ps, oltre che al partito dei Verdi e ai “rosso-verdi” (fra cui mi metto), per essere stati oggetto delle ignobili esternazioni del presidente leghista. Il Ps ha dato il tono a questa campagna, marcando chiaramente, in contrapposizione alla dirigenza Plr e alla sua bandiera liberista in Governo, altri valori e altre priorità per la politica ticinese del futuro. Il Ps ha anche fatto un bilancio della passata legislatura critico, quindi molto meno roseo rispetto alla maggioranza liberal-pipidi-leghista, che si è limitata ad inneggiare soprattutto agli effetti benefici sui redditi e sull’economia degli sgravi fiscali. Le cifre in proposito sono apparse molto poco convincenti, come ha ben evidenziato l’opportuna rilettura critica dei dati innescata dalla nostra Consigliera di Stato Patrizia Pesenti, che ha saputo evidenziare certi giochetti di cifre – e non è la prima volta – del Dipartimento finanze ed economia (Dfe). La sua direttrice ha replicato sul Corriere del Ticino con toni inusitatamente polemici e aggressivi, citando a giudizio niente poco di meno che i “vertici del Ps”, correggendo in sostanza alcune virgole, ed evidenziando in tal modo l’inconsistenza della sua replica. Dopo un rigiro di dati è ormai per tutti chiaro che le vere cifre che contano non sono quelle rosa dipinte nel bilancio di legislatura dal Dfe, mentre che sul nostro fronte, quello del Dipartimento sanità e socialità (Dss), possiamo ben affermare di avere parato l’assalto alla socialità mosso nella scorsa legislatura dai menostatisti e dai paladini dello “Stato leggero”. E aggiungo: le altre cifre che contano ancor di più, quelle di consuntivo del prossimo quadriennio, metteranno sotto gli occhi di tutti i gravosi ammanchi – cifrabili in circa 250 milioni annui – prodotti dalla politica indifferenziata di sgravi fiscali della maggioranza liberal-pipidi-leghista. Altro che sostanziosa crescita del gettito fiscale! Ma anche un altro elemento va messo in luce in fine di campagna: se non si è disposti a rinunciare alla qualità della nostra medicina e non si è disposti ad accettare una medicina a due velocità – quella per i ricchi che possono pagare e quella di terza categoria per gli altri – allora non bastano i vuoti slogans leghisti per il dimezzamento dei premi di cassa malati e gli appelli liberali per maggior senso di responsabilità a chi cura e a chi si ammala. Occorre in primis cambiare l’iniquo sistema dei premi, passando ad una ridistribuzione degli oneri in funzione del reddito e della sostanza. Questo è il passo essenziale proposto dal Ps verso una soluzione equa dei problemi della salute. Un voto al Partito socialista è anche questo, per la restituzione di un potere d’acquisto decente per tutti. “Un altro Ticino è possibile”, con un voto utile al Ps per il Consiglio di Stato e rafforzando la sinistra nel suo complesso in Gran Consiglio. * Vicepresidente del Ps

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04.04.03

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