Tra qualche giorno conosceremo il Governo e il Parlamento che guideranno il Ticino per i prossimi 4 anni. Sui possibili scenari e sulle conseguenze degli stessi è già stato detto quasi tutto e le stesse dovrebbero essere chiare a tutti. È stata una campagna poverissima di contenuti e, soprattutto, di progetti di medio periodo. Si è discusso tantissimo di cosa si è fatto (e da parte nostra è stato doveroso farlo, anzi a tratti si sarebbe dovuto calcare un po' di più la mano sulle responsabilità e le conseguenze), ma quasi niente di cosa e del come si vuol fare (e qui anche noi avremmo dovuto cercare di fare di più). Sull'etica nella politica è stato detto molto, apparentemente senza riuscire però a convincere le cittadine e i cittadini che indignarsi di fronte a certe cose è un dovere e non un diritto in un paese democratico!
E se davvero ci trovassimo di fronte ad un Governo identico al precedente, beh, credo che la situazione potrebbe diventare drammatica nel giro di pochi mesi. E dico "potrebbe", e non "dovrebbe", perché ho più di un motivo per credere che, finita la campagna elettorale, quei Consiglieri di Stato che in questi lunghi anni sono stati silenti e fedeli valletti di quella politica unilaterale in materia di finanze pubbliche che ha portato ai disastri che oggi conosciamo e che essi stessi hanno più volte denunciato in questa lunga campagna, torneranno a svolgere quel loro ruolo sottomesso e accondiscendente che tanti danni ha fatto al nostro Paese. Anche perché va ricordato un aspetto che non si può sottovalutare: nel fronte borghese l'unico Consigliere di Stato che, se rientrasse in Governo, ha una visione chiara di cosa vuol fare, è Marina Masoni. E gli altri? Come si comporteranno? Cosa faranno di fronte ai dictat di Masoni? Se invece cambiasse "solo" (si fa per dire!) la rappresentante liberale, beh, lì c'è tutta una partita aperta da giocare e saranno importantissime le prime mosse. Fin dall'inizio sarà infatti essenziale costruire un clima collaborativo e di confronto franco, aperto e leale, su cui cominciare davvero e finalmente a ri-proporre una approccio politico unitario al modo di governare il Ticino. E anche in questo caso c'è da chiedersi che gioco e che posizione assumeranno gli altri rappresentanti borghesi. Vorranno cambiare in senso collegiale il loro modo di governare o si blinderanno, come troppo spesso hanno fatto in passato, rapidamente nei loro Dipartimenti?
Infine, e sarebbe davvero la Svolta con la "S" maiuscola, se venissero eletti due rappresentanti della sinistra in Governo, si potrebbe davvero ragionare nei termini di una cambiamento epocale della prospettiva politica in Ticino. Certo saremmo più forti e in grado di incidere sulla realtà. Ma essere in due in Governo, vorrebbe anche dire assumersi molta più responsabilità. E ancor più in questo caso, saranno molto importanti i primi passi, i primi approcci in Governo. Sarà infatti essenziale costruire, fin da subito, quel clima collaborativo e di confronto aperto di cui parlavo in precedenza.. Senza di esso il rischio è che si creino due fronti contrapposti, con il Ppd a giocare quel ruolo di ago della bilancia che, per anni, abbiamo giocato noi in Governo. Per far sì che una nostra auspicata e possibile entrata "in coppia" in Governo possa segnare una cambiamento di approccio al fare politica nel nostro Cantone, bisognerà quindi riuscire a ri-fondare davvero il modo di governare in Ticino. Non sarà né scontato, né facile, ma è sicuramente indispensabile.
Questo il quadro che ci aspetta (e permettetemi di non prendere in considerazione l'ipotesi di un raddoppio Ppd, visto che lo vivrei così male da non riuscire a fare analisi politiche minimamente distaccate!). È comunque stata, almeno dal mio punto di vista, una brutta campagna, personalistica come mai prima d'ora, povera, come già detto, di visioni e di prospettive. Se fosse questa l'evoluzione della politica che ci aspetta sarebbe davvero triste! C'è però stato un raggio di sole, nonostante tutto questo. Nella sinistra sono fioriti tanti, tantissimi giovani che hanno saputo portare il loro modo di essere e di vedere la politica. Lo dico con orgoglio (perché tra di essi c'è anche la mia nipotina!), ma anche con grande speranza, perché spetterà a loro far si che la politica in Ticino possa tornare a scriversi con la P maiuscola.

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30.03.07

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