Si profila la possibilità di lanciare un referendum contro l’eventuale decisione di trasformare l’Azienda elettrica ticinese (Aet) in società anonima. È questo, in sintesi, il tenore di un comunicato stampa dell’Associazione per la difesa del servizio pubblico (Asp). L’Asp prende spunto, per la sua presa di posizione, dalle recente decisione della commissione energia del Gran consiglio ticinese di incaricare il deputato socialista Erto Paglia di preparare il rapporto sul progetto di revisione della legge sull’Aet. Tale decisione non è stata salutata positivamente dall’Associazione per la difesa del servizio pubblico. «L’associazione – recita un comunicato – conferma la sua risoluta opposizione al progetto. Infatti non è stata fornita alcuna prova della necessità, per la sopravvivenza dell’azienda, della trasformazione dell’Aet in una società anonima (Sa)». L’associazione sottolinea che la trasformazione «è in contraddizione con le ricorrenti dichiarazioni della presidenza e della direzione dell’azienda sui risultati aziendali». Infatti recentemente sono stati pubblicati i conti annuali dell’azienda pubblica che mostrano una buona crescita dell’utile da destinare allo Stato. L’associazione sottolinea il fatto che «la trasformazione dell’Aet in Sa spalanca la porta alla cessione a terzi di parte del patrimonio aziendale, e quindi anche dei suoi impianti, mediante l’alienazione di azioni». «Ed è proprio questo – continua il comunicato – l’obiettivo della trasformazione. Sarà così resa vana l’operazione di recupero da parte dello Stato degli impianti sfruttanti le sue acque, operazione avviata negli anni Cinquanta e che dovrebbe proseguire nei prossimi anni». Secondo l’associazione, la trasformazione dell’Aet in società di diritto privato «annullerebbe anche il mandato di funzione pubblica al servizio degli interessi generali della popolazione ticinese e annullerebbe le competenze e le responsabilità del Gran consiglio nelle scelte aziendali e nella vigilanza. In queste condizioni – afferma l’associazione – il referendum sarà inevitabile per salvaguardare patrimonio, struttura e funzione dell’Aet». L’associazione per la difesa del servizio pubblico denuncia anche le manovre miranti ad aggirare le resistenze al progetto di legge. In occasione della discussione sui conti dell’Aet per il 1999 e il 2000 era stato fatto il tentativo di stravolgere l’interpretazione della vigente legge per dare carta bianca alla direzione dell’azienda e per emarginare il Parlamento mediante una frase inserita all’ultimo momento nel rapporto di maggioranza della Commissione. L’Asp contesta anche il fatto che l’Aet ha dato mandato a uno studio legale, per la fattibilità della trasformazione, «ignorando il fatto che l’Aet non può essere giudice in causa propria». Il comunicato si conclude con stupore e preoccupazione «per l’annuncio di una perdita di circa 650mila franchi nelle relazioni d’affari con la Enron. Questo conferma le tesi già esposte dall’associazione sulle possibili conseguenze di operazioni ad alto margine di rischio. Le circostanze dovranno essere chiarite a livello di Gran consiglio».

Pubblicato il 

03.05.02

Edizione cartacea

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