Un paese che sa alzare la testa

Tsipras sta scatenando un'ondata di ottimismo in tutta Europa

Un’altra Grecia ed un’altra Europa sono possibili. La Grecia della sinistra di Alexis Tsipras e di Syriza ha rotto il circolo vizioso neoliberista che negli ultimi anni ha scatenato una guerra contro i diritti e le libertà nel Sud Europa provocando una macelleria sociale che in Grecia, e non solo, si è trasformata in una crisi umanitaria.
Tsipras e il suo ministro delle Finanze Yannis Varoufakis si sono mossi velocemente, con grande determinazione e specialmente coerenza sorprendendo la Germania e le istituzioni europee affini alla politica dell’austerità che impone Berlino. Trovando grandi alleati contro l’austerità negli Stati Uniti di Obama, nel G20 e nei paesi emergenti.


La piccola Grecia ha alzato la testa innescando una febbre di ottimismo e solidarietà in tutta l’Europa, aprendo la strada per la tanto attesa vittoria del travolgente Podemos nelle elezioni politiche spagnole del prossimo novembre.


Tsipras e Syriza hanno non solo stravinto solo le elezioni. Hanno stravolto gli equilibri in Grecia e in Europa. Il 72 per cento dei greci approva la politica contro l’austerità e lo scontro diretto con Angela Merkel. Sui dati da manuale politico si deve aggiungere anche il fatto che il 43 per cento degli elettori di Nuova Democrazia si schiera già con Tsipras, percentuale che supera il 90 per cento degli elettori che avevano votato il partito dei criminali neonazisti di Alba Dorata. La sinistra radicale greca si presenta come una grande forza popolare e nazionale che può fermare il populismo, il neonazismo, il razzismo, la xenofobia e l’omofobia. In questa ondata di allegria, ottimismo e speranza che ha sostituito in Grecia la disperazione e la rassegnazione nessuno ha avuto il coraggio di criticare la decisione del governo di sinistra di concedere la cittadinanza ai figli degli immigrati che sono nati e cresciuti in un paese che ha inventato anche il dio dell’ospitalità e la consacrazione dell’ospite straniero, con la figura di Xenios Dias. La sinistra ferma il cannibalismo e la guerra tra i poveri. E fa molta tristezza vedere i deputati del partito comunista ortodosso greco Kke votare con la Nuova Democrazia, il Pasok e i neonazisti di Alba Dorata contro il governo di sinistra di Syriza.


Dire oggi che i debiti dei paesi del Sud Europa sono impagabili e pretendere una conferenza europea per affrontare il problema non è un tabù. I giorni bui quando gli interessi delle banche e degli speculatori valevano più dei diritti dei cittadini sono finiti. Nessuna casa finirà nelle mani delle banche, Tsipras ha tranquillizzato le famiglie che hanno paura di trovarsi per strada perché non possono pagare il mutuo della prima casa. E i greci hanno capito che la parola di Tsipras e di Syriza sono “legge” e non promesse elettorali per ottenere gratis il loro voto.
Difendere i beni e le proprietà pubbliche dalla sera del 25 gennaio non è più un crimine, visto che Tsipras e il suo governo, con Theodoris Dritas, vogliono annullare la svendita del porto di Pireo ai cinesi e rimettere in discussione tutte le privatizzazioni fatte negli ultimi anni, difendendo prima di tutto il carattere pubblico della società e delle reti di energia e di acqua.


Ma dove troverà Tsipras i soldi per ripristinare il salario minimo a 751 euro (come prima delle crisi), per far nuovamente riconoscere la contrattazione collettiva e ripristinare i contratti collettivi, per abolire il ticket di 5 euro per la visita negli ospedali e l’euro che costa ogni ricetta prescritta dai medici, per ridare lavoro a tutti quelli che sono stati licenziati dalla pubblica amministrazione violando la Costituzione (cominciando dalle donne delle pulizie del ministero delle Finanze e i custodi delle scuole)? Allora? Il lavoro fisso non è un delitto? No, il lavoro precario è un crimine, risponde Tsipras sostenendo che le persone hanno il diritto di avere un futuro e non vivere una vita ricattate e espropriate di ogni diritto. Parole come dignità, rispetto e orgoglio assumono un nuovo valore nella Grecia nata dalle urne di gennaio.


I soldi per attuare il nostro programma li troveremo perché ci sono, senza ulteriore indebitamento, ha ammonito Tsipras a Merkel e ai suoi alleati in Europa, i quali cercano di ricattarlo per fargli accettare il prolungamento del piano di austerità controllato dalla Troika, quella che Tsipras e Varoufakis hanno disconosciuto pubblicamente trovando grande consenso perfino nelle file dei socialdemocratici, che in tanti paesi alleati dei conservatori applicano le sue politiche.


Le grandi proprietà e i grandi patrimoni saranno tassati; combatteremo l’evasione fiscale, la corruzione e il clientelismo; faremo capire ai cittadini che pagare le tasse serve per sostenere lo stato sociale. Questo è quanto hanno ripetuto in questi giorni Tsipras e Varoufakis, irritando Wolfgang Schaeuble, considerando che le denunce del governo greco sono rivolte contro le società tedesche che pagavano cospicue tangenti ai politici greci per guadagnarsi contratti in Grecia, dalla Siemens fino alle società che hanno venduto alla Grecia e al Portogallo sommergibili difettosi a prezzi d’oro.

Pubblicato il

12.02.2015 15:32
Argiris Panagopoulos