Un’ondata di scioperi attraversa l’Europa

Dallo scorso febbraio in Europa stiamo assistendo a un risveglio dello sciopero degno di nota. A incrociare le braccia con maggiore frequenza sono i lavoratori del settore dei trasporti. Per esempio quelli dell’aviazione, su cui incombe la minaccia di tagli salariali e licenziamenti, hanno scioperato in Italia, in Olanda e in Belgio. Una stagnazione dei salari e un sovraccarico di lavoro dovuto alle misure contro il Covid li vive il personale ferroviario, che per questo sciopera in Francia, Belgio, Croazia e Germania rivendicando delle misure di compensazione. E lo stesso fanno in questi giorni i macchinisti del sindacato Gdl in Germania, chiedendo sostanziosi aumenti salariali.


Tanto lavoro extra durante la pandemia è toccato anche ai lavoratori del commercio online, in piena espansione. Per mesi hanno corso come matti e accumulato ore e ore di straordinari, perlopiù non retribuite. Non sorprendono allora gli scioperi ad Amazon, Ikea, Carrefour eccetera.


Un enorme sovraccarico di lavoro lo ha subito naturalmente anche il personale di ospedali, case anziani e di cura, così come quello degli asili nido. Più malati gravi, più misure di sicurezza, assenze di colleghi per malattia: tutto questo pesa enormemente su di loro. La gente li ha applauditi e ringraziati, ma una ricompensa sotto forma di migliori salari e migliori condizioni di lavoro non è arrivata. Sta invece arrivando la quarta ondata pandemica e con essa un aumento dello stress per l’intero settore delle cure. I rami dell’assistenza e della cura dei bambini sono tra i più toccati dall’ondata di scioperi. Scioperi che in Olanda, Norvegia, Polonia, Belgio e Austria hanno coinvolto il personale infermieristico ma anche i medici.


Uno dei momenti più alti dell’ondata di scioperi è sicuramente la protesta andata in scena a Berlino e che ha coinvolto l’ospedale universitario Charité (il più grande d’Europa) e le cliniche comunali gestite dal gruppo Vivantes: uno sciopero d’avvertimento di tre giorni tra il 23 e il 25 agosto scorsi, cui potrebbe, in caso di mancato ascolto e dopo consultazione delle lavoratrici e dei lavoratori, seguirne un altro a tempo indeterminato. Al centro delle rivendicazioni, oltre a un migliore trattamento contrattuale e materiale del personale ausiliario, vi è la richiesta di un rafforzamento dell’organico.


Dopo tutto anche l’Europa si sta muovendo. Così come la Corte europea dei diritti dell’uomo: giusto in concomitanza con la ripresa degli scioperi, ha emesso un’importante sentenza sul caso di un conflitto in un’azienda norvegese in cui stabilisce che il diritto di un lavoratore a condurre delle lotte viene prima del diritto delle imprese a operare senza restrizioni nel mercato unico europeo. Se questa non è una buona notizia!

Pubblicato il

09.09.2021 10:37
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