Un'iniziativa molto utile

Le dichiarazioni d’amore sono inutili. Ammesso che l’utilità dell’amore la si possa misurare in franchi. In questo senso ha ragione Moritz Leuenberger quando invita a respingere l’iniziativa popolare “Servizi postali per tutti”: accettandola nessuno si ritroverà più ricco. Ma la logica del contabile che ligio ubbidisce alle leggi del mercato non è l’unica immaginabile e possibile: è per rassegnazione ideologica che oggi molti lo credono. Altre possono essere invece le ragioni che giustificano un servizio postale universale: il postino, nell’immaginario collettivo del nostro paese, è più di un semplice impiegato, l’ufficio postale è luogo d’incontro e la rete di infrastrutture del gigante giallo è, soprattutto per le regioni periferiche, una vera e propria spina dorsale della nostra economia. È chiaro che affidare alla Posta un mandato di servizio pubblico costa (anche se non è detto che un servizio pubblico debba necessariamente essere deficitario). Ce ne siamo accorti con la separazione di poste e telefoni, incorporati fino al 1997 nelle allora Ptt. Ora Swisscom fa utili strepitosi (40 centesimi per ogni franco di tariffa), mentre la Posta non accumula deficit soltanto perché continua con i processi di ristrutturazione e di razionalizzazione: in concreto, peggioramento di molti servizi (come la distribuzione dei giornali), tagli dei posti di lavoro (e aumento delle code agli sportelli), drastica riduzione degli uffici postali e aumento delle tariffe. L’iniziativa “Servizi postali per tutti” vuole soltanto aiutare la Posta a far fronte al suo mandato di servizio pubblico, impegnando in particolare la Confederazione a garantire la copertura dell’eventuale deficit da esso causato qualora i suoi costi non fossero interamente coperti dalle tariffe riscosse. E qui davvero si fa fatica a capire perché il direttore della Posta Ulrich Gygi non sia contento di una simile dichiarazione d’amore. O meglio, lo si capisce soltanto se si entra nella logica per cui è il mercato a dettare tutte le regole del gioco. Accettare la garanzia di copertura dell’eventuale deficit significherebbe rinnegare la propria fede nel mercato. Oggi quasi tutti hanno capito che un vero servizio pubblico, come lo è un servizio postale capillare ed efficiente, è possibile soltanto fuori dalle leggi di mercato. Con l’equilibrata iniziativa “Servizi postali per tutti” i cittadini svizzeri hanno finalmente l’occasione di affermare con forza questa banale verità: accettarla significa fermare lo smantellamento di un’infrastruttura postale di cui una volta potevamo essere fieri. Ma vuol dire anche più in generale fare una chiara scelta di campo a favore di servizi ed infrastrutture efficienti per tutti. Votare “sì” è una dichiarazione d’amore a noi stessi: il mercato di amanti ne ha già troppi.

Pubblicato il

03.09.2004 00:30
Gianfranco Helbling