Un grounding congo-ticinese

Società di Lugano ottiene contratti milionari per consulenze della compagnia area del Congo, a terra e piena di debiti

Quasi 23 milioni di euro. È questo l’ammontare che la società ticinese Co Engineering & Menagement Sa (Coem) ha fatturato, dal 2013 al 2016, all’Equatorial Congo Airlines (Ecair). Soldi pubblici africani versati in Svizzera in cambio della messa a disposizione di consulenti aeronautici all’inesperta compagnia nazionale della Repubblica del Congo. Una manna dal cielo per la sconosciuta Coem, creata soltanto qualche giorno prima di firmare un contratto dalle uova d’oro con un ministro di uno degli Stati più corrotti del mondo. Nel frattempo, sommersi dai debiti e dalla malagestione, gli aerei dell’Ecair sono bloccati a terra, mentre i dipendenti non ricevono il salario da nove mesi.

Brazzaville, capitale della Repubblica del Congo. Il 15 marzo scorso un gruppo di attivisti del movimento sociale Ras-le-bol (“stufo marcio”) ha protestato davanti alla sede dell’Ecair. I manifestanti chiedono le dimissioni della direttrice e la creazione di una commissione parlamentare d’inchiesta per fare luce su quello che è definito «uno scandalo finanziario». Ci vuole coraggio a manifestare in questo paese, terra di petrolio e affari occulti, governato dal 1997 dal pugno di ferro di Denis Sassou Nguesso. A motivare lo sparuto gruppo di contestatori è la situazione sempre più tragica dei dipendenti della compagnia: «Sono quasi 9 mesi che gli oltre 600 dipendenti di Ecair non ricevono il salario, ormai la situazione sociale è molto tesa poiché le famiglie non riescono più a pagare le fatture e devono lasciare le loro case», spiega ad area Martial Panucci, un noto cantante rap che, oltre a narrare con i suoi testi le contraddizioni della società congolese, è anche il portavoce del movimento.
La Ecair è stata lanciata in pompa magna nel 2011. Lo Stato vi ha iniettato più di 450 milioni di euro con lo scopo di«contribuire alla modernizzazione del settore dei trasporti aerei della Repubblica del Congo». Sei anni più tardi la compagnia è letteralmente a terra: dall’ottobre scorso, a causa dei debiti cumulati, i diversi fornitori si rifiutano di erogare i servizi necessari per poter spiccare il volo.


A questo punto il lettore di area potrebbe anche domandarsi: che m’importa del Congo e del grounding della sua compagnia aerea nazionale? Certo, ad un giornale sindacale come il nostro sta a cuore la sorte dei lavoratori in qualsiasi parte del mondo. Ma dietro il racconto di questa storia non c’è solo l’internazionalismo solidale: c’è un flusso di denaro pubblico che scavalca muri, mari e frontiere e collega il lontano Congo alla Svizzera. Così, mentre a Brazzaville e dintorni i dipendenti di Ecair tentano di sopravvivere senza i loro 250 euro di salario mensile, negli ultimi quattro anni centinaia di migliaia di euro sono confluiti dalle casse della compagnia pubblica ai conti di due società svizzere. È infatti a Ginevra e Lugano che hanno sede due ditte che, come rivelato il 22 marzo scorso dall’inchiesta del giornalista della Rts Marc Renfer, costituiscono l’ossatura della società africana: la ginevrina PrivatAir, che ha affittato a Ecair parte della sua flotta, e la luganese Coem, che ha fornito assistenza tecnica, consulenti specializzati e personale dirigente. Personale esperto che avrebbe dovuto contribuire allo sviluppo della compagnia aerea ma che, alla luce dei fatti, non è riuscito ad evitare sperperi e debiti.
I documenti di cui area è entrata in possesso dimostrano come la società di Lugano ha avuto un ruolo importante in questa gestione calamitosa. Nonostante ciò, Coem ha potuto beneficiare di un costante flusso di denaro proveniente dalle casse di Ecair. Il tutto in un contesto caratterizzato da zone d’ombra e conflitti d’interesse.  


Un contratto dorato
Il 13 marzo del 2012 Luca Serri, professione fiduciario, si trova a Brazzaville. Cinque giorni prima, l’uomo aveva delegato un’assistente notarile di un noto studio luganese per costituire la Coem. Serri è nella capitale congolese per firmare un contratto tra la neocostituita Coem, di cui sarà  amministratore unico fino al 2016, e l’Ecair. La controparte congolese è rappresentata da Jean-Jacques Bouya, ministro congolese e all’epoca presidente del cda della compagnia. Non si tratta di un ministro qualunque: nipote di Sassou Nguesso, il ricco Bouya è considerato uno dei pilastri del potere, colui che con il suo ministero dei “grandi lavori” controlla le più importanti opere pubbliche del paese.


Nel contratto, di cui area possiede una copia, Coem mette a disposizione di Ecair «la sua esperienza e le sue risorse con lo scopo di realizzare lo sviluppo della compagnia durante i suoi primi anni di vita». La squadra di Coem consiglierà inoltre la direzione di Ecair «per garantire una gestione efficace e efficiente».
Serri in realtà con l’aeronautica non ha nulla a che vedere: come già fatto in passato – anche in una vicenda che ha interessato la giustizia italiana – il suo ruolo è stato quello di costituire la società e di mascherarne i reali proprietari tramite lo schermo della sua fiduciaria, oggi in liquidazione. A livello operativo la Coem è costituita in gran parte da ex dipendenti della Lufthansa Consulting, società tedesca che fino all’arrivo dei ticinesi si occupava dell’assistenza tecnica di Ecair. Così, con il contratto in tasca, cinque giorni dopo la sua creazione Coem si garantisce una remunerazione fissa di 1.920.000 euro all’anno, per la messa a disposizione a Ecair di quattro esperti a tempo pieno. A ciò si deve però aggiungere una remunerazione variabile per «servizi d’assistenza ad hoc» fatturati 1.500 euro al giorno. Come si deduce dalla lettura di un audit ordinato d’urgenza dal Ministero delle finanze congolese e presentato a gennaio 2017, sono quasi 23 i milioni di euro finiti nelle tasche della società luganese. Un’analisi più dettagliata di alcuni documenti di cui siamo in possesso mostra che, da Lugano, si inviavano fatture che arrivavano a chiedere finanche 700.000 euro mensili.

Conflitti d’interesse e opacità
Dalla lettura del contratto e dell’audit risulta che i dirigenti della società ticinese hanno occupato quasi tutte le posizioni nell’organigramma dirigenziale di Ecair. Per esempio: l’italiano Marco Villa, Ceo e oggi amministratore unico di Coem, appare a fianco del ministro Bouya come direttore di progetto, mentre il belga Johan Maertens diventa vice-direttore della compagnia. Il fatto che i dirigenti di Coem occupino anche le alte sfere di Ecair è un fattore di rischio: «Questa disposizione comporta un conflitto d’interesse suscettibile di comportare una sovrafatturazione dei servizi ad hoc da parte di Coem (...) abbiamo  notato che il vicedirettore, un agente di Coem, è co-firmatario dei conti bancari di Ecair, ciò che rafforza l’osservazione precedente» si legge nel citato audit.
In effetti, da alcuni ordini di pagamento in nostro possesso si nota come Johan Maertens, in qualità di vice-direttore di Ecair co-firma i bonifici a favore di Coem... società di cui è anche uno dei direttori. Da noi contattato, Marco Villa «contesta categoricamente l’esistenza di un conflitto d’interessi in relazione al progetto Ecair» e sottolinea come la società da lui diretta vanta importanti crediti per fatture non pagate, «ciò che indirettamente sta bene a confermare l’assenza di trattamenti di favore».
Tuttavia nel loro audit i revisori scrivono inoltre di non aver ottenuto dei documenti da parte della direzione o dai capi progetto Coem «che giustifichino l’utilizzo dei servizi ad hoc presso Coem». Servizi ad hoc che venivano fatturati anche 480.000 euro al mese, ciò che corrisponde all’impiego a tempo pieno di 15 consulenti a 1.500 euro al giorno.


Ad aumentare l’opacità di queste prestazione vi è anche il fatto che dall’analisi delle fatture risultano due destinazioni di pagamento differenti: le prestazioni forfettarie sono saldate su un conto di Coem presso la Banca popolare di Sondrio, mentre le prestazioni per i servizi ad hoc sono state saldate su un conto presso la United Arab Bank negli Emirati Arabi Uniti. Nelle fatture emesse da Lugano, il titolare del conto arabo su cui versare il dovuto è una certa Coem International Ltd. «La società degli Emirati Arabi ha funzionato come supporto di Ecair in seguito all’apertura del nuovo scalo di Dubai e come base di nuovo business nella regione» ci spiega il direttore di Coem.
In questi anni la società di Lugano non si è occupata soltanto di assistere la compagnia aerea nazionale congolese. Come si può leggere sul sito Internet di Coem, quest’ultima partecipa a vari progetti di partenariato pubblico-privato, tutti connessi con il ministero diretto da Jacques Bouya. La lista dei progetti  in partenariato con Bouya comprende due autostrade, tre hôtel, una cittadella aeroportuale e la costruzione del nuovo quartier generale di Ecair. Un legame, quello con il ministro Bouya, che sembra essere privilegiato in un paese dove il clan al potere controlla i gangli dell’economia. «Il rapporto di Coem con il ministro in questione è semplicemente una relazione tra prestatore di servizi e cliente» conclude Marco Villa. Dal canto suo, dalla strada congolese, Martial Panucci sottolinea come sia «triste e rivoltante vedere che il denaro pubblico venga dilapidato da società che collaborano con il potere dittatoriale di Brazzaville».

 

 

La presa di posizione del Ceo di Coem

 

Come è nata l'idea di costituire Coem?
Coem è stata creata per fornire servizi di consulenza in paesi emergenti, in particolare nel continente africano, ampiamente trascurato dalla maggior parte delle società di consulenza soprattutto per le difficoltà di convincere i propri consulenti a lavorare e a vivere per anni in paesi con condizioni di vita spesso difficili. Il tutto valorizzando delle esperienze acquisite dai soci nello specifico contesto della consulenza nel settore aeronautico.  
 
Quale è stato il ruolo del creatore e del primo amministratore unico Luca Serri?
 Serri è una persona terza rispetto agli azionisti, sostanzialmente esterno al mondo della aeronautica, scelto proprio per assicurare una Governance societaria indipendente e competente.
 
Un vostro direttore era anche vice-direttore di Ecair. In tale veste ordinava i pagamenti a favore di Coem. Come giudica questo confitto d'interessi (segnalato anche da un audit su Ecair)?
Coem contesta categoricamente l’esistenza conflitto di interessi in relazione al progetto EcAir.  Il contratto Ecair-Coem venne firmato nel 2012 dal Ceo di Ecair e dal rappresentante dello Stato in veste di Presidente del Consiglio d’Amministrazione di Ecair. Questo mesi prima che Coem formasse un team tecnico-gestionale appropriato al progetto. Una volta costituito tale team, come spesso avviene in questo settore, soprattutto laddove si ha a che fare con paesi privi di personale adeguato ad assumere certe mansioni, Coem ha messo a disposizione del proprio cliente Ecair una persona in grado di assumere e svolgere con competenza mansioni ad elevato contenuto specialistico. Tale persona è stata assunta da Ecair entrando dunque a pieno titolo alle dipendenze della medesima. Proprio per evitare ogni possibile conflitto tutte le fatture Coem sono state sottoposte al Ceo e al Presidente del Consiglio d’Amministrazione di Ecair. Semestralmente le fatture venivano inoltre sistematicamente verificate dagli auditors esterni di Ecair, la società Ernst & Young. Si osserva inoltre che a tutt’oggi Coem vanta importanti crediti per fatture non pagate, ciò che indirettamente sta bene a confermare l’assenza di trattamenti di favore.
 
Coem ha fatturato consulenze milionarie per fornire una squadra d'assistenza tecnica alla direzione di Ecair in modo da garantire una "gestione efficace e efficiente". Ciò malgrado la gestione della società è stata lacunosa, tanto che ora non vola più e che i salari dei dipendenti congolesi non sono versati da mesi. Come giudicate il vostro operato? Come giustificate l'ammontare di queste fatture? Quale è stato il vostro contributo alla Ecair?
 
Per comprendere meglio, è necessario ricordare che le autorità del paese in seguito alla ricostruzione dei tre aeroporti internazionali del paese aveva deciso già nell’anno 2009 di dare seguito a questa nuova politica aeronautica con la creazione della nuova linea aerea Ecair con l’ambizione di divenire la linea aerea di riferimento in Africa Centrale e di trasformare l’aeroporto di Brazzaville nel nuovo Hub della regione. In questo senso un budget importante, superiore al mezzo miliardo di Euro era stato previsto per il lancio di Ecair per i primi cinque anni di attività. La decisione politica che prevalse all’epoca era di creare una linea aerea nazionale con vocazione intercontinentale capace di fare concorrenza a compagnie aeree già ben presenti in Congo come Air France e Ethiopian Airlines. Questo ambizioso programma, considerando la mancanza completa di risorse locali formate nel campo dell'aviazione, ha fatto si che il consulente tecnico fornisse un numero notevole di prestazioni e di “Postholders” per poter permettere il regolare e legale svolgimento delle operazioni di volo. Questo è stato possibile in primis grazie al sostegno di Lufthansa Consulting ed in seguito di Coem. Ci teniamo a far presente che Coem ha operato e opera a costi ben inferiori rispetto ai noti consulenti aeronautici internazionali.
 
Le ragioni primarie dello stop momentaneo delle operazioni di Ecair sono due:
 
-  la situazione economica del paese da inizio anno 2015 è diventata molto difficle in seguito al forte calo del prezzo del petrolio ed ha avuto come consequenza lo stop al programma di finanziamento accordato alla linea aerea. I mancati apporti statali come previsti dal business plan hanno privato la compagnia della liquidità necessaria per poter continuare le operazioni cessate solo a fine Ottobre 2016;
 
-        l’incapacità da parte dell’Agenzia Nazionale dell’Aviazione Civile Congolese di uscire dalla “Lista Nera” dell’Unione Europea nei termini previsti, cioè l’anno 2013. Le consequenze economiche di ciò sono state devastanti per Ecair in quanto la linea aerea è stata obbligata a far ricorso ad operatori stranieri (Privat Air e JetAirFly) per poter operare come previsto. Ovviamente i costi degli operatori stranieri sono nettamente superiori a quello che sarebbero dovuto essere i costi di operazioni gestite direttamente da ECAir.
 
Come mai le consulenze ad hoc venivano fatturate negli Emirati Arabi mentre quelle per le spese fisse a Lugano? Esiste, da qualche parte nel mondo, una vostra filiale chiamata Coem International Ltd? Se sì, dove è registrata e chi sono i beneficiari economici?
Coem Sa Lugano è la società che ha fatturato la massima parte delle prestazioni svolte e ha pagato la quasi totalità dei costi. La filiale del Congo è stata costituita per meri bisogni burocratici, e serviva al pagamento degli impiegati in loco. Quella negli Emirati Arabi ha funzionato come supporto ad Ecair in seguito all’apertura del nuovo scalo di Dubai e come base per lo sviluppo di nuovo business nella regione.
 
Quale è il vostro rapporto con il ministro Jean-Jacques Bouya?
 Il ministro Jean-Jacques Bouya è responsabile della Delegation General Grands Travaux (Dggt) e del ministero dello sviluppo del territorio. Coem ha lavorato e ancora lavora ad alcuni progetti per conto della Dggt e ad altri progetti sotto la responsabilità del ministro dei trasporti e del ministro dello sport. Solitamente i contratti con lo Stato sono controfirmati dal ministro delle finanze. In questo senso il rapporto di Coem con il ministro Bouya e gli altri ministri menzionati è semplicemente  una relazione tra prestatore di servizi e cliente(i).
 
Il Congo Brazzaville è uno Stato notoriamente corrotto e controllato dal clan al potere da anni a Brazzavile. Non si tratta di un Paese troppo rischioso per fare affari?
La corruzione può essere trovata in varie forme in qualsiasi paese al mondo e sta a noi evitarla. Coem ha specifiche regole interne a questo proposito. Inoltre, in tutti i contratti in essere con i consulenti Coem, il potenziale rischio corruzione è sottolineato in modo da sensibilizzare il team. Completamente diverso è invece il “rischio paese” per fare affari. Ovviamente Coem ne tiene conto sia nella scelta dei progetti che all’atto della firma dei contratti, né più né meno di tutti gli operatori, banche comprese (quando accordano un prestito). Purtroppo dal 2015 i contratti in essere sia con Ecair che con i diversi ministeri non sono stati rispettati e Coem si ritrova con un numero molto consistente di fatture non pagate che mettono a forte rischio il futuro della società.
 
Anche se da voi non richiesto, ci teniamo a sottolineare l’impegno di Coem nel sostegno allo Stato congolese nello sviluppo di numerosi progetti che ad oggi hanno creato localmente più di 1.200 posti lavoro nel settore dell’aviazione, 400 posti lavoro nel settore alberghiero, 800 posti lavoro nel settore edilizio e a breve, con la finalizzazione della concessione delle strade nazionali, di un ulteriore apporto di 800 posti lavoro nel settore dei trasporti. Il tutto per un totale di più di 3.000 posti lavoro che nei paesi in via di sviluppo permettono di sostenere nuclei familiari con una ratio di circa 1:10. Di questo a Coem ne siamo molto fieri.
 
Marco VILLA

Pubblicato il

12.04.2017 20:45
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