Convocare una tavola rotonda tra tutti gli attori interessati per discutere dell’istituzione di un Fondo nazionale d’indennizzo delle vittime dell’amianto? La proposta, formulata qualche settimana fa dai sindacati attraverso una lettera aperta al Consiglio federale, sta provocando reazioni incoraggianti.
Sul fronte politico, il capo del Dipartimento federale dell’interno (Dfi) Alain Berset formulerà delle proposte «entro fine anno», mentre dal mondo imprenditoriale giungono segnali di «disponibilità al dialogo» e di apertura, ma anche notizie di iniziative concrete già in atto, come quella della Eternit (Schweiz) AG di Niederurnen (successore in diritto dell’omonima società che per decenni ha prodotto manufatti in amianto) che l’anno scorso avrebbe dato mandato all’ex consigliere federale Moritz Leuenberger [il quale però smentisce, vedi articolo sotto, ndr] di suggerire al governo una sorta di “road map” per la creazione di un Fondo per le vittime. La notizia la apprendiamo da una presa di posizione scritta del portavoce della stessa Eternit (Schweiz) AG Livio Balts, a cui area si era rivolta per ottenere un’intervista con i vertici dell’azienda proprio su questo tema. Intervista però negata: «Sulla complessa questione sono attualmente in corso chiarimenti, indagini e discussioni tra i vari attori. La Eternit (Schweiz) AG non può pertanto esprimersi in questo momento», ci fa sapere il portavoce, precisando tuttavia che l’azienda «è aperta al confronto e a proposte costruttive» e ricordando che già in passato aveva «sottoposto l’idea di un Fondo all’Associazione per le vittime dell’amianto (Ava)». Circostanza però smentita «categoricamente» dalla stessa Ava. Nel documento si fa anche riferimento alla creazione, nel 2006, della Fondazione “Eternit Werke Schweiz”, il cui scopo è quello di offrire «prestazioni volontarie» a vittime e a parenti di vittime dell’amianto che in passato hanno lavorato in uno degli stabilimenti Eternit di Niederurnen (Glarona) e di Payerne (Vaud) e che vengono a trovarsi «in una situazione di particolare indigenza». L’attività concreta della Fondazione, creata dalla Eternit (Schweiz) AG – precisa Balts – «come espressione della sua responsabilità sociale, ma non giudiziaria, per il passato con l’amianto», rimane però piuttosto misteriosa. Le associazioni di aiuto alle vittime non conoscono un solo caso di un ex lavoratore Eternit che abbia ricevuto un franco, mentre le ultime informazioni ufficiali disponibili (che recuperiamo da un’intervista di area all’ex Ceo Anders Holte del 2011) parlano di una ventina di richieste di cui solo un quarto accolte. Avremmo voluto fornire dei dati aggiornati, ma non è stato possibile. Nella citata presa di posizione scritta la Eternit (Schweiz) AG sottolinea tuttavia la necessità di chiarire «quali richieste e quali bisogni» delle vittime non trovano oggi risposte nel quadro delle assicurazioni sociali (Suva, Avs, Cassa pensione). A questo scopo lo scorso anno l’azienda ha dunque commissionato una perizia giuridica che analizzasse la situazione delle vittime dell’amianto dal punto di vista delle assicurazioni sociali. Perizia sulla base della quale l’ex consigliere federale socialista Moritz Leuenberger, «su mandato della Eternit (Schweiz) AG» si legge nella presa di posizione scritta, ha in seguito inoltrato una precisa proposta al Dfi: creare un ufficio di notifica e di consulenza per le vittime dell’amianto, dal cui lavoro ricavare «conoscenze che servano come base per eventualmente istituire un Fondo», spiega Livio Balts. La Eternit (Schweiz) AG, dal canto suo, «sta attualmente valutando chi deve partecipare all’iniziativa», facendo notare che ad essere «confrontati con la problematica dell’amianto non sono solo i produttori di materiale da costruzione» (come la Eternit), ma «anche diversi altri settori (trasporti pubblici, edilizia, industria delle macchine, garage e aziende di installazione d’impianti elettrici)». Come dire: non spetta a noi pagare per tutti. Il Dipartimento dell’interno «per il momento non può esprimersi» né su questa proposta né su quelle dell’Uss: tutte saranno oggetto di «analisi e di approfondimento nelle prossime settimane», spiega la responsabile della comunicazione del Dfi Nicole Lamon, precisando che il capo del Dipartimento Alain Berset «riconosce l’importanza» delle problematiche sollevate e che intende «fornire delle risposte entro la fine dell’anno». Tenuto conto anche della dichiarata disponibilità della Federazione delle imprese svizzere economiesuisse a discutere l’ipotesi di una «regolamentazione speciale per casi di rigore», si ha l’impressione che l’obiettivo minimo di una tavola rotonda possa essere raggiunto a breve. Speriamo che entro tempi ragionevoli, dopo decenni di immobilismo e di incapacità a fare i conti con questa tragedia della storia industriale si trovino anche delle soluzioni. Leuenberger: «Nulla a che fare con Eternit!» «Non ho ricevuto alcun mandato dalla Eternit» (Schweiz) AG e in «questo ambito non ho relazioni contrattuali con nessuno», «non ho formulato alcuna proposta al Dipartimento federale dell’interno per la creazione di un ufficio di notifica e di consulenza per le vittime dell'amianto, né formalmente né informalmente». Con queste parole contenute in un e-mail inviato alla nostra redazione, l’ex consigliere federale Moritz Leuenberger smentisce seccamente di aver operato per conto della Eternit (Schweiz) AG, come viene invece curiosamente indicato in una presa di posizione ufficiale della stessa azienda. L’ex ministro socialista precisa inoltre: «È vero che nell’ambito di discussioni politiche con diverse persone impegnate e toccate dalla questione dell’amianto ho avuto degli scambi di opinione e informalmente sviluppato delle idee per una soluzione. In ogni caso non ho ricevuto alcun mandato da nessuno». «Sulla questione non assumo alcun ruolo pubblico e non cerco pubblicità», taglia corto Leuenberger. Certo, un suo legame con la Eternit avrebbe suscitato più di una perplessità e non avremmo esitato a definirlo perlomeno eticamente deplorevole. Il fatto che la Eternit (Schweiz) AG lo tiri in ballo in questo modo e gli attribuisca un ruolo che non ha mai assunto, è semplicemente sconcertante.
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