Un colosso sta nascendo. Procede il progetto di fusione tra Lugano e diversi comuni limitrofi. Questa settimana il Consiglio comunale cittadino ha accolto nel grande abbraccio luganese anche i comuni di Cureggia e Davesco-Soragno. Si avvicinano anche Viganello e Pambio Noranco. E il prossimo 15 dicembre ci sarà una votazione consultiva sul progetto di fusione negli otto comuni interessati (Gandria, Pazzallo, Cureggia, Davesco Soragno, Viganello, Pambio Noranco, Pregassona e Breganzona). Abbiamo rivolto qualche domanda a Pierre Spocci, economista e funzionario presso gli Enti locali, sulla nascente grande Lugano. Durante il dibattito in Consiglio comunale di Lugano qualcuno ha fatto notare i costi ingenti che comporta la fusione... I maggiori costi consistono prevalentemente nei maggiori contributi e nei minori sussidi nei rapporti con il cantone , oltre ai minori introiti fiscali dovuti alla generalizzazione del moltiplicatore al 75 percento. D’altra parte nelle fusioni c’è un potenziale di risparmio che non è da trascurare. Lugano porta avanti il progetto di aggregazione non per un tornaconto finanziario nell’immediato quanto piuttosto per ragioni politiche. Non si tratterà di raccoglierne i frutti subito. Dunque sarebbe riduttivo ragionare considerando solo i maggiori costi a breve termine. D’altra parte non si può ricondurre tutto ad una mera questione finanziaria. Pensiamo, ad esempio, ai servizi. Il comune di Viganello organizza un dopo-scuola e Lugano no. Naturalmente passato il periodo di transizione si potrà studiare una soluzione per tutta la nuova Lugano. Altri consiglieri comunali hanno appunto denunciato le motivazioni di natura squisitamente finanziaria sulla quale si basano questi “matrimoni d’interesse” comunali. Condivide la perplessità? La questione è pertinente. L’aspetto finanziario ha sempre aiutato a spingere i comuni a fondersi. Ma si procede altresì secondo criteri logici. Pensiamo ai casi dove per stretta contiguità territoriale è persino difficile distinguere un comune dall’altro. Una fusione nell’agglomerato urbano attorno a Lugano permetterebbe di affrontare meglio alcuni problemi comuni. È il caso della viabilità, ad esempio. Un grande polo stretto attorno a Lugano non rischia di sbilanciare per forza finanziaria gli equilibri all’interno del Cantone? Che il Luganese sia economicamente il più forte all’interno del cantone non è una novità. L’unica ingognita è la seguente: Lugano accrescerà ulteriormente la sua forza finanziaria con l’aggregazione? E se dovesse aumentarla è possibile che lo faccia a scapito di altre regioni? Diciamo che non ci sarebbe alcun motivo di preoccupazione se tutto il Cantone crescesse allo stesso modo , ma così non è. D’altro canto posizioni dettate dalla paura da parte di altre regioni del Cantone sono da evitare. Infine credo che anche per il Luganese essere l’unico motore economico del cantone sia un ruolo molto scomodo e non desiderato. Comunque grazie alla nuova legge sulla perequazione finanziaria intercomunale i comuni più deboli avranno a disposizione più risorse così da non rimanere schiacciati dai comuni più forti. È esatto? È esatto. Grazie a questa legge un gran numero di Comuni avranno a disposizione più risorse. D’altra parte la crescente dipendenza dalla perequazione finanziaria intercomunale comincia ad essere vista come un problema. Tutti preferirebbero poter disporre di adeguate risorse fiscali proprie. Ma si può anche osservare che con l’aggregazione avrà luogo una compensazione locale tra l’attuale Lugano e i comuni dell’agglomerato. A seguito dell’aggregazione Lugano verserà importi minori per la perequazione intercomunale. Dal punto di vista politico quanto influirà la grande Lugano sui processi decisionali cantonali? Bisognerebbe sapere se politicamente la nuova Lugano avrebbe una posizione diversa da quella che hanno ora i comuni non uniti. Magari quello che oggi sta a cuore a Lugano dagli altri comuni viene combattuto. Una volta terminata la fusione verrà portata avanti un’unica posizione evidentemente. Una posizione il cui peso si farà sentire a livello cantonale? Probabilmente sì. Ma è possibile che cresceranno anche altri agglomerati all’interno del cantone. Potrebbe avvenire un fenomeno di reazione. Pure se le aggregazioni devono essere pensate su altri presupposti.

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27.09.02

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