Un calcio al libero mercato

Manca poco più di una settimana ai mondiali di calcio e cosa dobbiamo sentire nella vicina Repubblica? Operazione "piedi puliti"! Ma cos'è? Un asilo nido? Quale sarà la prossima maxi-inchiesta? Denti lavati? Stop pidocchi? Niente fionda in classe? V'è un unico commento possibile: ridicolo!
A che pro sollevare un tale polverone? Ma vedete un po' se è mai possibile che ad un tratto qualcuno ha deciso di indignarsi per una cosa che tutti sapevano. E, guarda caso, appena si insedia il governo di sinistra, subito si solleva il polverone giustizialista. Rinasce con insolito vigore una strana voglia di pulizie di primavera.
La cosa si spiega col solito atteggiamento disfattista delle sinistre. Sì, perché bisogna proprio avere in odio l'economia per mandare scientemente in frantumi un così bel giocattolo. Un campionato di calcio è innanzitutto un'impresa che genera utili mirabolanti. Pertanto è giusto accompagnarlo, dirigerlo verso gli esiti più emozionanti per le tifoserie. Dai, chi mai si divertirebbe a veder vincere il Livorno? Soprattutto ora che Carlo Azeglio Ciampi è uscito di scena. Peggio, chi volete che scommetterebbe sulla vincita del campionato da parte di una squadretta qualsiasi? È una questione di caste. Bisogna ammetterlo, ci sono squadre geneticamente nate per la serie A e altre no. E per vincere nel calcio occorre avere le sostanze, non solo patrimoniali.
Soprattutto ci vuole l'estro del grande dirigente per indirizzare la squadra giusta verso la vittoria. Se Luciano Moggi aveva il telefono facile, se è stato più furbo degli altri, perché punirlo? Mai che venga premiato un vivace ingegno. No, bisogna sempre castigarlo. Ma lo vogliamo capire che il libero mercato non vuole vincoli e ostacoli? Questa furia giustizialista nasce dall'invidia delle altre squadre che hanno avuto amministratori meno furbi. Ecco la verità.
Ci vuole un'abile regia anche per gli arbitri che vanno guidati con cura. Chi è pignolo in genere suscita antipatia. L'arbitro con quella sua triste casacchina nera già mette a disagio e poi fa l'effetto del primo della classe, quello che sa sempre tutto meglio degli altri ed è anche spia e delatore. È molto controproducente avere qualcuno di antipatico in campo. Insomma l'accanimento nel rispetto delle regole ha come esito un cattivo spettacolo e un cattivo spettacolo si vende male. E ciò che non si vende nuoce al libero mercato.
I giocatori poi atleticamente hanno già dato tutto quello che era in loro potere dare. Di più non possiamo gonfiarli e neanche possiamo farli correre oltre. Inoltre se si sciupano troppo sul campo che magra figura faranno nei locali notturni? Non possiamo trascurare tutto l'indotto in termini di stampa scandalistica. Il calciatore va sfruttato, spolpato fino al muscolo, al menisco. Se ne può ricavare validi testimonial pubblicitari. Se poi è genuinamente ignorante se ne fa anche il protagonista di barzellette che si vendono benissimo in edizioni tascabili.
Dai, che lo sappiamo tutti che l'importante è guadagnare. L'economia non è un gioco.

Pubblicato il

02.06.2006 15:00
Flavia Parodi
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