Un autosilo, chi offre di più?

Un abuso edilizio dopo l’altro. Licenze edilizie rilasciate senza il necessario esame d’impatto ambientale. E procedure svolte in modo da aggirare l’esame stesso. È quanto, da alcuni anni, sta accadendo a Mendrisio, nella piana di San Martino, zona Fox Town. Dove i centri commerciali e ricreativi si sono moltiplicati, e con essi il numero dei parcheggi a disposizione della loro clientela. Dove il Comune poco si cura delle norme di tutela ambientale e dove il Cantone evita d’intervenire per far rispettare la legge, a meno che non vi sia costretto. E dove, infine, si sta già progettando il prossimo colpo: un autosilo da almeno mille posti auto. Che si stia pensando ad un autosilo da mille e forse più posti auto in zona Fox Town ci è stato confermato da più fonti bene informate e indipendenti. Sembra si sia già in avanzata fase di progettazione. L’autosilo verrebbe a situarsi nel cuore della zona in cui sorgono i centri commerciali. E per la sua realizzazione c’è stato un incontro fra il direttore del Dipartimento del territorio (Dt), Marco Borradori, le autorità di Mendrisio e i promotori immobiliari della zona (primo fra tutti Silvio Tarchini per il Fox Town). Il Municipio di Mendrisio, che sta già progettando l’ampliamento delle strade d’accesso, vedrebbe di buon occhio la realizzazione dell’autosilo e offre i suoi buoni uffici perché venga realizzato: lo stesso sindaco Carlo Croci pochi giorni fa alla Tsi ha ribadito la volontà del Comune di aumentare il numero dei parcheggi disponibili nella zona. Quanto al Dt, sarebbe intenzionato a cogliere l’opportunità del nuovo autosilo per coordinare tutti gli interventi viari e la gestione dei parcheggi dell’intero comprensorio. Finalmente, vien da dire. Perché la quantità di posteggi realizzati negli ultimi anni nella zona del Fox Town senza permesso di costruzione (quindi senza aver inoltrato la domanda di costruzione al Municipio di Mendrisio) è impressionante. La cosa viene denunciata da tempo dall’Associazione traffico e ambiente (Ata) e dal Wwf. I parcheggi illegali sorgono sui terreni liberi di costruzioni. Basta l’accordo del proprietario che mette a disposizione il suo sedime per i clienti dei centri commerciali, poi si entra col trax: ghiaia battuta, barriere per disciplinare i parcheggi, fari e cartelli che indicano che quelli sono i posteggi per i clienti del Fox Town (particolare pittoresco: sarà un abuso edilizio, ma alla svizzera – ci hanno messo anche i cestini per i rifiuti, e quando la zona è congestionata la polizia comunale di Mendrisio regola il traffico indirizzandovi le automobili dei clienti del Fox Town). Ma quanti sono i posteggi illegali realizzati nel comparto? Secondo un recente documento dell’Ufficio tecnico comunale di Mendrisio i posteggi per i quali è stata rilasciata una regolare licenza edilizia sono in tutto 752. Di questi, 379 per il Cento Fox Town, 53 per il Fox-Expo Birraria, 141 per lo stabile ex Boltina (tutti e tre facenti capo a Silvio Tarchini) e 179 per il Centro MoMo (di Riccardo Quadroni). Essi comprendono sia i parcheggi per chi lavora in questi stabili che quelli per i clienti. Ma una stima prudente effettuata dalle associazioni ambientaliste indica che in zona sono sempre disponibili almeno 1’500 posti auto: lo stesso Fox Town e il Casinò Admiral, pur avendo in teoria non più di 500 parcheggi per i clienti, ne vantano mille nelle loro pubblicità. Pertanto almeno 750 parcheggi sono stati realizzati senza licenza edilizia, del tutto illegalmente: ed è una stima prudente. Ma non conformi alla legge i parcheggi della piana di San Martino lo sono anche per la mancanza di un esame d’impatto ambientale sul loro insieme. Un esame d’impatto ambientale è di principio necessario quando si vogliono realizzare più di 300 parcheggi. In zona, se si calcolano anche gli spazi residui attorno ai vari capannoni e i parcheggi destinati ai dipendenti di altre ditte e che la sera e nei giorni festivi sono a disposizione dei clienti del Fox Town (Tarchini ha concluso degli accordi in tal senso), si può calcolare una disponibilità complessiva di circa 2 mila posti auto. Ebbene, finora esami d’impatto ambientale sono stati eseguiti soltanto per una parte dei quattro posteggi per i quali è stata richiesta la licenza edilizia. Ma, benché si fosse già nettamente sopra la soglia dei 300 posteggi nel comprensorio, mai si sono fatti esami complessivi quando si aggiungevano alcune centinaia di posteggi per volta, come invece la legge richiede per stabilire in che modo il traffico indotto da tutti i parcheggi influisca sull’ambiente e con quali misure si possa intervenire per contenerne l’impatto nocivo. Insomma, l’anarchia edilizia e pianificatoria in una zona già martoriata dal punto di vista ambientale è totale. Per questo Ata e Wwf hanno deciso di opporsi ad ogni domanda di costruzione inerente la zona dei Prati di San Martino che possa avere un impatto rilevante sull’ambiente, in particolare inducendo nuovo traffico. Perché, dicono, da tempo il Comune avrebbe dovuto adeguare la sua prassi nel rilascio delle licenze edilizie alla giurisprudenza del Tribunale federale. Quali gli obiettivi di questi ricorsi? «Innanzitutto vogliamo il ripristino della legalità, cioè che vengano chiusi tutti i parcheggi abusivi realizzati senza nemmeno disporre di una licenza edilizia», dice ad area l’avvocato Damiano Bozzini che per le associazioni ambientaliste cura i diversi ricorsi in atto. «Il secondo obiettivo è sottoporre gli insediamenti commerciali e ricreativi della zona con tutti i loro parcheggi ad un esame d’impatto ambientale complessivo che indichi qual è il loro effetto sull’ambiente e quali misure si debbano attuare per contenere gli effetti nocivi. Si tratterebbe in sostanza di riesaminare le licenze edilizie già rilasciate per abbinarle a misure precise che servano ad attenuare il carico ambientale complessivo, come il potenziamento dei trasporti pubblici, la riduzione del numero dei posti auto disponibili, l’introduzione di parcheggi a pagamento, ecc… Si tratta inoltre di stabilire i limiti dello sviluppo in atto dal punto di vista della sopportabilità». Ma qual è il ruolo delle associazioni ambientaliste in tutto questo caos? «Quello dei sorveglianti, un ruolo che spetterebbe alle autorità, in primo luogo al Dipartimento del territorio», ci dice il segretario dell’Ata Werner Herger, che aggiunge: «per il Cantone va sempre tutto bene, lascia fare: non c’è nessun intento pianificatorio o urbanistico, si mettono a discutere con noi soltanto quando facciamo un ricorso». Nessuno dei funzionari del Dipartimento del territorio da noi interpellati era disponibile per rispondere alle domande di area. Nella sequela di abusi edilizi attuati nella piana di San Martino a Mendrisio ce n’è uno che ha dell’incredibile. Un parcheggio abusivo è infatti stato costruito in parte su un terreno di proprietà del Cantone Ticino. Il quale Cantone, come sempre quando si tratta del comparto in questione, chiude non uno ma entrambi gli occhi. Si tratta del posteggio situato di fianco alla ditta Solis, che sorge di fronte agli stabili Fox Town ma dall’altra parte dell’autostrada. Esso è stato realizzato senza una valida licenza edilizia. Come gli altri parcheggi illegali della zona ha il fondo di ghiaia battuta (per impedire la formazione di pozzanghere) e dispone di fari per l’illuminazione notturna. A rendere interessante questo parcheggio per la vicina zona commerciale è il cavalcavia sopra l’autostrada: essa dista così poche decine di metri. Le mancanze del Cantone nella gestione dei centri commerciali di Mendrisio a livello pianificatorio e di vigilanza sono evidenti. Carenze riscontrabili in altri casi clamorosi, come il Pian Scairolo o Sant’Antonino. Non è un caso se il primo Fox Town è sorto in un’epoca in cui il Piano regolatore di Mendrisio escludeva la destinazione commerciale a quel comparto. Resta da capire come l’attuale gestione della zona di San Martino, che il Piano direttore cantonale definisce “delicata” dal punto di vista ambientale, sia compatibile con la presunta vocazione verde del Comune di Mendrisio (con il progetto Vel e l’Agenda 21). Ed è un mistero come possa essere compatibile con il Piano dei trasporti del Mendrisiotto. Forse, quando Berna comincerà a minacciare con il taglio dei sussidi per la sua realizzazione, Cantone e Comune si renderanno conto dell’importanza di uno sviluppo ambientale sostenibile. Ma la strada è ancora lunga: per garantire l’attuazione delle misure fiancheggiatrici al Piano dei trasporti del Luganese ci sono voluti dieci anni di lotte. A Mendrisio Ata e Wwf sono solo all’inizio. Un esempio classico di come nella zona del Fox Town a Mendrisio si proceda all’infinito con la “tattica del salame” nell’edificazione di nuovi spazi commerciali senza alcun criterio pianificatorio e urbanistico è dato dal progetto per lo stabile “San Martino”. Promotrice è la Roytex Ag, una società di Balzers, nel Liechtenstein, che fa capo a “Mister Fox Town” Silvio Tarchini. Lo stabile “San Martino” sarebbe il più grosso di tutto il comparto (27 mila metri quadrati per 40 milioni d’investimento). Attualmente è in corso la terza procedura per il rilascio del permesso di costruzione. La prima, nel 2000, è stata affossata dopo un’opposizione delle associazioni ambientaliste: lo stabile veniva infatti esplicitamente destinato a scopi commerciali in violazione del Piano regolatore di Mendrisio. La seconda domanda è stata respinta dal Consiglio di Stato dopo ricorso di Ata e Wwf: il Municipio aveva rilasciato la licenza edilizia, ma per il governo il progetto era carente sotto più punti di vista e troppo vago, tale da non consentire di valutarne le conseguenze effettive sulla zona. La terza procedura è stata avviata con pubblicazione della domanda di costruzione fra il 4 e il 18 agosto 2003, quasi alla chetichella. Il nuovo progetto prevede, dicono i promotori, 280 posteggi che però, considerando gli spazi residui attorno all’enorme stabile, saranno oltre 300, ed è accompagnato dallo stesso rapporto d’impatto ambientale presentato per la domanda di costruzione del 2000. Nel frattempo però le cose dal punto di vista ambientale e della viabilità sono nettamente cambiate. Oltretutto non si sa a chi saranno destinati quei posteggi, anche perché non è dato sapere quante persone lavorerebbero nel complesso: facile intuire che gran parte di essi (la totalità alla sera e nei giorni festivi) servirà ai clienti del Fox Town. Infine poco o nulla si sa sulla destinazione dell’impianto: esplicitamente non si parla di scopi commerciali, ma i termini sono così vaghi da lasciare aperte quasi tutte le possibilità. Per questo terzo progetto la licenza edilizia è stata rilasciata dal Municipio di Mendrisio dopo che i competenti servizi cantonali, pur sollevando una serie di problemi, non vi si erano opposti nel loro preavviso. Diverse le cose quando contro la licenza edilizia hanno nuovamente ricorso Ata e Wwf. In questo caso infatti la Sezione della protezione dell’aria, dell’acqua e del suolo ha rilevato che «un esame d’impatto sull’ambiente per il progetto in questione è necessario». E inoltre: «considerata la destinazione, nel rapporto d’impatto ambientale i posteggi sono da giustificare in ogni caso ed eventualmente da diminuire. Essendoci seri motivi per supporre che i posteggi non servirebbero unicamente allo stabile progettato (…) il rapporto d’impatto ambientale dovrà comunque fornire un quadro completo dei posteggi nella zona San Martino, nonché chiare informazioni circa le modalità di gestione dei posteggi richiesti». Insomma, la Sezione della protezione dell’aria, dell’acqua e del suolo, dando ragione agli ambientalisti, riconosce la necessità di un esame d’impatto ambientale complessivo. Ma il Consiglio di Stato respinge il ricorso di Ata e Wwf per carenza di legittimazione: per il governo infatti le associazioni ambientaliste non potrebbero ricorrere in quanto l’esame d’impatto ambientale non sarebbe necessario. Contro la decisione del Consiglio di Stato, che ignora il parere di un ufficio specialistico dell’amministrazione cantonale, Ata e Wwf hanno interposto un nuovo ricorso tuttora pendente al Tribunale amministrativo.

Pubblicato il

18.06.2004 02:30
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