Lo scudo fiscale italiano ha fatto perdere la testa a buona parte della classe politica ticinese. Lo dimostra, ultima in ordine di tempo, la decisione del governo cantonale di sospendere per ritorsione le deliberazioni sui progetti Interreg. Una decisione bislacca sia perché nega all'Italia il diritto di perseguire gli evasori, sia perché i progetti Interreg non c'entrano nulla col fisco e, in più, presentano un saldo economico favorevole al Ticino.
Non meno bislacca è la proposta di amnistia fiscale. Innanzitutto perché è intempestiva. Negli ultimi mesi il segreto bancario ha subito un colpo dopo l'altro ed appare prossimo al ko definitivo. E sempre più numerose sono le voci, non solo a sinistra, che chiedono di lasciar cadere la distinzione fra evasione e frode fiscale anche nei confronti dei cittadini svizzeri. Il consigliere federale Hans-Rudolf Merz è l'ultimo rimasto a difesa del fortino, ma la sua credibilità è ridotta a zero.
Al momento in cui la Confederazione deciderà di cambiare le regole, allora sì che si porrà il problema di un'amnistia fiscale per permettere a tutti di adeguarsi alle nuove regole senza incorrere in sanzioni. A cosa serva anticipare i tempi non è chiaro. Ma è significativo che soltanto il Ticino, fra i cantoni con un'importante piazza finanziaria, intenda fare questo passo.
Bislacca l'amnistia fiscale ticinese lo è anche per i contenuti, in particolare per il condono del 70 per cento degli arretrati d'imposta sottratti negli ultimi dieci anni. Un regalo agli evasori eccessivo e non necessario. Per un'amnistia basta infatti condonare la multa, salatissima, che solitamente viene comminata ad un evasore. Non si capisce perché, mentre tutti i cittadini onesti hanno sempre pagato le tasse, chi ha rubato allo Stato possa tenersi gran parte della refurtiva accumulata negli ultimi dieci anni (per il periodo precedente non gli chiede comunque più nulla nessuno). Il tutto per dare entrate al Cantone (20 milioni ) e ai Comuni (16 milioni) assai modeste.
La questione dell'evasione non la si risolve né con le amnistie, né con l'abbassmento delle aliquote. La si risolve migliorando l'accertamento fiscale, cioè dando più mezzi al fisco per svolgere il suo lavoro. Il problema era emerso in tutta la sua chiarezza con il "fiscogate". Siamo sicuri che, partita Marina Masoni, sia stato risolto in maniera soddisfacente?

Pubblicato il 

05.03.10

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