In passato sono già state chiuse alcune sedi consolari italiane, in particolare in Svizzera dove la rete è dimagrita del 50 per cento nel giro di pochi anni. Tuttavia mai siamo stati testimoni di una così ampia e pesante ristrutturazione della rete diplomatico-consolare come quella annunciata nel mese di giugno dello scorso anno dal Ministero degli Affari Esteri, ovvero dal governo Berlusconi, che interessa 23 sedi di cui ben 14 nella sola Europa e, quasi tutte, in luoghi con forte presenza di italiani. Le associazioni italiane, i Comites, il Cgie ed anche diversi parlamentari eletti all'estero (non tutti per la verità, specie tra quelli che sostengono l'attuale maggioranza di governo) hanno immediatamente protestato per questa deleteria ristrutturazione della rete consolare. Deleteria perché non migliorerà la funzionalità di una rete già in grosse difficoltà, anzi raddoppierà quasi l'utenza delle sedi consolari residue. Sedi che, in gran parte, non dispongono neppure di locali confacenti e sufficienti per servire un pubblico così accresciuto (il Consolato Generale di Ginevra o di Charleroi, per esempio, con l'assorbimento dell'utenza di quelli di prossima chiusura rispettivamente di Losanna e di Liegi) con la prospettiva di un bel caos. Il governo, attraverso il Sottosegretario al Mae, senatore Alfredo Mantica, continua a tranquillizzare tutti affermando che: «Nell'ambito del piano di ristrutturazione, al fine di poter continuare a garantire un'efficace assistenza ai cittadini italiani residenti all'estero, è stato previsto il rafforzamento delle strutture degli Uffici consolari che riceveranno le competenze delle sedi in chiusura. Questi, con un accresciuto numero di addetti – di ruolo e a contratto, provenienti dalle Sedi soppresse – e con potenziate dotazioni informatiche, potranno mantenere costante il contatto con le collettività italiane di riferimento, al fine di poter garantire un'immutata qualità dei servizi offerti. Questo, in base al principio guida della riforma, che prevede che le risorse umane e finanziarie recuperate attraverso la razionalizzazione siano reinvestite nella rete stessa, con l'obiettivo di assicurarne il migliore utilizzo al servizio di cittadini ed imprese». A niente è valso ricordare al Sottosegretario Mantica che in futuro centinaia di migliaia di connazionali dovranno affrontare forti disagi per avvalersi di servizi consolari indispensabili per chi vive all'estero. Un esempio per tutti lo avremo con la chiusura in Svizzera dell'Agenzia consolare di Coira con un'utenza che dovrà recarsi al Consolato d'Italia di San Gallo. Per molti questo significherà sei ore di viaggio all'andata e sei ore al ritorno con un cambio di ben tre treni. Così come non è servito ricordargli che l'informatica, e cioè il tanto decantato "Consolato a casa" grazie ad internet, va a beneficio della sola utenza giovanile e non certamente di quel 25 per cento di italiani emigrati in età più avanzata, spesso tra i più bisognosi dei servizi consolari. Il governo, nonostante le proteste, come uno schiacciasassi guidato da un sordo, continua imperterrito con questa ristrutturazione ("demolizione" sarebbe certamente un termine più appropriato) della rete diplomatico-consolare, confermando nell' ultima riunione del Comitato di Presidenza del Cgie le chiusure dei Consolati: di Coira (assunzione delle competenze da parte del Consolato di San Gallo); di Saarbrücken dove resterà solo uno Sportello consolare (Consolato Generale di Francoforte); di Mulhouse dove resterà solo uno Sportello consolare (Consolato Generale di Metz); declassamento del Consolato di Norimberga ad Agenzia consolare; chiusura del Consolato di Bruxelles ed istituzione nella stessa città di una Cancelleria consolare presso I'Ambasciata; dell'Agenzia consolare di Genk (Cancelleria consolare presso l'Ambasciata di Bruxelles); di quello di Durban (Consolato Generale a Johannesburg); di Mannheim (Consolato Generale di Stoccarda); di Liegi (Consolato Generale di Charleroi); declassamento a Consolato del Consolato Generale d' Alessandria; dchiusura del Consolato Generale di Amburgo dove resterà solo uno Sportello consolare presso la sede dell'Istituto italiano di Cultura e si stanno analizzando soluzioni specifiche per le attività consolari legate al porto (Consolato Generale di Hannover). E questo è solo l'antipasto, con buona pace delle comunità italiane che risiedono in quelle circoscrizioni consolari: Amen! |